Cancelleri: "Il Movimento è cambiato, parliamo ai moderati" - Live Sicilia

Cancelleri: “Il Movimento è cambiato, parliamo ai moderati”

"Io candidato governatore? Proponetemi un nome valido e faccio dieci passi indietro".
L'INTERVISTA
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La lettera di scuse di Luigi Di Maio, con l’abiura pentastellata del giustizialismo forcaiolo, non è una cosa da poco. E diversi osservatori lo hanno sostenuto. C’è un tentativo di cambio di paradigma in corso nel Movimento 5 Stelle. Che poi il tentativo riesca ad andare in porto è un altro paio di maniche. Giancarlo Cancelleri, storico esponente di punta del Movimento in Sicilia, ci crede.

Sottosegretario Cancelleri, che impressione le hanno fatto le parole di Luigi Di Maio?

“Mi sembra la normale conclusione di un processo di maturazione molto profondo che ha fatto il Movimento. Io sono stato uno dei primi nel Movimento a retrocedere da alcune posizioni e a rispettare il lavoro della magistratura. A togliere insomma quel dito inquisitorio che spesso come nel caso del sindaco di Lodi si rivela sbagliato. Le scuse di Di Maio sono anche le mie e di quelli che vogliono offrire una forza di propulsione moderata. Di Maio ha dimostrato agli occhi degli altri, ai miei non c’era bisogno, di essere un leader, di avere la stoffa che sta anche nel rivedere le proprie posizioni. D’altronde, come diceva Churchill, chi non è disposto mai a cambiare idea non è disposto a cambiare nulla”.

Ma, mi perdoni la battuta provocatoria, un grillino senza gogna può esistere?

“Esiste già da parecchi anni e da parecchio tempo. E mi pare che Conte possa incarnarne il phisique du role. Il Movimento è cambiato tantissimo perché si è evoluto. Chi sostiene che abbia fatto passi indietro sta sbagliando. Nella vita si va solo avanti. Noi abbiamo avuto la gogna mediatica opposta sul sindaco di Roma e oggi Virginia Raggi è assolutamente assolta da tutti i capi di imputazione che le venivano contestati. Mi piacerebbe leggere le scuse degli avversari politici che l’hanno additata. Ma poco importa. Abbiamo capito in casa nostra che bisogna rispettare quello che è il corso delle indagini e dei processi. Accolgo la provocazione come un buon proposito a esprimere nuove idee”.

Lei come Di Maio vuole chiedere scusa a qualcuno? Per qualche eccesso del passato?

“Durate la campagna elettorale delle regionali noi abbiamo fatto un elenco degli impresentabili. Io non ho mai detto a qualcuno di dimettersi protestando sotto il palazzo comunale. Noi in Sicilia abbiamo avuto sempre uno smalto diverso. Mi consta però che quelli che avevamo intercettato come impresentabili alla fine in qualche modo abbiano avuto un riscontro oggettivamente pesante. Se è il momento di chiedere delle scuse mi accodo a Di Maio per quella vicenda di Uggetti. Ma io il dito non l’ho puntato mai conto nessuno”.

Crocetta lo puntò conto di lei all’epoca, per qualcosa che riguardava il suo datore di lavoro…

“Gogna mediatica inutile. Peraltro tirando in mezzo persone che non c’entrano niente con la campagna elettorale. Quell’imprenditore continua a dare posti di lavoro onestamente”.

Cosa sta diventando il Movimento 5 Stelle? Quali gli elementi caratterizzanti?

Con l’esperienza di governo il Movimento è una forza che vuole realizzare le cose per il Paese ma nel rispetto per le persone e per l’ambiente, mettendo da parte tutte quelle lordure degli anni passati, dettate dagli interessi personali. C’è riuscito? In larga parte sì, in piccola parte no. Ma sapevo che non bastavano tre anni di governo. Però abbiamo instillato in tutte le forze politiche un senso diverso dell’approcciarsi. Se oggi la questione meridionale è diventata molto più centrale lo rivendico per il Movimento 5 Stelle. Se oggi il tema delle infrastrutture al Sud è diventato centrale è merito certamente nostro. Non si poteva cambiare tutto in tre anni di governo, chi lo pensava era fuori fuoco”.

In Sicilia fra un anno e mezzo si vota. E prima c’è Palermo. Ce la farete ad allearvi col Pd, quell’alleanza che sui territori fatica sempre a decollare?

“Io dico che la Sicilia sarà come sempre laboratorio, laboratorio sano di questo tipo di alleanza. Che fa difficoltà a decollare nelle grandi città, vedi Torino, Milano, Bologna. Ma a queste amministrative noi faremo una alleanza stabile con il Partito democratico. Con Anthony Barbagallo ci sentiamo con cadenza settimanale. Nella prossima settimana faremo giri sul territorio insieme. E vogliamo strutturare delle alleanze, anche là dove non si vota ma amministriamo noi o il Pd. Il modello Termini Imerese lo vogliamo esportare là dove serve: Alcamo, Misterbianco, Caltagirone, Favara. Questo lancerà un segnale ai nostri vertici nazionali. Deve essere questa un’alleanza rispettosa. Non è il centrosinistra, non è un’alleanza che ha a che vedere con dettami ideologici ma con buone idee”.

E sarà l’alleanza per le Regionali, quindi.

“Certamente ci vorrà un allargamento a quell’area moderata che può rappresentare in Sicilia l’ago della bilancia. Credo che anche Barbagallo sia della mia stessa idea. Bisogna capire da chi saranno rappresentati i moderati. Dobbiamo capire come allargare questo campo del buon governo”.

Chi sono i moderati di cui parlate? Forza Italia?

“Un’area di centro che non trova rappresentanza all’interno dello scenario che si sta creando. Voglio vedere alcuni moderati di Forza Italia che appoggiano candidature di estrema destra come quelle che possono essere rappresentate da Fratelli d’Italia e dalla Lega. Su questo siamo pronti a un ragionamento, un confronto chiaro e trasparente alla luce del sole. Il popolo siciliano ha bisogno di un cambiamento: oggi abbiamo un governo di destra che sta mostrando la sua totale incapacità nell’affrontare i temi e proporre le soluzioni. Musumeci non è diverso da Fontana nell’incapacità nell’affrontare il Covid. Parlare del ritorno di Razza è come dire: ci siamo dimenticati delle parole irripetibili intercettate e non è successo niente. Inaccettabile”

Lei si vuole candidare per la terza volta? O è pronto a sostenere un altro?

“Lo dico da tempo: proponetemi un candidato valido e sono pronto a fare dieci passi indietro. Prima del mio interesse c’è l’interesse dei siciliani. Quando sceglieremo il metodo, se i nomi saranno interessanti non avrò problema a fare dieci passi indietro”.

Al momento solo Fava ha fatto passi avanti.

“Sbagliato, e lo dico in maniera affettuosa a Fava: non è il momento di fare la domanda ‘chi’ ma ‘con chi vogliamo andare’. Altrimenti si rischia di dividere non di unire. Prima uniamo e poi capiamo chi deve rappresentare questo campo di forze politiche”.


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