Cemento sulla Timpa, scoppia il caso: scatta verifica interna

Cemento sulla Timpa, scoppia il caso: scatta verifica interna

"Cartello con dati non veri", carte difficili da reperire e più di un permesso di costruire. Si gonfia il caso dell'edificazione di monte San Paolillo.

CATANIA – Cartello con dati non veritieri, carte difficili da reperire e più di un permesso di costruire. Si gonfia il caso Timpa di Leucatia, area verde di particolare interesse naturalistico, storico e archeologico, oggetto di costruzione. In particolare, ad avere allarmato consiglieri comunali, associazioni e società civile è l’edificio in fase di costruzione sulla cima del monte San Paolillo, in fase di realizzazione da parte di Dusty immobiliare, ma anche altro preoccupa gli esponenti del civico consesso. Che hanno chiesto conto e ragione al dirigente dell’Urbanistica, Biagio Bisignani.

L’audizione

“Non ci sono le carte”. Bisignani, stato ospite, ieri mattina, in Commissione Cultura, ha evidenziato la difficoltà nel reperire la documentazione. Interrogato dal presidente Giovanni Grasso sulle attività della Timpa, ha risposto, aprendo però scenari apparentemente inquietanti. Bisignani, in premessa, sottolinea di essere in forze al Comune dall’agosto 2016. “Abbiamo avuto diverse interruzioni di sevizio – ha esordito – e questo non ha permesso continuità lavorativa e a volte le cose sfuggono, a volte le cose non vengono controllate in maniera precisa”. Una premessa che anticipa il seguito: non ci sono tutte le carte. “Questa azione sta portando ad una verifica minuziosa di alcuni fatti – ha detto ancora Bisignani – di cui io non ero a conoscenza e che risalgono al 2007 e 2009, anni in cui vennero presentate sulla Timpa le richieste. Di questi lavori noi non avevamo una vera e propria percezione – ha ammesso specificando che “non sono concessioni edilizie ma sono dichiarazioni di inizio attività nel 2007-2009” – ha aggiunto, parlando anche del sequestro “per un procedimento penale che si è attivata: sono state sequestrate tutte le carte”.

La difficoltà di reperire gli atti

Bisignani ha anche parlato dell’attività di verifica, sollecitata dai consiglieri comunali. “Abbiano chiesto il dissequestro delle carte che sono in Procura e chiesto delle copie. Abbiamo chiesto anche le sentenze di questi procedimenti. In realtà – ha ammesso – non stiamo riuscendo a ricostruire gli eventi. Ma la potremo fare a breve”. Oggi dovrebe esserci un incontro con la sovrintendenza. “Per capire – ha continuato – se ha rilasciato i pareri favorevoli per questa attività. Vorremmo verificare se la documentazione sia equivalente a quella presentata al Comune. Stando alle carte che abbiamo, le autorizzazioni ci sono tutte“.

Dati falsi sul cartello

I dati inseriti nel cartello posizionato all’ingresso del cantiere sarebbero falsi. “Non c’è alcun provvedimento sulle carte che ho – ha proseguito. Non sono andato sul posto ma ho una foto. Ci sono scritti dei dati ma questi non corrispondono al vero perché non sono permessi di costruire. Non so chi lo abbia fatto. Noi abbiamo prorogato le die sospese dalla procura.

L’attività ispettiva interna

Il dirigente ha dunque annunciato attività ispettiva interna e non solo. “Non capisco come abbiano potuto dare assenso in presenza nei vincolo boschivo – ha evidenziato, prima di assicurare: agiremo. E verificheremo eventuali annullamenti in autotutela, ma è chiaro che tutto questo sarà possibile non appena avremo i documenti per verificare tutte le carte”.

I provvedimenti sono due

Le richieste di costruire in quell’area sarebbero due. Come ha evidenziato il consigliere del Movimento 5 Stelle, Graziano Bonaccorsi. “Ma i provvedimenti sono due – ha detto Bonaccorsi. State verificando? Anche lì sussisteranno vincoli. Su questo secondo, l’urbanistica ha contezza?”.

La richiesta di vincolo

Mentre va avanti l’attività amministrativa, le associazioni si muovono. Chiedono di tutelare l’area a verde di particolare pregio naturalistico e archeologico. Nonché storico, come sostiene Sicilia Antica che, proprio per tutelare il sito ha chiesto alla Regione siciliana e alla Sovrintendenza ai Beni culturali di apporre un nuovo vincolo all’area.

Sicilia Antica

L’associazione istante SiciliAntica, vista anche la recente approvazione della legge regionale sulla salvaguardia dei luoghi della Seconda Guerra Mondiale in Sicilia (Legge Regionale n. 12/2018), si si è data come obiettivo primario la salvaguardia delle postazioni militari che erano adibite alla difesa del territorio isolano e dei luoghi in cui si sono combattute le battaglie”.

Sono numerose le leggi a supporto della richiesta che cita l’associazione. “Considerato che sono in corso altre richieste di vincolo per manufatti simili in tutto il territorio siciliano e che sono già state vincolate altre strutture di tale genere; considerata la rilevante memoria storica legata alla II Guerra, nonché i tragici eventi occorsi in Sicilia nel 1943 ed in particolare nell’area oggetto della richiesta; considerate le non indifferenti ricadute legate alla crescita del turismo storico, nonché alla creazione di un itinerario che ricomprenda tutte le strutture similari; considerato l’elevato rischio di distruzione a seguito dei “Lavori di costruzione di alcuni edifici di proprietà della Dusty Immobiliare” e che le postazioni ricadenti all’interno dell’area di proprietà della suddetta sono state inspiegabilmente catastate come “unità collabenti”, inclusa la tomba romana, pertanto a severo rischio di demolizione”, chiedono il riconoscimento dell’interesse culturale per tutte le postazioni militari costruita dagli italiani nel 1942/43, ubicate sulla collina del Monte San Paolillo. La verifica e la dichiarazione dell’interesse culturale dei manufatti, nonché il vincolo paesaggistico e panoramico (o qualunque altro vincolo che la Amministrazione ricevente riterrà opportuno)”.


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