Gli occhi felici (e vaccinati) dello Zen

Gli occhi felici (e vaccinati) dello Zen: “Basta diffidenza”

Con i vaccini si raggiuge una parte di città solitamente irraggiungibile.

PALERMOCosa dicono gli occhi dei palermitani dello Zen, dopo una seconda giornata di vaccinazioni a domicilio al laboratorio ‘Zen Insieme’? Due cose molto semplici e perfettamente intellegibili. La felicità di un sorso di protezione ricevuto e la gioia di fare parte, finalmente, della città.

La cronaca racconta che i medici dell’iniziativa ‘Accanto agli ultimi’, un’idea del commissario Costa, sposata dal presidente Musumeci, per non lasciare nessuno indietro, sono tornati lì dove erano già stati, per un replay. Sessantatré persone hanno ricevuto la loro dose, dall’inizio della campagna sono, in tutta la città, 340.

Ecco perché, quegli occhi (qui una foto tratta dalla pagina Facebook dell’Ufficio del commissario per l’emergenza) narrano, come è comprensibile che sia, l’approdo lieto all’immunizzazione. Essenziale ovunque e, ancora di più, in un quartiere che ha avuto molti contagi. Da qui l’attribuzione della colpa – un sussurro malevolo sul tribunale dei social – come se tutto il Covid del mondo fosse scaturito da via Girardengo e dintorni. Il chiaro sintomo del riflesso coloniale di un centro che pensa alle sue periferie, talvolta, come un ‘contagio’, pure in tempi di pace.

Una storia di separazione pluriennale che la scuola, la gente di buona volontà, le associazioni e il volontariato e l’assessorato alle Attività Sociali, con Giuseppe Mattina, hanno tentato di invertire. Non c’è dubbio che lo Zen sia Palermo e che l’unica differenza con via Libertà risieda nel contesto, nella differenza dei servizi, nelle possibilità e nelle opportunità riservate ai ragazzi delle periferie e agli identicamente cittadini, divisi dal filo spinato del disagio. Tuttavia, quando mai bastano le semplici enunciazioni di principio?

“Il senso dell’iniziativa sta tutto nella giornata che abbiamo vissuto e nell’esplosione di richieste per il secondo turno dì vaccinazioni – dice Mariangela Di Gangi del laboratorio ‘Zen Insieme -. Portare i vaccini nei quartieri, raccontarne l’utilità e l’efficacia attraverso persone conosciute e, soprattutto, attraverso chi lo ha già fatto è il miglior modo per abbattere la diffidenza, che pure all’inizio c’è stata. Dal canto nostro, siamo felici di aver potuto dare un contributo a questa come a tutte le altre iniziative che vanno nel senso di ciò che secondo noi va costruito: sempre più servizi che vanno dai cittadini e dalle cittadine e non il contrario. Così si realizza pienamente l’inclusione, anche sanitaria. Continueremo il nostro lavoro accompagnando le persone alla prenotazione dei vaccini in Fiera”.

E proprio quegli occhi raccontano l’inversione di tendenza di una campagna – ‘Accanto agli ultimi’, nome che ha in sé la propria motivazione- che sta operando come interconnessione non soltanto sanitaria. Perché unisce pezzi di Palermo che, altrimenti, resterebbero reciprocamente alla deriva, ignoti e tra di loro irriconoscibili. Forse, quando sarà davvero passata la tempesta, dovremo riconsiderare ogni nostro rapporto con le troppe Palermo distanti e ricordarci che siamo la stessa comunità. Questo dicono, con il resto, gli occhi felici (e vaccinati) dello Zen.


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