Via Castromarino, "Pronti alla battaglia se il Comune non ritira ordinanza" - Live Sicilia

Via Castromarino, “Pronti alla battaglia se il Comune non ritira ordinanza”

Annunciate diverse azioni legali.

CATANIA – llustrate oggi le azioni giudiziarie che i residenti di via Castromarino, rimasti senza casa a causa del crollo delle loro abitazioni la sera del 19 gennaio 2020, dopo qualche ora dal passaggio nel sottosuolo della talpa t.b.m. (tunnel boring Machine) della C.M.C. di Ravenna per i lavori della Metropolitana, intraprenderanno nei confronti dell’Amministrazione Comunale.

Il Comune con una ordinanza datata 12 maggio 2021 ha previsto che il progetto di restauro e messa in sicurezza da consegnare alla Direzione Urbanistica e Gestione del Territorio sia a spese dei residenti. 

La battaglia legale

Sul luogo del disastro erano presenti gli avvocati Giuseppe Lipera, Alberto Ranno, Ivan Ficicchia, Francesca Garigliano, Giovanni Ingrascì, Graziella Coco e Patrizia Mirabella rappresentanti degli inquilini che sono rimasti senza abitazione. “L’accertamento tecnico preventivo, chiesto al Tribunale Civile dalla stessa CMC, ha stabilito che ci sono delle responsabilità sul crollo avvenuto in via Castromarino – dichiara Giuseppe Li Pera – e, oggi, dal contesto penale, al contesto civile si passa a quello amministrativo.

Il Sindaco del capoluogo etneo, con un’ordinanza di questi ultimi giorni, intima alle famiglie che, ricordiamolo, sono rimaste senza casa di presentare un progetto volto alla ristrutturazione e messa in sicurezza dell’immobile di via Castromarino a loro spese.Una follia sia dal punto di vista fattuale sia dal punto di vista giuridico”.

Il crollo di via Castromarino

 La sera del 19 gennaio 2020 in via Castromarino vengono avvertite scosse anomale dagli abitanti di diversi appartamenti e scatta subito l’allarme. L’intervento immediato dei Vigili del Fuoco e una serie di “fortuite” circostanze scongiura una tragedia più grave. Il cortile interno della struttura di via Castromarino collassa solo qualche ora dopo il passaggio dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile formando una voragine profonda circa 3 metri che trascina con se parte dell’immobile.

Il 20 agosto 2020 inizia un accertamento tecnico preventivo sullo stabile, crollato parzialmente, per verificare se il crollo, improvviso, dell’immobile sia in relazione al passaggio, nelle ore precedenti, della tbm durante lo scavo legato alla galleria della Metropolitana.

La nota della Cgil

Il 27 maggio del 2021 la CGIL etnea rende noto che il Comune ha intimato ai proprietari degli immobili crollati e lesionati di via Castromarino e aree limitrofe di presentare un progetto di restauro o risanamento delle abitazioni crollate o danneggiate la sera del 19 gennaio 2020.

Il segretario Giacomo Rota e il responsabile alle politiche abitative Dario Gulisano della CGIL dichiarano: “Le stesse famiglie che in una notte hanno perso tutto si ritrovano dopo 500 giorni da quel tragico evento a dover ottemperare, per non subire sanzioni amministrative, a un’ordinanza che assume i tratti della beffa”.

La disperazione delle famiglie

Presenti in via Castromarino anche alcuni rappresentanti delle famiglie sgomberate il 20 gennaio 2020, Pietro Calarese è proprietario di uno degli appartamenti inagibili. “Adesso viviamo in affitto con tutte le spese che ci sono piovute addosso all’improvviso e con il piccolo aiuto del Comune che ha stanziato una somma di 3000 euro – dice Calarese – ma solo dopo l’intervento di una trasmissione giornalistica a carattere Nazionale che ha messo in luce il disagio e l’abbandono dei nuclei familiari dopo il crollo, improvviso, del palazzo”.

L’avvocato Ivan Ficicchia puntualizza: “La talpa che dovrebbe trovarsi (ndr) a 17 metri di profondità sotto l’immobile che ha subito il crollo potrebbe tenere, oggi, in piedi un’intera area che non è solo quella del Palazzo oggetto del cedimento – continua Ficicchia – i problemi statici si sono avvertiti anche in immobili accanto a quello di via Castromarino”.

