Vaccinatore sì o no? Ecco chi ha risposto (e come) a Messina - Live Sicilia

Vaccinatore sì o no? Ecco chi ha risposto (e come) a Messina

Ecco chi ha risposto all'appello: i numeri.

Il problema non è mai stato chi dovesse cimentarsi nella pratica della vaccinazione anti Covid – 19 quanto il volume dei sieri da immettere sul mercato e i loro contratti da disciplinare. Eppure i vaccini continuano a mancare e il Johnson&Johnson monodose è stato sbloccato,solo ieri, dall’ok di Ema e Aifa ma potrà essere somministrato “preferenzialmente” sopra ai 60 anni, in analogia ad AstraZeneca. Nel frattempo, la sfilza degli operatori sanitari che vengono ingaggiati come “vaccinatori” si impenna di giorno in giorno su base volontaria. In tutta Italia, dallo scorso 16 aprile, 200mila federati fra tecnici radiologi, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, biologi in numero di 50mila e persino un plotone di 20mila ostetriche andranno a irrobustire le intese già instaurate con i medici di Medicina Generale autonomi e in pensione, odontoiatri, pediatri di libera scelta, specializzandi e, in seconda battuta, con farmacisti e infermieri. La discrezionalità sul meccanismo di avvio che demanda i criteri a livello regionale e territoriale sta catturando, in termini di chiarezza, un risultato a macchia di leopardo.

I numeri

Ma qual è il dato reale nella Regione Siciliana, a Messina e altre “colleghe metropolitane”? Nella Città dello Stretto, 160 ambulatori di medici di famiglia hanno aderito alla campagna vaccinale per poter operare con i sieri in studio, 117 medici hanno scelto di vaccinare negli Hub perché hanno dichiarato di voler prestare servizio negli Hub, comprese nelle unità mobili, 150 unità della Guardia Medica, 18 medici del 118 ed uno del territorio. I primi avrebbero dovuto aprire le danze lo scorso mercoledì nel primo turno ma, di fatto, l’organizzazione sarà perfezionata oggi per il ritiro dei vaccini da parte dei professionisti che impiegheranno il Moderna per non più di venti al giorno. Fino a circa 10 giorni fa, a mancare erano le credenziali dell’anagrafe vaccinale. I medici di base che lavorano dagli hub hanno esordito lo scorso venerdì con il weekend dell’Open Day AstraZeneca, che è stato un flop per la risposta dei Messinesi, a a paragone di Palermo e Catania. La direzione dell’Azienda Sanitaria di Messina ha emanato una delibera di attivazione lo scorso 11 aprile per gli specialisti in convenzione ma non è stato concluso l’iter di coinvolgimento dei dentisti per competenze e metodi logistici.

«I dentisti non si sono potuti ancora aggregare ma hanno inviato l’elenco dei richiedenti volontari vaccinatori che, in città, sono 64 (di cui 53 odontoiatri puri)» – spiega il Coordinatore interregionale delle Cao (Commissioni Albo Odontoiatri) e Pres. Cao Messina, Giuseppe Renzo -. Non mi risulta grande partecipazione della componente odontoiatrica né a Catania né a Palermo». Fermi anche gli infermieri che, oltre ad aver realizzato un accordo successivo, hanno un rapporto di lavoro esclusivo, all’interno dell’ospedale. «Gli infermieri liberi non esistono – come riferisce il Presidente dell’Ordine degli Infermieri di Messina, Antonio Trino -. Ci voleva una adesione spontanea. C’è stato un bando interno all’Asp, per cui il ruolo del nostro Ordine diventa marginale. Dialoghiamo ottimamente con il CommissarioCovid Firenze e, dopo una manifestazione d’interesse per gli infermieri, una sessantina/settantina di loro, appena laureati, verrebbe assuntacon partita Iva».

I dentisti

Per quanto riguarda il settore farmacie, l’aspetto più ambiguo e delicato è dato dall’area in cui esercitare la vaccinazione e l’assunzione di responsabilità dei titolari e collaboratori attraverso tre enti: Asp, Ordine di appartenenza e Federfarma. A Messina e provincia, la preparazione in “full immersion e last minute” programmata dall’Iss è stata intrapresa da alcune attività ma le posizioni sono opposte persino tra Ordine e Associazione di categoria. Secondo il presidente di Federfarma Messina e vice regionale Giovanni Crimi, ben 121 farmacie tra piccoli comuni ed isole hanno aderito alla campagna vaccinale, di cui 36 in città con disponibilità ad essere abilitate, su circa 800 in Sicilia e 11mila in tutta Italia ma rileva: «Dobbiamo chiedere un incontro con il Sindaco De Luca per poter utilizzare spazi esterni, per collocare strutture quali gazebi in zone limitrofe all’attività commerciale e rimboccarci le maniche. Ogni posto ha la sua realtà, dove il distanziamento invece è indispensabile».

