#ULTIMA ORA Un giorno in Fiera a fare i vaccini

Un giorno in Fiera tra rabbia e cortesia: “Stiamo vincendo”

Abbiamo passato qualche ora nell'hub della Fiera. Superata la crisi della mattina, si teme per la sera.

PALERMO- Da dove cominciare per raccontare in sintesi questa giornata di passione e resurrezione vaccinale alla Fiera del Mediterraneo? Come accade in certi registri narrativi dal penultimo fotogramma. ‘Signori, forza, una foto per LiveSicilia.it’. E si mettono in posa, chi lavora nell’hub e chi attende serenamente il suo turno, con le file che scorrono velocemente. Una signora mima il segno di Fonzie con il pollice. Lui diceva: ehi! Lei vuol dire: tutto bene.

Una mattina di passione

Domenica 30 maggio aveva avuto inizio con una mattina difficile, per via del caos creato dai richiami posticipati di AstraZeneca. Ma bisogna intendersi. E’ vero – e l’abbiamo scritto – che non è accettabile confondersi con le seconde dosi. E’ vero, ed è incomprensibile, che alcune persone sono state mandate a casa e non hanno ricevuto il messaggino di ordinanza. Ma è pur vero che, stamattina, si sono presentati tanti che avevano fissato l’appuntamento per in giorno diverso, per la psicosi che si crea, anche comprensibilmente, in casi del genere. Da qui, la passione. L’uomo della Protezione Civile racconta: “Ci sono state scene selvagge, i ragazzi qui sono stati quasi aggrediti. Non sempre è semplice. Ora va meglio, ma stasera, dalle sette in poi, prevediamo la folla. Perché? Perché quelli che dovevano venire alle tre e magari sono a mare, verranno alle sette, tutti insieme”.

Un pomeriggio tranquillo

Ora, siamo appunto, alle tre. Il turno per i richiami di AstraZeneca vola, va un po’ più a rilento quello di Pfizer, ma con ottimi ritmi. Ed è giusto sottolineare la gentilezza degli operatori – protezione civile, vaccinatori, tutti – che non si scompongono nemmeno davanti alle rimostranze legittime o all’impazienza esagerata. Sorridono sotto la mascherina, offrono indicazioni puntualmente, sono garbati e si precipitano a sostenere le persone che hanno difficoltà di deambulazione. All’interno le anamnesi vengono condotte scrupolosamente. Infine, il vaccino.

“Stiamo vincendo”

Stiamo vincendo, è la speranza di quel pollice alzato nella foto. “Stiamo vincendo”, sussurrano come una preghiera i ragazzi dell’organizzazione. I dati del contagio, su Palermo, sono confortanti: 53 positivi su 966 tamponi. Ventidue in città. I numeri ripetono sempre la stessa cosa ed è bene ascoltarli: non è finita, il Covid sta lì, acquattato nell’ombra, con le sue insidie e con i suoi varianti, ma qui abbiamo i vaccini, ancora al centro di assurde e residuali campagne di denigrazione. La realtà è lampante. I vaccini ci stanno proteggendo e ci proteggeranno ancora di più. E noi ricorderemo con gratitudine questi giorni di battaglia e di impegno, quando tutto sarà finito. Perché stiamo vincendo.

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