PALERMO – “Ero a Castelvetrano e ho le prove”, aveva detto Matteo Ameduri nel corso di un drammatico interrogatorio. Ora il giudice per le indagini preliminari Marco Gaeta ha archiviato la sua posizione nell’inchiesta sulla rissa di Mondello culminata nel tentato omicidio di due ragazzi di 17 anni.
L’avvocato Roberto Mangano aveva recuperato le fotografie che ritraevano il diciottenne a Castelvetrano nel giorno della rissa e il Gip aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari con il parere favorevole della Procura.
Gli investigatori si erano basati sul riconoscimento fotografico eseguito mostrando degli scatti ad alcuni ragazzi presenti alla rissa del 6 giugno scorso. L’avvocato Mangano ha consegnato al giudice una serie di selfie che il giovane si era scattato con parenti e amici negli stessi orari del fattaccio di Mondello mentre si trovava a casa a Castelvetrano. I poliziotti hanno trovato traccia delle foto nel cellulare di Ameduri che è stato sequestrato. In più l’avvocato ha raccolto la testimonianza di tutte le persone che si trovavano con il giovane a Castelvetrano.
Gli indagati restano quattro: Gabriele Filippone, Ivan Viola e due minorenni C.D.P. e C.B. residente allo Zen. Sono accusati di tentato omicidio in concorso.
I due diciassettenni obiettivo del raid erano stati feriti con diverse coltellate. Uno di loro in modo molto grave ai polmoni. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti l’aggressione sarebbe stato l’epilogo di una discussione per futili motivi tra due comitive di ragazzi scoppiata nella zona pedonale “Colapesce”, poi proseguita davanti ad uno stabilimento di Piazza Valdesi.
Le due vittime per cercare protezione si erano spostate davanti a una gelateria. Nonostante la presenza di tantissimi giovani i quattro, spalleggiati da altri giovani, avrebbero picchiato selvaggiamente e accoltellato i due ragazzi.
