Terme di Sciacca, la marcia arriva fino a Palazzo d’Orleans

Terme di Sciacca, la marcia arriva fino a Palazzo d’Orleans

Sit-in a Palermo per chiedere alla Regione un maggiore impegno sul tema

PALERMO – Cento chilometri, tre province e quattro giorni di cammino a piedi per avere un colloquio con Nello Musumeci: è la manifestazione che un gruppo di comitati e organizzazioni civiche di Sciacca, con in testa il sindaco della cittadina termale Francesca Valenti e il parlamentare regionale PD Michele Catanzaro, ha organizzato per chiedere al presidente della Regione un maggiore impegno sulla questione delle terme di Sciacca. Gli stabilimenti termali della città agrigentina sono chiusi dal 2015, con diversi tentativi di attirare investimenti mai andati a buon fine. Alla fine della manifestazione Valenti ha consegnato un bonsai d’ulivo destinato al presidente Musumeci, che in quel momento non era in ufficio, invitandolo a Sciacca per confrontarsi con la popolazione.

Le tappe del cammino di San Bernardo. La delegazione dei cittadini di Sciacca, tra cui il sindaco, hanno marciato per quattro giorni sulle strade interne che dalla cittadina, da anni “termale” solo per fama, portano a Palermo passando per Bisacquino e Corleone. Un cammino, sottolinea il sindaco di Sciacca Valenti, che mette alla prova dal punto di vista fisico, ma che ha regalato soddisfazioni: “Tutti i rappresentanti delle città lungo il cammino, di qualsiasi schieramento politico, ci hanno accolti e appoggiati – dice Valenti – ho sentito la forza della comunità di Sciacca che crede nel futuro con le proprie terme e vuole soluzioni e certezze, non aspettare qualcosa che si allontana”. Il finale davanti a Palazzo d’Orleans era stato deciso per chiedere un incontro a Musumeci, il quale però non si è presentato all’appuntamento. “Per questo abbiamo lasciato un bonsai d’ulivo per lui – dice ancora Valenti – e lo aspettiamo a Sciacca, per interloquire con la popolazione”.

L’idea della marcia è arrivata dopo l’ennesimo rinvio di un bando di interesse. Riunioni e tavoli tecnici sulle terme di Sciacca vanno avanti da tre anni e mezzo, tutti con un nodo corposo da sciogliere: sotto il nome “Terme di Sciacca”, infatti, va un pacchetto che comprende gli stabilimenti termali, il vicino Grand Hotel, i locali dell’ex convento San Francesco, il Grande albergo San Calogero, le piscine Molinelli, il Parco delle terme e le piscine sulfuree coperte. Un pezzo importante di economia e di paesaggio cittadino, eppure un bando di interesse nel luglio 2019 era andato deserto. Rinvio dopo rinvio, le cose sembravano essere diventate immobili, almeno secondo il sindaco di Sciacca: “Abbiamo condiviso la scelta della manifestazione d’interesse per tastare il polso del mercato – dice Valenti – abbiamo condiviso la scelta di ritardare qualche mese per la pandemia. Poi però c’è stata la vicenda INAIL, con cui la Regione ci aveva detto di avere un’interlocuzione. In un incontro con i vertici INAIL che io stessa ho avuto a Roma mi era stato manifestato l’interesse da parte dell’Istituto, eppure in seguito abbiamo appreso che la Regione aveva deciso di interrompere l’interlocuzione, senza rispondere alla nota inviata da INAIL per manifestare il proprio interesse”. Fino alla proposta, avanzata dallo stesso Musumeci, di fare un’operazione di “toeletta” alle terme, di sistemarle e renderle più vendibili sul mercato, a cui il sindaco Valenti replica: “In anni di riunioni e tavoli tecnici non è mai emerso nulla di simile. Di che fondi si parla, sulla base di quale progetto, con quali tempi e quali fondi?”

La marcia come modo per tenere viva l’attenzione, dunque. Che ha scatenato diverse polemiche politiche, e non è piaciuta a Nello Musumeci. Il presidente della Regione, in un’intervista rilasciata all’emittente televisiva saccense Radio Monte Kronio, ha definito la marcia per le terme “una speculazione politica”: “Le pare normale – ha detto Musumeci – che un parlamentare regionale e un sindaco si mettano a fare teatro? Strano, poi, il comportamento del sindaco, che parlando con noi faceva la colomba, mentre parlando con i suoi cittadini faceva la iena, il falco. Pensavamo di poter mantenere con il comune di Sciacca un rapporto improntato alla reciproca collaborazione. Non è così e faremo tutto da soli. L’unica cosa certa – ha concluso poi Musumeci – è che noi abbiamo proceduto a tappe graduali per recuperare le terme di Sciacca: ora che la conferenza delle Regioni le considera un bene nazionale diventa più facile mettere in vetrina la nostra offerta”.


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