Ponti di vetro e bus elettrici: Etna, 23milioni nel cassetto - Live Sicilia

Ponti di vetro e bus elettrici: Etna, 23milioni nel cassetto

A tre anni di distanza dall'avvio del project financing per il “sistema di mobilità integrato Etna – Alcantara”, l'opera è finita nel cassetto.

CATANIA – Ponti di vetro sospesi sul fiume Alcantara, una rete di veicoli elettrici e una funivia a impatto zero per raggiungere il cratere. Ben 23milioni di euro di investimenti privati e un bando celebrato con tanto di firma della commissione. A tre anni di distanza dall’avvio del project financing per il “sistema di mobilità integrato Etna – Alcantara”, l’opera è finita nel cassetto. Un bando fantasma, sostanzialmente, e adesso gli imprenditori aggiudicatari della procedura a evidenza pubblica, sono furiosi.

La “gara”

È l’11 settembre del 2018, nel Comune di Linguaglossa si riunisce la commissione per valutare le proposte dell’avviso esplorativo di “ricerca operatori economici” per la presentazione di proposte di project financing del nuovo “sistema integrato” Etna – Alcantara.

A presiedere la commissione è l’ex procuratore di Catania Michelangelo Patanè, tra i componenti ci sono professori universitari di spessore, come Matteo Ignaccolo, Giovanni Di Rosa, Marco Platania e Giuseppe Bartorilla.

Patanè verifica con attenzione ogni cosa, poi arriva il responso: la Alcantara Mobility riesce a ottenere il doppio dei punteggi rispetto ai concorrenti.

Il progetto

Il progetto vincitore prevede la possibilità di posteggiare nei pressi delle Gole dell’Alcantara per poi risalire, con mezzi elettrici, fino al cratere attraverso il versante Nord dell’Etna. Itinerari turistici tra le aziende vitivinicole, inquinamento “zero” all’interno del Parco dell’Etna, una cabinovia. “Si tratta – spiega Cettino Bellia della Mongibello Engineering a LiveSicilia – del parco di divertimenti naturali più bello al mondo”.

Burocrazia e politica

All’improvviso, dopo il bando, il comune di Linguaglossa revoca il proprio interesse, “la palla – continua Bellia – a quel punto passa alla Regione, ma devono essersi dimenticati del project financing”. Ma la Regione può procedere come ente appaltante per una procedura iniziata da un Comune che ha rinunciato?

“Non è successo più niente – conclude Bellia – nonostante solleciti, denunce alla Procura, nessuno ha più chiamato”. E il progetto è finito nel nulla. Così, dopo un bando pubblico. L’ennesimo scandalo siciliano.


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