Vaccini e autopsie, il medico legale: "Così cerchiamo la verità" - Live Sicilia

Vaccini e autopsie, il medico legale: “Così cerchiamo la verità”

L'EMERGENZA SANITARIA
Intervista al professore dell'Università etnea Cristoforo Pomara, coordinatore della task force Covid.

CATANIA – “Una vita spezzata ha lo stesso valore di migliaia di vite salvate”. Ne è convinto Cristoforo Pomara, ordinario di medicina legale dell’Università di Catania e coordinatore della task force voluta dall’assessorato regionale alla salute per studiare, attraverso autopsie cliniche, i morti covid e i decessi di persone a cui cronologicamente è stato somministrato il vaccino AstraZeneca.

“I cittadini meritano informazioni precise”

Su questo filone il professore Pomara ha le idee molto chiare: “I cittadini meritano informazioni precise. Non si può negare che si sta somministrando un farmaco e che per quanto siano rari i casi si possono presentare delle complicanze. Il nostro compito di medici legali e di ricercatori è quello di indagare scrupolosamente per poter studiare prima di tutto se c’è un nesso di correlazione tra la somministrazione del vaccino e l’evento morte e poi di analizzare in caso di effetto avverso, anche se raro, il meccanismo che lo causa in modo da poter individuare i sintomi e quindi la nostra capacità e velocità di intervenire. Questo modo permetterà di rendere non sicura ma sicurissima la vaccinazione. Penso debba essere questo il nostro goal”.

“Scambio di dati con le procure”

Ad oggi la task force, che Pomara preferisce chiamare “gruppo di studio”, sta analizzando un solo caso di decesso dopo somministrazione del vaccino. Una volta ottenuti i dati (che il medico legale assicura arriveranno in “pochissimo tempo) saranno condivisi con la comunità scientifica nazionale e internazionale. “Inoltre terminate le loro indagini, chiederemo alle Procure anche i dati provenienti dagli esami autoptici dei casi su cui stanno indagando e noi forniremo tempestivamente a loro i nostri dati. Sarà importante poter condividere anche questi risultati”.

“Farmacovigilanza zoppa”

Per Pomara è quasi assurdo che in un Paese come l’Italia si abbia “un sistema di farmacovigilanza zoppo” che non preveda l’analisi del “dato autoptico”. Il medico legale infatti si chiede: “L’Aifa dice che attende gli esiti delle autopsie. Ma quali autopsie? Quelle dell’autorità giudiziaria. Lo ritengo dunque un sistema zoppo in quanto non si è prevista né incoraggiata l’indagine scientifica della causa di morte che fortunatamente invece compie l’autorità giudiziaria. Secondo le leggi italiane peraltro avremmo l’obbligo scientifico di fare le autopsie in tutti i casi dubbi, figuriamoci in quelle fattispecie pressoché sconosciute alla scienza”.

Unica realtà italiana

Al momento la task force siciliana è l’unica realtà italiana che “esegue autopsie covid”. “Lo scopo del gruppo di studio – spiega Pomara – è collezionare i dati che emergono dagli studi autoptici e inserirli in una banca dati unica che in prima istanza dobbiamo condividere con i nostri clinici per poi condividerla con la comunità scientifica anche a livello internazionale”. Il gruppo di studio sta esaminando 30 casi di decessi causati dal coronavirus. La Sicilia inoltre è stata una delle prime a dotarsi di sale settorie dove poter eseguite le autopsie covid in totale sicurezza.

Policlinico di Catania

“Al Policlinico di Catania possiamo effettuare contemporaneamente cinque autopsie Covid. Queste capacità le posso paragonare a quelle della New York Univerisity”, racconta Pomara.

La centralità del dato autoptico

Purtroppo nella lotta al covid non esiste ancora una terapia. “Un fatto – conclude il professore – che deve portare ancora una volta al centro l’importanza scientifica del dato autoptico: imparare dalla morte per dare risposte terapeutiche e preventive alla popolazione. Non lo dico io è un assioma della medicina troppo spesso dimenticato da noi medici per prima. Non è mai troppo tardi però per fare ammenda e ripartire.”


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