"Bugie per vaccinarsi in fretta": denunciati per falso e truffa - Live Sicilia

“Bugie per vaccinarsi in fretta”: denunciati per falso e truffa

I carabinieri hanno controllato gli elenchi di chi ha ricevuto la dose al Policlinico e a Villa delle Ginestre a Palermo

PALERMO – Il caso limite è quello di un funzionario pubblico che si è spacciato per dipendente dell’Università pur di vaccinarsi.

I carabinieri del Nas hanno acquisito gli elenchi di chi ha ricevuto la dose al Policlinico e a Villa delle Ginestre nei primi, e caotici, giorni della campagna di vaccinazione. Hanno spulciato i nomi uno per uno e hanno denunciato le prime quindici persone alla Procura di Palermo.

Il prossimo passaggio sarà l’incriminazione per falso e truffa aggravata. Falsa è l’autocertificazione con cui hanno dichiarato di fare parte delle categorie ritenute prioritarie.

La truffa, invece, consiste negli artifizi e nei raggiri messi in campo pur di ottenere un bene che non gli spettava. Il bene è il vaccino, che non va misurato per il suo irrilevante valore economico, bensì per l’immunità al Covid che tutti cercano e che in pochi, alla luce delle cifre, hanno finora ottenuto. Il valore si fa enorme, perché c’è in ballo la salute, a volte purtroppo anche la vita delle persone.

Per ottenere l’immunità in quindici avrebbero fatto i furbi scavalcando la fila e accorciando i tempi di attesa che per molti, anziani e fragili inclusi, restano lunghi.

Quindici i casi finora scoperti, ma i numeri sono destinati a crescere. I carabinieri del Nucleo anti sofisticazione hanno acquisito gli elenchi delle persone vaccinate in tutti i centri siciliani.

L’input è arrivato dal comando generale che ha chiesto un controllo a tappeto. Tra i furbetti ci sarebbero sindaci, amministratori locali, prelati, rappresentanti delle forze dell’ordine. In molti si sono difesi dicendo di avere ricevuto le dosi riservate a persone che non si sono presentate e altrimenti sarebbero andate perdute.

Man mano che emergono le irregolarità (finora sarebbero circa 500 i casi sospetti) viene trasmessa una nota informativa alle Procure di competenza. Così è accaduto a Corleone e prima ancora a Petralia Sottana, Polizzi Generosa (per restare in provincia di Palermo), ma anche a Gibellina in provincia di Trapani, Messina e Ragusa.

I quindici casi sono finiti sul tavolo dei pubblici ministeri del pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis che indaga sui reati contro la pubblica amministrazione. Saranno loro a formulare i capi di incolpazione provvisoria.


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