Piano triennale, tram e lavori d'Aula: orlandiani in frantumi - Live Sicilia

Piano triennale, tram e lavori d’Aula: orlandiani in frantumi

Scontro sul tram, il presidente: "Lavorano a nuove maggioranze"

PALERMO – La maggioranza di Leoluca Orlando fa di nuovo crac. Lo scivolone stavolta è sul Piano triennale delle opere pubbliche 2020, bocciato da Sala delle Lapidi per l’astensione decisiva di Italia Viva, con le opposizioni che vanno all’attacco accusando l’amministrazione di aver provato a ripescare le opere accessorie del tram stralciate invece in occasione dell’ultimo bilancio di previsione. Una querelle inasprita da quanto successo ieri in Aula, quando tre dei quattro gruppi di maggioranza (Partito Democratico, Sinistra Comune e Avanti Insieme) hanno sottoscritto un documento insieme all’ex avversario Fabrizio Ferrandelli e al Movimento cinque stelle che è apparso a molti come un attacco nei confronti del presidente del consiglio, il neo renziano Totò Orlando.

Una mossa che ha provocato non solo una levata di scudi da parte del centrodestra, andato in difesa del presidente, ma che ha spinto il numero uno di Sala delle Lapidi a parlare di un atto a tutti gli effetti politico e che ha sancito la nascita di una nuova maggioranza, con Italia Viva scesa in campo in difesa del suo rappresentante.

Nuovo scontro sul tram

Ma andiamo con ordine. L’atto bocciato oggi è il Piano triennale delle opere pubbliche 2020-2022 che, in realtà, solitamente cammina di pari passo con il bilancio di previsione; il problema è che l’anno scorso il previsionale è stato varato a fine anno e il piano triennale è quindi slittato. In occasione del bilancio si era già consumato uno strappo in maggioranza, visto che Sinistra Comune aveva abbandonato i lavori contestando la decisione del resto della coalizione di utilizzare in altro modo i soldi a disposizione per investimenti, togliendoli appunto alle opere accessorie del tram. La spaccatura è andata avanti per settimane, con tanto di autosospensione dell’assessore alla Mobilità Giusto Catania (esponente di Sc), ed è rientrata con grande fatica.

Il Ragioniere generale però, nel parere sul Piano triennale, ha sottolineato che le opere accessorie delle linee A, B e C (per un totale di 76 milioni di euro) sono state inserite nell’annualità 2021; una sorta di “ripescaggio” che ha fatto saltare sulla sedia non solo le opposizioni, ma anche una parte della stessa maggioranza. Apriti cielo: l’atto, in sé non dirompente visto che gli impegni di spesa erano relativi a un anno (il 2020) ormai concluso, si è trasformato in una nuova occasione di scontro.

“Gli uffici hanno segnalato la difformità tra quanto deliberato dal consiglio comunale e quanto deliberato dalla giunta – ha detto il presidente Orlando durante i lavori – Nulla toglie che il consiglio possa cambiare idea, ma è inopportuno che lo faccia la giunta pochi giorno dopo una decisione dell’Aula che il sindaco aveva detto pubblicamente di condividere”. L’assessore Maria Prestigiacomo ha provato a tenere unita la maggioranza (“Se l’atto non sarà approvato, ci saranno problemi per il tram come mi ha spiegato ieri l’assessore competente”), ma tanto non è bastato per salvare il Piano: 16 contrari, sei astenuti e 11 favorevoli hanno provocato la bocciatura, con Italia Viva che si è schierata per l’astensione. “Il tram non è in discussione, visto che è già finanziato – spiegano i renziani – L’impegno di spesa c’era solo sulle opere del 2020 e quelle accessorie del tram non figurano”. Favorevoli Pd, Sinistra Comune e orlandiani, assente il M5s.

Una nuova maggioranza?

