Zona gialla, la ristorazione riparte ma c'è chi manca all'appello - Live Sicilia

Zona gialla, la ristorazione riparte ma c’è chi manca all’appello

Di Dio: "Molti esercenti sono allo stremo, mentre altri non hanno retto e non sono riusciti a riaprire".

Palermo si è svegliata in zona gialla. La Sicilia è a “rischio basso” con un Rt sotto quota 1. L’andamento della curva epidemiologica del contagio da Coronavirus ha determinato il passaggio dell’Isola da una fascia di rischio all’altra.
Entusiasmo, attesa ma soprattutto la speranza di ritornare a una normalità tanto desiderata. Il cambio di colore vuol dire molto per gli esercenti che sono stati costretti a chiudere le loro attività per rispettare le restrizioni.

“Tutto pieno”

Ora si può tornare a consumare un caffè seduti al bar, gustare una pizza, prendere un aperitivo nei pub, pranzare e cenare nei ristoranti ma con l’unica condizione: il servizio al tavolo deve essere all’aperto. È una nota dolente, soprattutto per chi non dispone dello spazio. “Tutto pieno. La risposta è stata immediata – commenta Sergio Mannino, titolare del Pub & Narghilè Sabir – evidentemente il lavoro fatto non è stato dimenticato dai clienti. Le difficoltà non sono poche perché abbiamo solamente venti posti a sedere fuori, contro i sessanta al chiuso”. “Non riusciamo a smettere di dire finalmente – dice Maurizio Bellavista, titolare dell’osteria Locale – non vedevamo l’ora di riaprire. È vero che la pandemia ha colpito tutti, ma noi non riuscivamo più a sopportare il colpo, i costi erano diventati pesanti. Oggi a pranzo abbiamo avuto una buona adesione e per cena abbiamo tutto prenotato. Anche per la settimana sono arrivate delle prenotazioni, si registra un buon trend e speriamo nel boom del week end”. “Felici come se fosse la prima apertura – dice Francesco Riina, proprietario di Funnaco Pizzalab – mi auguro che si torni alla normalità. Abbiamo riaperto ma con dei limiti che ci vincolano. Abbiamo venticinque posti fuori, mentre all’interno sono novanta. La differenza è sostanziale, considerando che non possiamo neanche fare il secondo giro, a causa della chiusura alle 22”.

I titolari del “Locale”

“Voglia di ripartire”

“Ripartenza, rinascita e rimodulazione di tutte le normative alle quali dobbiamo adeguarci e che speriamo possano essere tolte il prima possibile”. È l’augurio che Antonio Cottone presidente Fipe di Confcommercio Palermo rivolge a tutta la categoria. “Come un’Araba Fenice che risorge – commenta – c’è tanta voglia di ripartire e lo vediamo dalle prenotazioni dei clienti, mi dispiace soltanto per il tempo perso per risolvere tante cose a livello organizzativo. Speriamo che il piano vaccini sia incrementato e si possa raggiungere presto l’immunità di gregge”. Ma nonostante l’adrenalina non manca così come la resilienza, alleata di questo lungo periodo, c’è dell’amaro nelle parole del presidente. E riguarda le norme adottate in quest’ultimo provvedimento e che definisce  “ingiuste e penalizzanti nei confronti di chi non ha spazi all’aperto”. “Chi ha scritto queste limitazioni evidentemente non conosce le dinamiche delle attività e speriamo siano tolte quanto prima. I ristoratori e i titolari dei locali già dall’anno scorso hanno adottato le misure di sicurezza richieste per accogliere i clienti in luoghi sicuri”.

Confcommercio: “Entusiasmo commovente”

“Come tante formiche operose e con un entusiasmo commovente hanno preparato l’attività per la ripartenza”. È il commento del presidente di Confcommercio Patrizia Di Dio che nel frattempo si augura anche che non si tratti di una falsa partenza. “Sarà sicuramente in salita – aggiunge – molti esercenti sono allo stremo, mentre altri non hanno retto e non sono riusciti a riaprire”. Per la presidente è chiaro che ognuno debba fare la propria parte: “Nessuno si salva da solo. Occorre un atteggiamento di responsabilità da parte di tutti. Scegliamo i negozi sotto casa, non acquistiamo nelle piattaforme internazionali e se proprio dobbiamo acquistare, online scegliamo le aziende italiane, siciliane, palermitane. Mangiamo prodotti a km 0, andiamo a recuperare una parte della socialità perduta, ma con sicurezza, evitando situazioni fuori controllo”. Mentre continua la corsa alle vaccinazioni, occorre fronteggiare la pandemia economica e trovare soluzioni per sostenere le imprese. Il dilagare dell’epidemia di Covid-19 e i provvedimenti di contenimento hanno determinato un impatto profondo sul tessuto economico. “Dobbiamo aiutare un’economia ferita – prosegue Di Dio – il calo dei consumi interessa tutti i settori ma stiamo affrontando con fiducia il momento. Dobbiamo continuare a sostenere i commercianti – termina – i nostri comportamenti possono facilitare la ripresa”.

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