I numeri e le varianti: perché Palermo è 'zona rossa'

I numeri e le varianti: perché Palermo è ‘zona rossa’

I parametri che hanno consigliato la proroga.

PALERMOPrima la decisione con le parole che già, a leggerle in filigrana, raccontano tutto. Rivediamo la nota della Regione sulla zona rossa a Palermo, in un crescendo di arancione in provincia. “L’odierna relazione sanitaria dell’Asp di Palermo ha evidenziato un parziale miglioramento dell’andamento della diffusione del contagio nella Provincia palermitana, anche grazie alle misure contenitive adottate con la mia ordinanza di due settimane fa. Non si rende necessario, quindi, mantenere la zona rossa  per l’intera Provincia”. Queste le parole del presidente Musumeci.

Ma cosa dicono quei numeri dell’Asp e le conclusioni? Dicono che c’è una occupazione importante dei posti letto, soprattutto ordinari e che le varianti non lasciano tranquilli. A Palermo città ci sono stati circa seicento casi di variante prevalentemente inglese calcolati soltanto nell’ultima settimana, su un totale di 1567 nuovi positivi. La variante inglese, forse, non è più aggressiva, ma è molto più contagiosa del ceppo tradizionale. E spuntano anche altre mutazioni. Abbiamo di recente raccontato un caso sospetto al Policlinico tra la versione sudafricana, quella brasiliana e quella nigeriana del virus.

Come sappiamo la zona rossa è automaticamente legata al parametro dei 250 casi su centomila abitanti. A Palermo siamo, sempre secondo il report dell’Asp, a un indice di 242,04 per la città e di 237,85 per la città con la provincia. L’indice più alto (1211,80 su centomila abitanti) è il ‘primato’ di Baucina. Altri comuni come Camporeale, Campofelice, Ustica, Aliminusa, Scillato e Montemaggiore sono a zero.

Ecco perché, tra numeri e tendenza, si è imposta una linea il più possibile prudente. Commenta il sindaco Leoluca Orlando: “La proroga della zona rossa a Palermo fino al 28 aprile impone ulteriori sforzi e sacrifici. Ci atteniamo all’ordinanza del presidente della Regione, Nello Musumeci, basata sui dati epidemiologici e sulla difficile situazione nelle strutture ospedaliere. Faccio appello a tutti i cittadini affinché vengano rispettati i divieti per tornare prima possibile ad una vita normale – aggiunge. Allo stesso tempo torno a chiedere ciò che ho chiesto in queste settimane, e fino a ieri, al presidente Mario Draghi: servono subito rimborsi, e non ristori inadeguati, per le spese fisse a imprenditori e piccole medie imprese per evitare la distruzione irreversibile di imprese e anche per evitare che al termine della cassa integrazione migliaia di lavoratori non trovino più l’azienda nella quale erano impiegati”.


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