Accusato di stalking, arrestato: "Aveva minacciato di ucciderla" - Live Sicilia

Accusato di stalking, arrestato: “Aveva minacciato di ucciderla”

La vittima è una mediatrice culturale, che in un momento di difficoltà aveva intrapreso una relazione con il 34enne senza fissa dimora.

CATANIA – Alla fine sono scattate le manette. Un rumeno di 34 anni, senza fissa dimora, è stato arrestato dai carabinieri per stalking nei confronti di una 29enne catanese, che lavora come mediatrice culturale. Tra i due c’era stata una breve relazione, ma quando la donna ha interrotto il rapporto sono iniziate le persecuzioni e anche le minacce.

La Procura della Repubblica ha richiesto ed ottenuto nei suoi confronti la misura cautelare della custodia in carcere, che è eseguita dai Carabinieri della Stazione di Catania Piazza Dante.

Le indagini

Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati nei reati che riguardano la violenza di genere, hanno fatto luce sul caso accertando che gli atti persecutori si protraevano dal dicembre dello scorso anno ai danni di una donna di 29 anni.

La relazione

In particolare quest’ultima, mediatrice culturale volontaria che si occupava dell’assistenza ai “senza tetto”, stava attraversando un periodo di difficoltà psicologica connessa al cattivo stato di salute del proprio genitore e per un periodo limitatissimo di tempo, circa una settimana, aveva stretto con l’uomo un rapporto che andava oltre “l’amicizia”.

Le minacce anche al padre della vittima

Sin da subito la donna aveva scelto d’interrompere quel nascente rapporto sentimentale, ma tale decisione aveva incontrato l’assoluta contrarietà dell’uomo che, con veemenza, aveva cominciato a tempestarla di messaggi e telefonate.

Ma le minacce telefoniche non rappresentavano certamente il male peggiore posto in essere dall’uomo che ha cominciato a pedinare la donna, appostandosi dinnanzi la sua abitazione e inviandole foto del portone di casa e dell’autovettura del padre.

La poveretta, crollata psicologicamente, era  arrivata al punto di cambiare la propria sede di lavoro ma l’uomo, che non ha tardato ad individuare il nuovo ufficio, ha continuato a sottoporre la vittima a continui messaggi intimidatori arrivando anche ad avvicinare una sua collega, armato di un coltello, alla quale aveva candidamente riferito di avere in animo di uccidere la poveretta e di essere solamente in attesa del momento giusto per realizzare il suo progetto criminale.

Problemi di alcol e il piano di vendetta

L’uomo inoltre, spesso notato nel centro cittadino in preda ai fumi dell’alcol e con atteggiamenti violenti e minacciosi nei confronti dei passanti, persistendo nella sua condotta persecutoria, aveva anche riferito alla collega della vittima particolari sulla relazione amorosa avuta con quest’ultima interrotta, asseritamente, per il tradimento da parte della stessa specificando che i suoi propositi di vendetta erano finalizzati anche a farle perdere il posto di lavoro.

La paura e la denuncia

La continua pressione psicologica esercitata sulla malcapitata con oltre 30 contatti telefonici quotidiani, la presenza sul luogo di lavoro, le minacce di morte, nonché l’utilizzo di sue fotografie su profili dell’uomo sui social network, hanno costretto la donna a modificare radicalmente le proprie abitudini di vita sino alla decisione di denunciare il suo aguzzino avvalendosi del supporto dei militari della Stazione di Catania Piazza Dante.

I carabinieri hanno così compendiato l’esito degli accertamenti all’Autorità Giudiziaria, consentendo alla Procura etnea il consolidamento del quadro probatorio a carico dell’uomo e di richiedere la misura cautelare, poi emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo, a seguito della quale è stato associato al carcere di Caltagirone.


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