Il vaccino Moderna

Da buon ex ufficiale sanitario, Crimi evidenzia che la categoria sarà pronta a fine mese, con circa 10-20 operazioni legate ai vaccini che richiedono circa mezz’ora a testa e necessitano di più personale, rispetto a quello di cui la farmacia è dotata. «Quando la patria chiama, noi rispondiamo – dice -. L’unica arma in guerra è il vaccino. Potremmo utilizzare anche il Moderna che può arrivare a un massimo di 28 giorni dopo scongelamento nel frigo della farmacia, probabilmente ci riforniranno del Johnson&Johnson che viene conservato direttamente nel frigo tra i 4 e gli 8 gradi. Lo scorsomercoledì,il Governatore Musumeci ha sottoscritto un accordo sindacale per poter eseguire tamponi. Qualunque titolare vorrà, si farà dare accesso alla piattaforma regionale per screening, valida anche per le Usca; per i vaccini si adopera la piattaforma di Poste Italiane ed è efficace il Decreto Legge».

L’ordine dei farmacisti

Di contro, il Presidente dell’Ordine Farmacisti di Messina Sergio Papisca ha una visione quasi anticonformista: «All’Ordine non è pervenuta alcuna richiesta formale a partecipare da parte dei nostri iscritti. Non dobbiamo dare necessariamente l’assenso per le vaccinazioni in farmacia ma, nel mio ruolo di farmacista, condivido la figura del ‘farmacista vaccinatore’ che possa svolgere la sua mansione nella sicurezza assistenziale degli Hub. Solo in questo contesto, c’è dietro una struttura rianimatrice. Noi siamo in grado di fare solo una fiala di adrenalina. Non è possibile affidarci allo scudo penale: i locali di un esercizio di farmacia non rappresentano un luogo adatto; cosa succederebbe in caso di reazione avversa? Non ci sono spazi megagalattici per poter intervenire opportunamente perché si tratta di un ambiente promiscuo. Il Codice della Strada non consentirà di sistemare ausili strutturali, lungo i marciapiedi. Il rischio è quello di far attecchire un sistema di farmacie di serie A e B. Possiamo distribuire vaccini in tutto il comprensorio, in siti quali il ‘PalaRescifina’ quando sarà operativo e poi già all’Hub Fiera e all’ex Ospedale Militare che stanno funzionando bene. Però, poi, non ci sono i vaccini. Per me è una forzatura: questa è una mossa politica». L’indennizzo di circa 6 euro a dose sarà versato, come per i medici di base, a tutte le categorie supplementari ma la Federfarma si è attivata per stipulare una convenzione che eroghi un budget aggiuntivo per l’uso del materiale di consumo nell’atto della somministrazione quali camici, guanti, mascherine, visiere e siringhe. Il presidente Papisca insiste sul malcontento relativo alle spese, ai mancati ristori e al contratto scaduto da otto anni dei non titolari. In più, c’è un abbonamento con una ditta per lo smaltimento rifiuti speciali, prelevati ogni settimana: il semestrale costa 1090 euro più Iva.

Il protocollo

Dopo un primo Protocollo siglato l’8 gennaio con l’ex assessore alla Salute Razza e gli Ordini dei Medici e Odontoiatri, alla presenza anche del presidente dell’OMCeO Messina Giacomo Caudo e dell’esponente Renzo, il pressing del funzionario Alberto Firenze ha fatto sì che il “patto regionale” avesse seguito il più velocemente possibile a fine febbraio, con una pubblicazione dell’8 marzo nella Gazzetta Ufficiale Regionale e una circolare della Regione del 22 marzo che istruisce su come il patto si deve svolgere. Subito dopo, l’accordo provinciale di attuazione conl’Asp. Condizione generale è che tutti gli Ordini professionali debbano fornire via web l’apposito modulo di adesione, dove è necessario indicare in quale centro si offre la prestazione vaccinale. Nel caso di categorie “extra cliniche”, vedi farmacisti e tutte le fasce di tecnici chiamate più recentemente, propedeutici i corsi di formazione abilitativi all’Iss. Anche questo è stato motivo di caos perché qualche specialista fa emergere: come si può concepire una preparazione tale con delle lezioni online di poche ore e quattro prove pratiche per l’inoculazione, per poi trovarsi davanti a soggetti con gravi patologie? La grossa responsabilità è propria questa: escludere le persone con fragilità al momento dell’accettazione, in sedi diverse dagli Hub o dagli studi di medici di famiglia oppure fidarsi della autocertificazione dei pazienti?I biologi di laboratori di analisi da disposizione, per esempio, possono vaccinare a seguito di una anamnesi di un medico presente, avendo anche locali più ampi mentre i farmacisti, oltre al tutoraggio del medico durante il famoso corso abilitativo per “somministrazioni sicure” con tanto di attestato finale, non avranno certamente un sostegno collaterale.


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