Covid: in Sicilia un'estate più serena? "Sì, ma dipende da noi"

Covid: in Sicilia un’estate più serena? “Sì, ma dipende da noi”

Cosa dobbiamo tenere presente per tornare alla normalità.
PARLANO I MEDICI
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La famosa e invocata normalità, il traguardo alla fine della strada del Covid, non è più una chimera, ma una opportunità concreta. E dipende da noi. Se ci vaccineremo in tanti, se ci comporteremo con prudenza e se avremo un po’ di fortuna – che non guasta mai – da giugno potremo mettere le premesse per un graduale ritorno alla vita che tanto ci manca.

“In Sicilia il contenimento sta funzionando – dice il dottore Massimo Farinella, primario del reparto di Infettivologia del ‘Cervello’ e componente del Comitato tecnico scientifico regionale -. L’affluenza per il vaccino è un ottimo auspicio. Andiamo verso un minimo di miglioramento epidemiologico, certo c’è l’incognita delle riaperture previste a livello nazionale”. E il dottore inanella una serie di ‘se’. “Se implementiamo le somministrazioni, se ci saranno atteggiamenti responsabili diffusi, se la socialità verrà vissuta con attenzione, allora a giugno potremo avere una condizione che definirei di ‘seminormalità’, con le dovute cautele che ci accompagneranno per tutto il 2021. Giusto essere fiduciosi, tenendo presente che ci sono delle condizioni che vanno rispettate”.

“Stiamo prendendo un buon ritmo con i vaccini – dice il dottore Massimo Geraci, primario del pronto soccorso dell’ospedale Civico – e le premesse per un graduale recupero ci sono, ma io resto preoccupato. A Palermo, in zona rossa, non possiamo non vedere quello che stiamo vedendo: ovvero situazioni di massima imprudenza. Dobbiamo stare più attenti, altrimenti, con le riaperture, rischieremo grosso. Direi che andrà bene se succederà quello che al momento non sta succedendo. Saremo più protetti del vaccino, via via che le dosi verranno distribuite, ma il virus circola e circolerà di più con gli allentamenti”.

Non resta altro che affidarsi alla miscela di responsabilità e vaccini, a sentire i due medici. E come dargli torto? Gli spiragli si annotano. Basta citare un dispaccio delle sei e mezza del pomeriggio di ieri: “Sono già 25 mila le dosi di AstraZeneca somministrate in Sicilia negli ultimi tre giorni. L’accelerazione della campagna di vaccinazione è frutto dell’iniziativa ‘Open weekend’ voluta dal governo Musumeci, con la quale è stata data la possibilità agli ultra sessantenni di potersi immunizzare, con il siero anglo-svedese prodotto a Oxford, anche senza prenotazione.
Un’impennata che ha portato l’Isola dallo scorso 27 dicembre a oltre un milione e centomila dosi già iniettate. Il dato dei 25 mila cittadini vaccinati con AstraZeneca, dal primo giorno (venerdì) dell’iniziativa della Regione Siciliana, è ovviamente provvisorio, visto che alcuni Centri saranno aperti fino alle 22 di stasera. Da venerdì scorso, complessivamente, nei 66 Hub e Centri delle nove province dell’Isola sono state iniettate oltre 71mila dosi dei tre vaccini a disposizione. ‘Sono soddisfatto – evidenzia il presidente della Regione Nello Musumeci, che nel pomeriggio ha visitato l’Hub di Catania – della massiccia adesione alla nostra iniziativa. Valuteremo se riproporla nel prossimo fine settimana. I cittadini hanno superato le iniziali diffidenze sul vaccino e così tutti corriamo verso la tanto attesa immunizzazione. La Sicilia ha bisogno di tornare ad aprire'”.

Tutti abbiamo bisogno di tornare a respirare. Sarà possibile soltanto se ognuno farà la sua parte. Lo psichiatra Daniele La Barbera, sui social, sul punto ha scritto una lunga riflessione di cui citiamo un estratto: “La somma di tutti questi minuscoli e apparentemente innocenti piccoli atti di trasgressione, ha voluto dire la condizione per niente facile e per certi aspetti drammatica nella quale ci troviamo adesso. Ha voluto dire contagiare parenti anziani e non, ha voluto dire esporsi in prima persone a rischi elevatissimi o spedire qualcun altro in terapia intensiva. Ci si stanca dopo più di un anno di questo scombussolamento generale delle vite di tutti, si diventa insofferenti nei confronti delle regole, si comincia a fare dannosamente l’abitudine al pericolo e al rischio, si abbassano le difese nei confronti del virus”. Un monito da tenere presente.


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