Lottizzazione abusiva in via Miseno, tutto prescritto: confisca revocata

Lottizzazione abusiva in via Miseno, tutto prescritto: confisca revocata

La Corte di appello azzera il verdetto di primo grado

PALERMO – La prescrizione cancella il verdetto che in primo grado era stato durissimo. Cadono le condanne e vengono revocate sia la confisca delle ville di via Miseno, a Mondello, sia la provvisionale da mezzo milione di euro in favore del Comune di Palermo che si era costituita parte civile.

La Corte di appello dichiara il non luogo a procedere e azzera la sentenza con cui erano stata inflitte le seguenti pene a funzionari comunali, progettisti, costruttori e proprietari degli immobili: tre anni ciascuno di carcere per Giuseppe Orantelli, Salvatore Lupo e Lucietta Accordino (funzionari e dirigente comunali); due anni ciascuno e 80 mila euro di ammenda per Paride Tagliareni e Giuseppe Tagliareni (costruttore e progettista), Santo Di Gati, Giuseppe Monteleone, Mario Li Castri (entrambi funzionari comunali poi finito sotto accusa per corruzione in un’altra inchiesta); un anno e otto mesi e 60 mila euro di multa per Loredana Velardi e Paola Avellone; un anno e tre mesi ciascuno e 50 mila euro di multa per i proprietari di casa Salvatore Di Piazza, Concetta Ravalli, Francesca Vullo, Graziano Magnanini, Maria Concetta Fontana, Cristina Magnanini, Morena e Armida Perna, Angela Corso, Cristiana Fabozzi, Maria Vittoria Marazzitti.

Gli imputati erano difesi tra gli altri dagli avvocati Claudio Gallina Montana, Marcello Montalbano, Andrea Bellafiore, Nino e Marco Zanghì e Calogero Vella.

Secondo l’accusa, per costruire le dodici ville si sarebbe dovuta seguire la procedura del piano particolareggiato che, a garanzia dei vincoli paesaggistici, prevede un passaggio in Consiglio comunale. Ed invece, per snellire le pratiche, sarebbe stato sfruttato un atto interno firmato poche settimane della richiesta di concessione edilizia e ratificato dal Consiglio comunale.

Il collegio di appello ora ha stabilito il non luogo a procedere. Gli abusi edilizi sono stati dichiarati prescritti a partire dal 2013. Ciò significa che non si sarebbe neppure dovuto celebrare il processo, visto che il decreto che dispose il giudizio era del 2015.

Diverso è il caso delle contestazioni mosse ai funzionari comunali. La prescrizione è scattata durante il processo di appello. Ciò significa che restano valide le statuizioni civili, il pagamento delle spese legali e il risarcimento dei danni.

Il collegio presieduto da Adriana Piras (a latere Mario Conte e Samuele Corso) ha disposto la trasmissione della sentenza al Comune di Palermo “per quanto di eventuale competenza in ordine all’adozione dei provvedimenti sanzionatori previsti dall’articolo 30 commi 7 e 8 Dpr 380/2001”. Ciò significa che il Comune potrebbe acquisire al proprio patrimonio gli immobili e persino demolirli.

“La prima sezione penale della Corte di Appello ha stabilito che l’intera vicenda relativa alle costruzione delle villette di via Miseno era prescritta circa 3 anni prima dell’inizio del processo di primo grado ed ha pertanto dichiarato l’intervenuta prescrizione del reato decorrente dall’8 aprile 2009 – spiegano gli avvocati Marcello Montalbano per Li Castri e Andrea Bellafiore per Avellone Paola -. Conseguentemente, anche alla luce di recenti sentenze della Corte di Cassazione, ha revocato la confisca delle abitazioni e le altre statuizioni civili, compresa la provvisionale di 500.000 euro riconosciuta in primo grado al Comune di Palermo. Attendiamo, naturalmente, le motivazioni per una più approfondita valutazione della pronuncia che comunque, ad oggi, vede i nostri assistiti esenti da ogni conseguenza penale”.

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