Orlando perde Mattina, il tecnico che sapeva fare politica

Orlando perde Mattina, il tecnico che sapeva fare politica

L'ex assessore aveva conquistato fiducia e consensi, un altro colpo per il sindaco

PALERMO – L’addio di Giuseppe Mattina è altro duro colpo per la giunta di Leoluca Orlando. Il sindaco di Palermo, che appena tre settimane fa ha sostituito due assessori per l’uscita di scena degli esponenti di Italia Viva, torna a ritoccare la sua squadra di governo sancendo l’ingresso della quarta donna, Cinzia Mantegna, che si occuperà di Attività sociali.
E per quanto l’avvicendamento in giunta stavolta nulla abbia a che fare con tensioni politiche e strappi in maggioranza, è evidente che si tratta comunque di una sostituzione che indebolisce il Professore. Giuseppe Mattina era infatti considerato uno dei punti forti della giunta di Palazzo delle Aquile: esperto in attività sociali, una laurea in teologia, un passato alla Caritas e in varie realtà del terzo settore, Mattina era visto come un tecnico di alto profilo, esponente del mondo cattolico che guarda a sinistra. Designato nel 2017, in pochi anni è riuscito in un’impresa assai complicata: farsi apprezzare in modo pressoché unanime non solo dal mondo del sociale, solitamente sul piede di guerra con il Comune per i pagamenti delle rette, ma anche dalle opposizioni, guadagnandosi la fiducia incondizionata di Orlando.

Uomo di mediazione e di ascolto, Mattina in questi anni si è ben destreggiato gestendo emergenze delicate come quelle del campo rom della Favorita o dell’accoglienza dei migranti e facendo da regista all’assistenza ai più poveri nel pieno della pandemia. Un assessore presente in città e nelle istituzioni, dal consiglio comunale alle circoscrizioni, capace di tessere intese trasversali che in questi anni hanno messo il sociale al riparo dalle polemiche politiche e attento, col reddito di cittadinanza, a non creare false aspettative di nuovo precariato.

Mattina è soprattutto un tecnico capace di fare politica: tessera del Pd in tasca, componente della segreteria provinciale dei dem, è stato uno degli artefici dell’alleanza con il Movimento cinque stelle a Termini Imerese che ha portato a una delle poche vittorie “giallorosse” nell’ultima tornata elettorale. Insomma Mattina era uno dei punti forti della giunta e la sua assenza, adesso, rappresenta una difficoltà in più per Leoluca Orlando, già alle prese con un bilancio “orfano” di 110 milioni e con un governo di minoranza, visti i numeri in consiglio comunale.

La scelta di puntare su Cinzia Mantegna, dipendente di piazza Pretoria, da un lato garantisce la continuità nella gestione del sociale non creando pericolosi vuoti nella macchina degli aiuti ai più bisognosi, ma dall’altro fa calare vistosamente il carattere “politico” della giunta orlandiana a cui un mediatore come Mattina avrebbe fatto più che comodo sia a Sala delle Lapidi che fuori. Un deficit che adesso il Professore sarà chiamato a colmare in prima persona proprio all’ultimo giro di boa della sua permanenza a Palazzo delle Aquile, in quest’ultimo anno che Orlando dovrà utilizzare per far dimenticare quelle piccole e grandi emergenze (dai rifiuti ai cimiteri) che rischiano di offuscarne l’eredità.

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