Mondello, sì alle cabine: un quisque de populo non può fare ricorso

Mondello, sì alle cabine e no al ricorso di un quisque de populo

Inammissibile l'azione del circolo “Ancora Italia Palermo”. Il legale: "Concezione borbonica dello Stato"

PALERMO – Il ricorso è inammissibile. Cabine, lettini e ombrelloni restano sulla spiaggia di Mondello. Tutto invariato compresa l’estensione fino al 2033 della concessione alla società Immobiliare Italo-Belga.

Il Tribunale amministrativo regionale ha respinto il ricorso del circolo politico “Ancora Italia Palermo”. I giudici ritengono che si sia trattato di “un’inammissibile azione popolare volta a ottenere un controllo generalizzato sulla legittimità degli atti adottati dall’amministrazione regionale”.

Si erano costituiti in giudizio, opponendosi alla richiesta, oltre alla Italo-Belga, anche la società Mida e il sindacato dei balneari.

Il collegio (Aurora Lento, presidente estensore, Sebastiano Zafarana, consigliere Luca Girardi, referendario) nella motivazione spiega che “fatta eccezione per ipotesi specifiche in cui è ammessa l’azione popolare (ad esempio il giudizio elettorale), non è consentito adire il relativo giudice unicamente al fine di conseguire la legalità e la
legittimità dell’azione amministrativa, ove ciò non si traduca anche in uno specifico beneficio in favore di chi la propone, il quale, a sua volta, deve trovarsi in una situazione differenziata rispetto al resto della collettività e non sia un quisque de populo”.

Per potere presentare il ricorso è necessario, e non sarebbe il caso di “Ancora Italia Palermo”, che un comitato non debba essere un gruppo occasionale, ma “deve avere un collegamento stabile con il territorio di riferimento e un’azione dotata di apprezzabile consistenza”.

Solo così c’è una “effettiva attitudine a rappresentare una determinata categoria organizzata, che è l’elemento che consente di passare dagli interessi diffusi agli interessi collettivi“.

Il circolo si è presentato dando voce ai “cittadini palermitani ai quali, ogni estate, è di fatto precluso l’accesso alla libera spiaggia di Mondello o a lidi alternativi secondo la logica della libera concorrenza”.

L’avvocato Vincenzo Sparti, che ha firmato il ricorso, non ci sta: “Rispettiamo la decisione del Tar, ma, chiaramente, non siamo d’accordo perché sminuisce il valore degli individui e dei cittadini ai quali la Costituzione riconosce ruolo primario nella fisionomia dello Stato. Nel caso di specie i ricorrenti cittadini palermitani si dolevano dell’illegittima sottrazione dell’unica spiaggia pubblica e balneabile di Palermo, appunto quella di Mondello, ove gli stessi intendono andare al mare e portare i propri bambini, anche a tutela della loro salute”.

Ed ancora: “I ricorrenti non invocavano l’astratta regolarità dell’operato amministrativo, che comunque non c’è dacché l’estensione della concessione della spiaggia di Mondello fino al 2033 da parte dell’assessorato regionale del territorio viola palesemente diverse norme e sentenze dell’Unione Europea, ma reclamavano il loro interesse legittimo ad usare una spiaggia pubblica, interamente concessa da oltre settant’anni alla medesima società. La tesi secondo cui il cittadino che si oppone ai provvedimenti che concretamente lo pregiudicano sia soltanto un quisque de populo e non abbia legittmazione costituisce retaggio di una concezione borbonica dello Stato che, invece, deve essere spazzata via se si aspira ad entrare nel novero degli stati moderni, liberali e civili. Stiamo, pertanto, valutando il da fare, ma è sicuro che faremo qualcosa”.


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