Come detto, però, lo scontro sul Piano triennale ha fatto solo da sfondo a quanto successo ieri quando il capogruppo dei grillini, Viviana Lo Monaco, durante le comunicazioni ha annunciato la presentazione di un documento firmato insieme a Fabrizio Ferrandelli, Cesare Mattaliano e ai capigruppo di Pd (Rosario Arcoleo), Sinistra Comune (Barbera Evola) e Avanti Insieme (Valentina Chinnici). In pratica tutta la maggioranza senza Italia Viva, ma con l’aggiunta dei ferrandelliani e dei pentastellati. Il documento, indirizzato al presidente del consiglio, punta il dito sulla calendarizzazione delle sedute e sull’organizzazione dei lavori d’Aula, chiedendo però di affrontare anche alcuni temi come “la declinazione del piano per la ripartenza, il riparto delle somme destinate ai ristori per le categorie della ristorazione, dello sport, della musica e dello spettacolo, la strategia che l’amministrazione intende mettere in atto per sostenere le politiche di genere e i giovani”.

Una lettera che ha provocato un vero pandemonio tra chi ha preso le difese del presidente, chi ha chiesto di puntare il dito contro la giunta e chi ha parlato invece della nascita di una nuova maggioranza. “Una lettera squisitamente politica – ha detto il renziano Totò Orlando – Una parte della maggioranza ne sta costruendo una nuova, è un chiaro un segnale politico e lo registriamo come tale”. Non è un mistero che anche a Palermo il centrosinistra cerchi un dialogo con grillini e moderati di +Europa, ma la spaccatura con Italia Viva porta a immaginare nuove coalizioni in vista del 2022.

 Il presidente Orlando oggi ha anche risposto per iscritto alla missiva (“Comprendo e mi unisco al vostro appello affinché i temi segnalati diventino priorità per l’amministrazione comunale”), rilanciando la sfida: “Auspico che l’accorato appello ci vedrà protagonisti di determinazioni volte a non gravare in alcun caso sulle tasche dei palermitani”. Una frase messa non a caso e che non solo conferma l’intenzione di Italia Viva di non votare aumenti della Tari, ma fa presagire battaglia anche su altri temi come quelli del canone unico per i mercatari segnando un solco ancora più profondo in una maggioranza ormai in frantumi ad appena un anno dalle elezioni.

Le reazioni

“L’amministrazione attiva è allo sbando e il consiglio comunale non è più disposto ad assecondarla – dice Ugo Forello di Oso – Il piano delle opere pubbliche 2020-2022 e dell’elenco annuale 2020 (ormai superato) era un atto inutile e dannoso che sancisce il fallimento della missione del sindaco in questo suo ultimo mandato e prova, una volta di più, l’inaccettabile ritardo con cui vengono proposte le deliberazione al Consiglio. Inoltre, dopo l’approvazione dell’emendamento al bilancio previsionale 2020-2021 con il quale sono state stralciate le somme destinate alle opere accessorie al tram (per impiegarle per altre e più importanti finalità), la giunta ha tentato, senza riuscirci, di reinserire nel 2021 tali somme, ma il maldestro tentativo è stato scoperto e fermato. Questo ultimo anno di mandato rischia di trasformarsi in una lenta e dolorosa agonia per la città, penso che il sindaco dovrebbe prendere atto di tutto ciò e rassegnare le sue dimissioni”.

“Una bocciatura annunciata e che si poteva evitare, se l’amministrazione avesse agito diversamente e se nell’ambito della maggioranza ci fosse stato un confronto sul tema. Spiace che a farne le spese, come sempre, sia la città”, dice Toni Sala di Avanti Insieme.

“Ennesimo sonoro schiaffo in consiglio al sindaco Orlando, che si è visto bocciare il piano triennale delle opere pubbliche – dice il capogruppo della Lega Igor Gelarda – La sua maggioranza non esiste più. Il centrodestra è pronto a governare e risollevare la città da questo disastro”.

