Cappello, crt e bandiera americana: cancellato il 'marchio' dei Carateddi - Live Sicilia

Cappello, crt e bandiera americana: cancellato il ‘marchio’ dei Carateddi

I riferimenti alla cosca erano chiari ed espliciti.

CATANIA – Un cappello, l’acronimo ‘crt’ in stampatello e la bandiera americana. Con questa sorta di graffito, con chiari simboli criminali, avevano deturpato la maestosa porta Garibaldi di piazza Palestro. Fortunatamente lo sfregio mafioso è durato poco. Il Comune ha fatto la sua parte – anche grazie alla segnalazione di un’associazione – restituendo bellezza ad uno dei monumenti simbolo di Catania e dando un colpo di spugna alla firma del clan Cappello-Carateddi. 

I riferimenti alla cosca erano chiari ed espliciti. Come documentato nel blitz Tricolore di due anni fa i Carateddi hanno piazzato “la bandiera americana” nella piazza di spaccio di Corso Indipendenza a San Leone per distinguere i confini da quella ‘rossonera” dei Cursoti-Milanesi. Il take-away della droga aveva come capo-piazza Christian Monaco, già condannato in primo grado e imputato per mafia nel maxi processo Camaleonte.

A Catania è una prassi ormai consolidata quella di inserire ‘marchi’ nelle varie zone della città, soprattutto tra San Cristoforo, Villaggio Sant’Agata, San Leone, Librino e San Giovanni Galermo. E alcune volte, purtroppo, si utilizzano ‘disegni’ dedicati a giovani deceduti, figli o parenti di personaggi chiaroscuri. Il volto di Eugenio Ruscica, Bananedda, figlio di Carmelo (anche lui finito nel blitz Tricolore, migrato dai Cursoti MIlanesi ai Cappello-Carateddi) morto in un tragico incidente stradale, è ben visibile vicino Corso Indipendenza, proprio dove sorge(va) la piazza di spaccio. Ad Enzo Valenti, ammazzato diversi anni fa proprio in piazza Palestro, sono dedicati addirittura due murales, uno dei quali trasformatosi nel set di un video clip neomelocico. Due precisi angoli (uno al Villaggio Sant’Agata) dove giovanissime teste calde hanno deciso di imitare i boss della mala.

Con quella scritta – forse – i Cappello-Bonaccorsi avrebbero voluto mettere una sorta di “marchio” al Fortino. Anche perchè piazza Palestro dista poche centinaia di metri da via Giuseppe Poulet, a Catania conosciuto come u passareddu, roccaforte dei Carateddi, frangia militare del clan. Questa città però non accetta ‘marchi mafiosi’. Di alcun tipo. Il lavoro di pulizia è un messaggio – seppur simbolico – rispedito al mittente. 

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI