Scotti: "La lotta alla mafia? Mi chiesero di non interferire"

Scotti: “La lotta alla mafia? Mi chiesero di non interferire”

Le parole dell'ex ministro dell'Interno
AUDIZIONE IN COMMISSIONE ARS
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PALERMO – “Dopo che Falcone venne a Roma a fare il direttore generale degli Affari penali e dopo il decreto con cui riarrestammo tutti i condannati del maxiprocesso arrivarono segnali forti, tramite i Servizi Segreti, che annunciavano una reazione violenta della mafia. Chiesi di essere convocato d’urgenza in Parlamento ma paradossalmente mi si disse che avrei dovuto chiedere scusa per avere creato tensione. Io ribadii la serietà dei segnali che avevamo ricevuto e misi comunque tutti i questori e i prefetti in massima allerta”.

Lo ha raccontato Vincenzo Scotti, ex ministro dell’Interno, alla commissione parlamentare regionale antimafia che ha aperto una inchiesta sul depistaggio delle indagini sulla strage di Via d’Amelio. “Anche parte del mondo giudiziario e investigativo reagì come se avessimo esagerato. – ha aggiunto – In sostanza a quel punto io chiesi: vogliamo conviverci con la mafia o le facciamo la guerra?” Scotti ha anche raccontato che dopo il suo passaggio al ministero degli Esteri – al suo posto al Viminale fu nominato Nicola Mancino – il suo capo di gabinetto gli disse che gli era stato chiesto di riferirgli di non interferire più in questioni legate alla mafia. Lui, però, non avrebbe chiesto da chi fosse venuto il suggerimento.
(ANSA)

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