Stangata Tari, Iv contro Orlando: "Vuole solo aumentare le tasse" - Live Sicilia

Stangata Tari, Iv contro Orlando: “Vuole solo aumentare le tasse”

Il sindaco scrive al consiglio per il Pef che vale 9 milioni in più all'anno

PALERMO – L’aumento della Tari riaccende lo scontro al comune di Palermo. E’ bastato che il sindaco Leoluca Orlando scrivesse al consiglio comunale sollecitando l’approvazione di alcune delibere, tra cui il Piano economico e finanziario 2020 che significa nove milioni di euro in più da calare al prossimo saldo di dicembre, per provocare una levata di scudi a Sala delle Lapidi.


Il tema è scottante ed è uno dei più spinosi di questo ultimo anno di sindacatura: gli extracosti registrati lo scorso anno per la chiusura di Bellolampo valgono nove milioni di euro l’anno per il 2021, il 2022 e il 2023, in virtù di una norma nazionale che ha consentito di spalmare sul triennio i maggiori oneri. Il problema è che a pagare saranno sempre i palermitani: nonostante annunci e solenni promesse, infatti, il Comune non è riuscito a tagliare i costi della Rap, né a ottenere aiuti dalla Regione o dallo Stato. Il risultato è che i nove milioni in più andranno a incidere sul prossimo saldo previsto per fine anno, visto che ormai l’acconto è in riscossione.


Il sindaco oggi ha scritto al presidente del consiglio, Totò Orlando, per chiedere che l’Aula voti alcuni provvedimenti: il regolamento dei beni confiscati, il piano triennale delle opere pubbliche 2020, il consolidato 2020 e per l’appunto il Pef 2020. Il Professore, dopo la rottura con Italia Viva, ha perso la maggioranza e con appena una dozzina di voti su 40 non può far passare più niente senza un accordo d’Aula: il centrodestra ha risposto picche all’invito di siglare un patto di fine mandato e anche renziani ed ex grillini hanno fatto altrettanto. Orlando ha provato così a motivare le richieste: il piano triennale per evitare “il rischio di revoca” degli investimenti del tram, il consolidato “per le stabilizzazioni e aumento orario dei dipendenti comunali” e il Pef per “erogare extracosti a Rap, condizione per la promessa stabilità finanziaria dell’azienda”. Perché senza l’aumento i costi si scaricheranno sulla Rap, mettendone a rischio gli equilibri, anche se a essere in bilico potrebbe essere la stessa amministrazione.


I partiti da mesi vanno ripetendo che non voteranno alcun aumento, Bellolampo è quasi satura e sono già rispuntati i cumuli di rifiuti per le strade col rischio che a luglio si arrivi a una nuova emergenza. “Il sindaco Orlando vuole l’aumento della Tari a Palermo e Italia Viva, coerente con le proprie posizioni, dirà no opponendosi in tutti i modi all’innalzamento delle tasse – attacca il capogruppo renziano Dario Chinnici – Con la sua lettera al consiglio comunale, Orlando ha finalmente gettato la maschera: la rottura del patto di maggioranza e gli attacchi al nostro partito non erano dovuti a presunte alleanze con la Lega, che Italia Viva non ha mai cercato e invece il sindaco ha provato a fare sottobanco, ma alla nostra ferma opposizione all’aumento della Tari, utile solo a coprire i fallimenti di questa amministrazione che, dopo aver cacciato Peppe Norata dalla Rap per le sue legittime critiche alla Regione, adesso si trova con un’emergenza rifiuti alle porte. Orlando pensi a risolvere i tanti problemi della città, invece di aumentare le tasse”. “Chiedere un aumento della tassa dei rifiuti ai palermitani, in un momento tanto delicato dove dalla giunta non c’e’ rispetto e nessuna attenzione verso la citta’, e’ veramente assurdo. Pensare di ripianare il passivo con l’aumento delle imposte conferma l’ inadeguatezza del Sindaco Orlando che continua a scaricare sulla cittadinanza e sulle imprese le responsabilita’ fallimentari delle sue decisioni politiche”. Lo afferma Francesco Scoma, parlamentare nazionale di Italia Viva.

“Un aumento della Tari è improponibile, specie alla luce del servizio reso ai palermitani – dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – Pertanto siamo fermamente contrari. Vediamo invece con favore l’idea di approvare, già, questa settimana, il regolamento sui beni confiscati: sarebbe un bel segnale proprio in vista del 23 maggio in cui ricorderemo il sacrificio di Falcone, della moglie e della scorta”.


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