“La bocciatura certifica ancora una volta l’assenza completa di programmazione dell’amministrazione guidata dal sindaco Orlando, una patologia ormai cronica che sta fortemente debilitando lo stato di salute della città – dice Alessandro Anello della Lega – A Palazzo delle Aquile di piano triennale in piano triennale si va avanti da molti, troppi anni senza opere realizzate, ma soprattutto nella totale confusione rispetto agli interventi strategici per lo sviluppo della città. Un piano, inadeguato e vecchio, che ha dato ancora una volta dimostrazione che l’amministrazione comunale non ha nessuna progettualità e per questo è stato bocciato in Aula con sedici voti contrari, dopo averlo già bocciato in commissione attività produttive con un parere esemplarmente contrario, oltre al no pure della commissione urbanistica. Un piano triennale non all’altezza della quinta città d’Italia, specchio di un’amministrazione che ha perso l’orientamento e sta portando Palermo verso il precipizio”.

“Una maggioranza in frantumi a Sala delle Lapidi regala l’ennesima bocciatura di un atto proposto dall’Amministrazione – dicono i consiglieri M5s Viviana Lo Monaco, Concetta Amella, Antonino Randazzo – Non è bastato dare un’ulteriore poltrona in Giunta a un nuovo assessore renziano per ricucire lo strappo ormai evidente tra i consiglieri eletti con Orlando; a pagarne il conto saranno inevitabilmente i cittadini palermitani, mentre la città sprofonda miseramente”.

“La definitiva bocciatura del Piano Triennale delle Opere pubbliche segna il totale sgretolamento della maggioranza che sosteneva la Giunta Orlando. Uno sgretolamento che non può più essere ignorato dall’Amministrazione. Nel merito il Piano presentato, come già avevamo sottolineato ieri in Commissione, è in realtà un “non-piano”, uno strumento che programma ben poco e che nella lista delle priorità continua a mantenere il Tram che, qualora ci fosse stato bisogno di conferme, è evidente che questo Consiglio comunale non vuole realizzare. Non lo vuole almeno con le modalità e nel tracciato che il duo Catania-Orlando ha imposto in questi anni. Proprio per questo credo che siano ormai non più rinviabili le dimissioni dell’Assessore Catania, sempre più ostacolo al dialogo fra Amministrazione e Consiglio comunale. Con grande franchezza devo dire che siamo forse giunti al punto in cui lo stesso Sindaco valuti le dimissioni, ma probabilmente in questo momento di estrema crisi non sarebbe positivo che l’Amministrazione resti senza una guida. Un motivo per il quale ritengo che sia necessario lavorare perché pochi importanti e non rinviabili atti siano approvati con scelte politiche condivise, a partire proprio dal Piano delle Opere Pubbliche e dal Bilancio, per dare un po’ di ossigeno alla ripresa socio-economica”. Lo ha dichiarato Marianna Caronia, consigliera gruppo Forza Italia a Palazzo delle Aquile.

“Nella quinta città d’Italia, che non si riesca ad approvare il piano triennale per le opere pubbliche è un fatto davvero grave ed inaspettato. Questo strumento è fondamentale per tracciare la direzione dello sviluppo urbanistico ed infrastrutturale di Palermo ed il fatto che non ci sia, anzi che sia naufragato in maniera così eclatante e ridicola, ci fa provare una grande amarezza, perché nel momento in cui tutta Italia ragiona sulla disponibilità di fondi straordinari per superare la crisi, la nostra Palermo rimane al palo”. Ad affermarlo è il presidente di Ance Palermo Massimiliano Miconi dopo la bocciatura del piano in Consiglio Comunale. “Se il Comune non ha le risorse o non le sa reperire, per uscire da questa  impasse faccia, pensi e programmi opere autofinanziabili e si affidi ai privati per trovare soluzioni che diano alla nostra città una possibilità di ammodernamento infrastrutturale e di nuove opere pensate con l’intervento dei privari, come avviene con successo da anni in tutta Europa”. 


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