Truffa all'Ue, 15 indagati: ci sono anche 4 funzionari dell'Ispettorato Agrario - Live Sicilia

Truffa all’Ue, 15 indagati: ci sono anche 4 funzionari dell’Ispettorato Agrario

L'indagine è scaturita da una relazione dell'Agea alla Procura in cui si segnalavano incongruenze in merito alle domande di accesso ai finanziamenti

RAGUSA – La guardia di finanza di Ragusa ha sequestrato beni per 2,7 milioni di euro nell’ambito di indagini su un’organizzazione che avrebbe ottenuto illecitamente finanziamenti comunitari, tra il 2013 e il 2018, per l’impianto e l’ammodernamento di strutture agricole nel Vittoriese, con nessuna opera del completamento dei lavori eseguita.

Nel fascicolo aperto dalla Procura, su indagini del nucleo Pef delle Fiamme gialle, ci sono 15 indagati. A cinque di loro sono contestati i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’UE, uso ed emissione di fatture false, bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio.

Sono un imprenditore agricolo, due sue figlie, suo genero, e un perito agrario incaricato di redigere i piani e attestare il falso avanzamento dei lavori. Tra gli altri indagati, oltre a piccoli imprenditori che si sono prestati ad agevolare le diverse fasi delle truffe scoperte, ci sono anche quattro funzionari ed un dirigente dell’Ispettorato provinciale Agrario di Ragusa, incaricati di procedere ai controlli per constatare lo stato dei lavori, in realtà non realizzati. .

L’indagine è scaturita da una relazione dell’Agea alla Procura in cui si segnalavano incongruenze in merito alle domande di accesso ai finanziamenti presentate da alcune società agricole che avevano ottenuto l’anticipo di contributi economici previsti dal ‘Programma di sviluppo Rurale Regione Sicilia 2007/2013 – Misura 121’. In applicazione dell’ordinanza di misure cautelari personale emessa dal Gip, su richiesta della Procura, militari delle Fiamme gialle hanno sequestrato: denaro contanti, 19 immobili, 14 terreni, 6 società agricole e una di riciclo plastica, una holding, 13 orologi di lusso e oggetti preziosi. Il principale indagato aveva costituito un trust in cui aveva fatto confluire tutti i suoi beni per mettersi al riparo da future pretese erariali o da azioni giudiziare, ma sono stati lo stesso sequestrati.


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