LCT: "Tanto lavoro da fare sulle Infrastrutture al Sud" - Live Sicilia

LCT: “Tanto lavoro da fare sulle Infrastrutture al Sud”

La società di trasporti siciliana in crescita. la ceo Cacciaguerra: "L’arretratezza delle infrastrutture costituisce un forte limite allo sviluppo del nostro territorio".
TRASPORTI
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Malgrado la crisi da Covid, la compagnia siciliana LCT S.p.a, in controtendenza rispetto ai dati occupazionali generali dell’ultimo periodo vede una crescita del 67,3% rispetto al 2017. Un dato diffuso nelle scorse settimane con un incremento non soltanto economico ma che riguarda anche il numero di assunzioni, con il passaggio da 257 a 430 dipendenti in un triennio. Anna Cacciaguerra, ceo della società di trasporti Luigi Cozza spiega le ragioni dei risultati dell’azienda a auspica uno slancio nella infrastrutturazione del Mezzogiorno.

Cos’è cambiato col covid nella vostra azienda?

“La nostra società, svolgendo l’attività di trasporti di merce su strada, non è mai rientrata fra quelle sospese dai provvedimenti emanati dal nostro Governo. Ha pertanto continuato regolarmente la propria attività e non è stata colpita dagli effetti dell’emergenza sanitaria legata al COVID, come testimoniato dai dati del bilancio 2020, che ha registrato un incremento del Valore della Produzione di quasi il 25% rispetto al 2019 e un incremento dell’EBITDA del 51,4% rispetto al 2019. Quanto sopra anche in relazione al settore di appartenenza dei clienti principali di LCT operanti prevalentemente nel food, uno dei settori che meglio ha reagito alla pandemia in corso. Sotto il profilo lavoristico, la società ha prontamente intrapreso tutte le misure volte al contenimento della diffusione del virus, con lo scopo di salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori. Non è ricorsa ad ammortizzatori sociali previsti per l’emergenza COVID. Si segnala infine che la società ha messo a disposizione gratuitamente alcuni dei propri mezzi per l’effettuazione di consegne di materiale sanitario per la Protezione Civile”.

Molte imprese del settore autotrasporti sono in crisi, qual è il segreto che ha consentito un incremento del fatturato?

“Nel corso degli ultimi anni LCT ha implementato una precisa strategia di integrazione del proprio business model con le attività di distribuzione e logistica, finalizzata a garantire al cliente un servizio completo, comprendente il trasporto, lo stoccaggio e distribuzione. Ci siamo così dedicati a fidelizzare i nostri clienti, che scelgono così LCT come partner logistico. L’incremento di fatturato è altresì ascrivibile principalmente ai seguenti fattori: acquisizione di nuovi clienti; incremento dei volumi di clienti esistenti, come detto effetto anche delle ottime performance del settore food nel corso del 2020; offerta di nuovi servizi di trasporto e logistica sulla tratta Genova-Salerno a servizio del mercato di Campania e Puglia, grazie allo sfruttamento della nuova linea marittima Genova-Salerno attivata dal Gruppo Grimaldi, nostro partner nell’intermodalità gomma-mare”.

Cosa vuol dire, per un’impresa come la vostra, confrontarsi ogni giorno con le carenze infrastrutturali della Sicilia?

“Non è semplice: l’arretratezza delle infrastrutture costituisce un forte limite allo sviluppo del nostro territorio. L’esempio della rete ferroviaria italiana, con le sue differenze tra sud e centro-nord, è illuminante: per coprire la tratta Napoli-a Milano (distanza 658 chilometri) con l’alta velocità ci vogliono quattro ore, mentre per coprire la tratta Napoli-Bari (distanza 220 chilometri) ci vogliono sempre quattro ore, con cambio di treno. In Sicilia la situazione è ancora più difficile: sulla tratta da Catania a Palermo (distanza 166 chilometri) il tempo medio di percorrenza è di quattro ore e mezza, con tratti a binario unico. Un treno merci proveniente dal nord trova una barriera a Marcianise (Caserta): la rete non regge treni da 750 metri, si scende a 450 metri, con forti ricadute sui costi, che alla fine vanno a pesare sull’utente finale. Le stesse criticità si trovano sulla sagoma delle gallerie, che limitano la misura dei convogli transitabili. Sotto Napoli, l’infrastruttura ferroviaria è dunque arretratissima. Anche i collegamenti stradali sono deficitari. Un miglioramento infrastrutturale si tradurrebbe immediatamente per il Sud in una migliore logistica, minori costi, incremento del lavoro e dunque dell’occupazione. La nostra specializzazione nel trasporto intermodale gomma-mare ci garantisce una modalità di bypassare, quantomeno in parte, l’handicap infrastrutturale del nostro territorio, con vantaggio competitivo rispetto ad altri competitors. Su questo fronte operiamo essenzialmente attraverso una consolidata partnership con la Grimaldi Lines. Impieghiamo il solo autotrasporto per le aree del sud, possiamo dire grosso modo sotto Napoli, e ovviamente in Sicilia”.

Cosa ne pensate del ponte sullo Stretto?

“Ricollegandoci al tema precedente, siamo assolutamente favorevoli ad investimenti infrastrutturali che agevolino la mobilità e la logistica da e per la nostra Regione. L’investimento nella realizzazione del ponte sullo stretto potrebbe poi comportare una importantissima ricaduta positiva sul territorio, con stimolo ad attività industriali ed incremento occupazionale in tutte le fasi di realizzazione della struttura”.

Qual è il vostro giudizio sull’operato del governo regionale ?

“Rileviamo una grande sensibilità del governo regionale ai temi dello sviluppo infrastrutturale che ci stanno tanto a cuore. Il confronto tra la Regione Sicilia e il settore industriale è sempre aperto. L’auspicio è che il nostro governo regionale possa farsi promotore a Roma di specifici provvedimenti a sostegno della nostra economia che si concretizzino in contributi e incentivi alle imprese in tema di assunzioni: quello che dobbiamo incentivare e moltiplicare al sud è il lavoro, specialmente per le nuove generazioni, che diversamente rischiamo di perdere a vantaggio del centro-nord”.

Cosa ne pensate delle risposte che hanno dato gli ultimi governi nazionali alle istanze del Meridione?

“Le carenze infrastrutturali di cui abbiamo appena parlato dimostrano che c’è tanto lavoro da fare. Ci auguriamo che testimonianze come la nostra, che dimostrano come anche in un contesto produttivo in forte difficoltà, possano emergere eccellenze, fungano da stimolo ad una rapida politica di intervento a supporto dello sviluppo del nostro territorio”.

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