Dati Covid falsi: revocati i domiciliari, sospesi per un anno

Dati Covid falsi: revocati i domiciliari, sospesi per un anno

Cadono le accuse di falso legate ai decessi, restano quelle per tamponi, positivi e ricoveri

PALERMORevoca degli arresti domiciliari e sospensione per 12 mesi dal servizio.

Sono queste le decisioni del giudice per le indagini preliminari di Palermo Cristina Lo Bue nei confronti degli indagati per l’inchiesta sui cosiddetti dati falsi del Covid.

Lasciano gli arresti domiciliari la dirigente regionale Maria Letizia Di Liberti, il nipote e dipendente della Regione Salvatore Cusimano, ed Emilio Madonia, dipendente di una società esterna.

Per Di Liberti e Cusimano il giudice ha deciso la sospensione dal pubblico ufficio per 12 mesi. Tutti e tre lavoravano, Di Liberti come capo, al dipartimento dell’assessorato regionale alla Sanità che ha gestito le statistiche del Covid.

L’inchiesta è passata per competenza da Trapani a Palermo. Sembrerebbe che, per come era già emerso nei giorni scorsi, siano venute meno le ipotesi di falso legate alla trasmissione dei dati sui decessi, e poi inseriti nel bollettino reso noto giornalmente.

Il falso viene meno perché il bollettino non è considerato un atto pubblico. Dunque è anche venuto meno il falso per induzione. Chi riceveva i dati a Roma, secondo l’originaria impostazione accusatoria, sarebbe stato indotto in errore nella compilazione del bollettino quotidiano.

Restano in piedi invece le ipotesi di falso legate al numero dei positivi al Covid, ai tamponi processati e ai pazienti ricoverati che vengono direttamente caricati su una piattaforma informatica dell’Istituti superiore di Sanità. E sono che dati che incidevano sulle decisioni adottare dal ministero della Salute per contenere la pandemia.

Sul punto la difesa degli indagati è certa in futuro di potere dimostrare l’insussistenza dell’accusa ritenendo che comunque il cosiddetto riallineamento dei dati avrebbe fotografato il quadro epidemiologico reale senza alcuna alterazione

Le parole del legale

“La Procura di Palermo ha recepito solo in parte l’ipotesi accusatoria della Procura di Trapani e, anche alla luce, degli ulteriori accertamenti effettuati, ha formulato solo 7 dei 36 precedenti capi d’imputazione, stralciando i capi 1 e 10 e tutti quelli riguardanti la falsificazione dei bollettini giornalieri. Il quadro accusatorio è fortemente ridimensionato”. Lo ha detto l’avvocato Paolo Starvaggi, legale, insieme a Fabrizio Biondo, della dirigente regionale Maria Grazia Di Liberti, citato dall’Ansa. Oggi il gip le ha revocato i domiciliari. “In buona sostanza – spiega – è rimasta in piedi l’accusa per concorso in falsità ideologica e falsità materiale. I pubblici ministeri, nella richiesta al gip, della sola misura cautelare dell’interdizione dai pubblici uffici, per Di Liberti, Madonia e Cusimano, hanno chiarito che ‘rispetto alle contestazioni avanzate davanti al Giudice di Trapani questo ufficio non contesta, allo stato, la falsificazione indotta dei bollettini giornalieri che le indagini fino a questo momento svolte hanno dimostrato avere una funzione di tipo solo divulgativo, non potendo pertanto essere considerati atti pubblici”.


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