Peschereccio mitragliato da motovedetta libica: un ferito - Live Sicilia

Peschereccio mitragliato da motovedetta libica: un ferito

L'imbarcazione sta ritornando in Sicilia. Musumeci: "Basta attacchi ai nostri pescatori"

PALERMO – E’ in navigazione verso le coste siciliane, il peschereccio mazarese Aliseo dove a bordo si trova ferito il comandante Giuseppe Giacalone. La presenza della Marina Militare italiana e le trattative ad alti livelli istituzionali fra l’Italia e la Libia, probabilmente, hanno scongiurato quello che sembrava l’ennesimo sequestro di un motopesca siciliano da parte delle autorità libiche.
E’ successo tutto in un pomeriggio. Momenti di estrema confusione e preoccupazione per tre pescherecci mazaresi che si trovavano in una zona definita “ad alto rischio”, vale a dire a 35 miglia a nord della costa di Al Khums. Le imbarcazioni sono entrate in contatto con una motovedetta libica dalla quale sono stati esplosi colpi di mitraglietta che avrebbero ferito, in maniera non grave, il comandante del peschereccio Aliseo, Giuseppe Giacalone.
La Marina libica ha smentito di aver sparato “contro” pescherecci italiani ma ha ammesso di avere esploso “colpi di avvertimento in aria” per fermare le imbarcazioni da pesca che, a suo dire, avevano sconfinato in acque territoriali libiche. Ma la Marina Militare italiana, intervenuta con la fregata Libeccio, ricostruendo la dinamica di quanto successo, parla proprio di colpi di avvertimento che hanno ferito, ripetiamo non in maniera grave, il comandante dell’Aliseo.
Che il peschereccio Aliseo sia stato liberato, dopo un tentativo da parte dei libici di “scortarlo” al porto di Tripoli, lo ha confermato Alessandro Giacalone, armatore del mezzo e figlio di Giuseppe, il comandante rimasto ferito lievemente. Il giovane ha avuto conferma tramite una telefonata con un cellulare satellitare ricevuta dal fratello Giacomo, attualmente a bordo dell’Anna Madre, un altro peschereccio della società, che si trovava anch’esso in battuta di pesca. La situazione, al momento, sembra sotto controllo. La nave Libeccio della marina militare italiana, che si trovava a poca distanza dai due pescherecci italiani, ha ricevuto l’autorizzazione dei libici per intervenire e soccorrere il comandante ferito al braccio e alla testa, quest’ultima provocata dalle schegge di vetro della cabina che, dopo i colpi sparati, è andato in frantumi È previsto per domani sera l’arrivo in porto a Mazara del Vallo del motopesca ‘Aliseo’. Lo conferma Alessandro Giacalone, figlio di Giuseppe, il comandante rimasto ferito per i colpi di arma da fuoco al largo della Libia. “Sono soddisfatto dell’operato del Governo, perché subito si è arrivati a una soluzione, evitando il peggio”, ha detto Alessandro Giacalone all’Ansa. “O si trova una soluzione o i nostri pescatori saranno sempre più in pericolo”. Lo dice il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, saputa la notizia degli spari da parte dei libici al motopesca Aliseo. “Per la seconda volta in una settimana sono stati indirizzati colpi di arma da fuoco contro i nostri pescherecci. Questa situazione è oramai insostenibile, bisogna assumere delle decisioni”. Proprio qualche giorno addietro i militari a bordo delle motovedette libiche hanno sparato contro il ‘Michele Giacalone’, altro peschereccio nella zona definita ad ‘alto rischio’.

Musumeci: “Basta violenza ai nostri pescatori”

«Basta! Non ne possiamo più di queste azioni di violenza delle motovedette libiche contro i nostri motopescherecci. Non è tollerabile che i pescatori siciliani debbano andare a lavorare nelle acque internazionali con l’incubo di finire arrestati, sequestrati o persino mitragliati, senza colpa alcuna. Il governo italiano apra finalmente un confronto serio e risolutivo con Tripoli. Non vorrei pensare che per Roma la legittima tutela di interessi economici con la Libia debba fare dei pescatori siciliani una sorta di carne da macello”. Così il presidente della Regione Nello Musumeci.


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