Sit-in di protesta dei ristoratori siciliani nei luoghi di "Montalbano" - Live Sicilia

Sit-in di protesta dei ristoratori siciliani nei luoghi di “Montalbano”

L'appuntamento è per venerdì 23 aprile.

SANTA CROCE CAMERINA – I ristoratori siciliani tornano in piazza per “chiedere al governo un intervento forte che ci consenta di riprendere il lavoro in serenità”. La location scelta dal movimento CoRiSicilia per un falshmob che si terrà dalle 10 del prossimo 23 aprile è Punta Secca di Santa Croce Camerina, nel Ragusano, nelle piazze Faro e Torre, accanto alla villetta che, nella serie di Raiuno, è l’abitazione de ‘Il commissario Montalbano’.

“Comparto al collasso”

Alla manifestazione sono stati invitati “anche i sindaci ed i parlamentari regionali e nazionali” perché, spiegano i promotori, “abbiamo bisogno della loro voce e del loro sostegno”. “Non possiamo fermarci – spiega il presidente Raffaele Fiaccavento – il comparto è al collasso. Il governo parla di riaperture, ma a quali condizioni? Appena riapriremo i nostri locali avremo le tasse da pagare, i contributi previdenziali, i tributi comunali e statali. Dovremo pagare gli affitti e chi non l’ha fatto in questi mesi rischia lo sfratto. Pare che il governo non voglia più prolungare la moratoria sui mutui. Per riprendere l’attività e fare gli acquisti servono soldi e noi non li abbiamo: in 14 mesi di stop abbiamo dato fondo alle nostre risorse”.

“Luoghi fortemente simbolici”

“Abbiamo scelto i luoghi di Montalbano perché hanno un forte contenuto simbolico – aggiunge Giuseppe Fiaccavento, responsabile dei ristoratori di Santa Croce Camerina – creeremo tante postazioni simboliche, ‘allegoria’ di quel lavoro che era il nostro fino a 14 mesi e che ora non abbiamo più. Concluderemo in modo forte, consegnando simbolicamente le nostre Partite Iva: lo faremo sul terrazzo della casa di Montalbano, luogo simbolo della cultura e del turismo di questa zona della Sicilia. E non ci fermiamo: vogliamo incontrare a Palermo il presidente della Regione, Nello Musumeci. Chiediamo che il governo dell’isola si faccia carico delle difficoltà atroci di un settore che è trainante per l’economia della Sicilia e che, in questa crisi, sta pagando un prezzo più altro degli altri”. (ANSA).


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