Lavori alla Cittadella Fieristica, stop da bombe - Live Sicilia

Lavori alla Cittadella Fieristica, stop da bombe

Ritrovati quattro ordigni della Seconda guerra mondiale

MESSINA – I lavori al cantiere dell’ex Cittadella Fieristica per edificare uno stabile multifunzionale non mancano di stupire. Il rinvenimento di quattro ordigni della II Guerra Mondiale, lo scorso 9 aprile, al di sotto dell’area dell’ex “Teatro in Fiera” ormai demolito, provoca l’attesa di un Piano di “Bonifica da Ordigni bellici” (in gergo Bob) della superficie coinvolta di 2500 metri quadrati che deve essere approvato: si parte dal preventivo da inviare lunedì prossimo ai vertici dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto che deve assegnare la prestazione. L’’urgenza della nuova e straordinaria operazione non solo ha obbligato a mettere in stand by il disegno ingegneristico per circa un mese ma ha imposto di convocare un team ad hoc di tecnici che possano monitorare l’avanzare della procedura anti – bomba. Ad essere incaricata con un appalto da 55mila euro è la “Giulio Massarotti Srl” di Caltagirone, una delle cinquanta ditte che ci sono in Italia di alta sorveglianza dei lavori: in caso di ritrovamenti ferrosi sospetti, questi specialisti guardano di cosa si tratti. Il cantiere resta “congelato” per dare il tempo alla ditta e all’Authority di fare i giusti passaggi burocratici.

Il Responsabile Unico del Procedimento della nuova costruzione e del restauro del secondo padiglione Massimiliano Maccarone, ha commissionato l’intervento alla ditta per valutare le spese e il cronoprogramma, in modo che, tra dieci – quindici giorni, si possa interloquire con il Ministero della Difesa ed autorizzare il progetto di bonifica. Successivamente, si potrà avviare la perlustrazione nell’area che è oggetto dei lavori. Dopo aver sviscerato in passato le controversie sul futuro del Waterfront corrispondente alla Fiera che, nei sogni di gloria di un’intera città, si consacra come un belvedere ininterrotto tra il viale dei traghettamenti della Caronte & Tourist fino al viale Annunziata, il tratto che comprendeva l’ex “Teatro in Fiera” ha bisogno “di maggiori cure” per non imbattersi in altri pericoli. Per tornare al giorno fatidico ma, soprattutto, per capire come si interverrà da adesso in poi, gli operai erano intenti a scavare per creare le fondazioni dell’edificio che sarà in cemento armato perché devono estrarre due metri di terreno e costruire dei pali in ghiaia perforando per 15 metri di profondità. Mentre sbancavano, le bombe sono affiorate e sono state portate via dagli artificieri della “Brigata Meccanizzata Aosta”, su mandato del Palazzo del Governo di Messina. Per la precisione, allertati tre militari del IV° Reggimento Genio Guastatori della “Brigata” in questione che hanno manovrato con estrema cautela i reperti inesplosi, di cui tre di fabbricazione italiana ed uno americano. Presenti anche due ambulanze del 118, Protezione Civile e gli agenti della Polizia di Frontiera. Non si sa se gli ordigni fossero stati riposti in quel luogo in mezzo ad altri cumuli di riempimento oppure se fossero armi di rifornimento della Batteria Masotto. Il nucleo militare si è poi recato nella cava localizzata a San Stefano Medio (zona sud del territorio) per fare brillare gli esplosivi.

Il Genio Guastatori ha il suo Quartier generale nella “Caserma Scianna” a Palermo edopera in tutta la Sicilia e parte della Calabria. I gruppi, addestrati per queste missioni, disinnescano circa 1500 ordigni l’anno, in sede di lavori edili o di alluvione o per esondazione di un fiume che li ha trasportati da una parte all’altra. In genere, recuperano gli ordigni in campagna, dove si svolgevano i bombardamenti come nella Piana di Catania o a Palermo o a Messina appunto. L’iter di chiamata, in questi frangenti, scatta mediante le Prefetture che attivano l’Esercito.

Oltre che dal Rup Maccarone che controlla l’affidamento e tutte le procedure autorizzative perché tutto sia a norma, la regolarità del progetto di bonifica viene garantita dal Coordinatore di sicurezza in fase di esecuzione l’ingegner Montesi di Roma che sovraintende anche ai rischi specifici, come quello delle bombe. Le indagini vengono articolate lavorando estemporaneamente, sulla scorta del tipo di ricerca che si presenta davanti agli occhi, prima di attuare le perforazioni per le opere di fondazione.

«Sotto la supervisione scrupolosa della ditta, il materiale dello sbancamento con le ruspe al lavoro deve essere vagliato, prima di trasferirlo nella discarica – avvisa cMaccarone -. L’esame si compieccon una sonda, come se fosse un manometro, che bisogna infiggere per 350 volte». Un’azione paziente che, una volta conclusa, dovrà poi pronunciare il “Ciak si gira” per l’elevazione del nuovo fabbricato: qui, ci saranno i servizi per la popolazione (quali organizzazione di convegni ed eventi di cultura e spettacolo) ed uffici dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, placando la disputa tra affaccio a mare libero ed affaccio a mare nascosto.

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