"Il reggiseno come mascherina", un anno di Covid

“Il reggiseno come mascherina”, un anno di Covid

Una mostra di Igor Petyx, alla Fiera, ripercorre un anno di pandemia.

PALERMO- Igor, come hai passato quest’anno di pandemia? “Cu motorino…”. Igor Petyx è fatto così. Ha bisogno di metterci sempre una battuta, un motto salace, qualcosa che alleggerisca, proteggendo gli occhi del suo cuore. Sono le accortezze della sensibilità. Igor, col motorino, c’è andato davvero in giro, in quest’anno terribile, per raccontare la pandemia. E adesso le sue foto diventano una mostra che sarà inaugurata lunedì, nell’hub vaccinale della Fiera.

“L’esposizione è realizzata dalla struttura commissariale e promossa da MSC Crociere – si legge in una nota -. Gli scatti saranno visibili esclusivamente agli utenti in arrivo alla Fiera del Mediterraneo per vaccinarsi”. “Le immagini di Petyx ripercorrono un anno in cui ognuno di noi ha dovuto attingere a eccezionali riserve di forza d’animo: probabilmente non pensavamo neppure di averle – dichiara il commissario Covid di Palermo e provincia, Renato Costa -. Abbiamo voluto questa esposizione permanente sulle pareti della Fiera del Mediterraneo per ricordarci dell’umana capacità di resistere alle difficoltà. Abbiamo immaginato, reagito, costruito”. Non a caso il titolo è: ‘Risorgiamo Italia’.

E dunque Igor Petyx ha viaggiato su due ruote. E racconta le immagini che ha raccolto: “Mi sono subito reso conto che si trattava di storia, non semplicemente di cronaca. Ricordo l’inizio e come è maturato tutto, dalla psicosi sui ristoranti cinesi, fino a quando il fenomeno è diventato una pandemia mondiale. E poi i turisti bergamaschi positivi a Palermo… Le emozioni sono state tante, a cominciare dalla paura. Ricordo la prima ambulanza sanificata, la faccia di un uomo sotto il casco a ossigeno, vigile e spaventato. Poi, il lockdown. E lì ho sentito la responsabilità sempre di più. Ero lo sguardo di chi non poteva uscire. Ricordo gli ospedali, i medici sotto stress. E dobbiamo stare attenti, perché questa non è soltanto una memoria”.

E pagine piene di visi. Chi sta bene, chi sta male. Il timore nei supermercati. “Giravo in continuazione, senza nemmeno la possibilità di fermarmi al bar per un caffè, per fare la pipì. E in certi momenti il sentimento dell’insicurezza mi ha fatto tremare il cuore. Non dimenticherò mai una signora che incontravo sempre dalle parti del Teatro Massimo con una coppa del reggiseno davanti alla bocca perché mancavano le mascherine”.

Questa corsa in motorino è diventata una raccolta che verrà ospitata nella pancia della Fiera. Le persone che si vaccinano potranno vedere che cosa stiamo vivendo in prospettiva, come quando guardi dentro un pozzo e ti gira la testa. Sì, perché adesso c’è il vaccino, si come narra nella foto che pubblichiamo e che appartiene a quel lavoro. La via di fuga che ci aiuterà a scappare dal dolore. Veloci, come sul motorino di Igor.


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