Intervengono anche gli avvocati Francesca Garigliano e Giovanni Ingrascì: “Qui non si può più ricostruire come accertato dalle tante, tantissime, perizie effettuate tra quelle di parte e altre – insiste Garigliano – abbiamo bisogno di tempi giuridici veloci che accertino le responsabilità al più presto.

Ma non è possibile caricare sulle spalle degli “sfollati” di via Castromarino le spese di perizie che, in questo momento sarebbero inutili. Bisogna accertare le responsabilità”.

Alcune perizie, di parte e non, hanno stabilito che il danno provocato abbia intaccato le fondamenta stesse dell’immobile. “Nessuno parla delle fondamenta del palazzo di via Castromarino – interviene l’avvocato Giovanni Ingrascì – si è parlato solo dei muri, ma i muri su qualcosa devono poggiare. Se, ancora oggi, la CMC lascia una trivella, con costi enormi, sotto via Castromarino il dubbio che ci assale è che qui tutto, una volta tolta la t.b.m., possa crollare. Di quali lavori stiamo parlando?”.

Le famiglie coinvolte nello sgombero dell’immobile di via Castromarino non si fermeranno alle azioni legali.

Se il Comune non ritirerà l’ordinanza che li coinvolge al pagamento delle spese per un progetto di restauro, risanamento e messa in sicurezza dell’immobile sono pronti a occupare piazza Duomo.

La replica dell’amministrazione comunale

La risposta dell’Amministrazione etnea è arrivata con una nota del 29 maggio 2021:

“Sulle ultime recenti polemiche sollevate sul disastro di via Castromarino è necessario chiarire alcuni aspetti tecnico giuridici al fine di individuare i percorsi più utili per stabilire gli eventuali interventi di messa in sicurezza da realizzare, per l’intera area e i fabbricati e restituire la fruizione-

Si sono svolti diversi Tavoli Tecnici presso il Comune, per ultimo lo scorso 20 aprile 2021 alla presenza di rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, del Direttore Generale della Ferrovia Circumetnea e dei tecnici Comunali, tenuto conto che è ancora pendente un procedimento giudiziario. 

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Gestione Governativa Ferrovia Circumetnea.),con nota del 20/04/2021, avente come oggetto:

“La progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori necessari alla realizzazione del Prolungamento della rete ferroviaria nella tratta metropolitana di Catania dalla Stazione Centrale F.S. all’aeroporto – Tratta Stesicoro – Aeroporto 1° lotto con un intervento di messa in sicurezza dell’edificio sito in via Castromarino angolo via Plebiscito, angolo Via lago di Nicito””

Ha comunicato a questa Amministrazione di voler ottemperare alla esecuzione della messa in sicurezza dell’intero edificio di cui sopra, anche in considerazione del fatto che il Genio Civile di Catania con nota n. 63696 del 16/04/2021 esprimeva parere favorevole agli elaborati tecnici presentati, raccomandando l’onere di redigere, a conclusione dei lavori di messa in sicurezza, la relazione finale attestante la corretta esecuzione dell’intervento secondo gli elaborati progettuali. 

I suddettilavori, una volta autorizzati, assicureranno la messa in sicurezza dell’intero edificio, attualmente privo del titolo di agibilità di ogni singola unità immobiliare, al fine di garantire la staticità dell’immobile e conseguentemente l’incolumità pubblica e privata. Il successivo provvedimento sindacale è stato emanato dall’organo amministrativo individuato dalla legge, lo scorso 12 maggio, proprio al fine di rendere legittimo questo percorso amministrativo ormai in dirittura d’arrivo per sanare la ferita di via Castromarino.

E’ stato fatto presente che iproprietari delle singole unità immobiliari avrebbero dovuto inoltrare istanza alla Direzione Urbanistica e Gestione del Territorio del Comune di un sintetico progetto tecnico di risanamento per il rilascio di idoneo titolo edilizio e dell’agibilità immobiliare, successivamente all’ultimazione dei lavori e certificazione di collaudo eseguiti dalla Gestione Governativa Ferrovia Circumetnea. 

Un semplice atto propedeutico prescritto dall’art. 54 d.leg.267/2000, obbligatorio secondo le normative vigenti, al fine di garantire la privata e pubblica incolumità, il recupero urbano ed edilizio, e il completamento della Metropolitana.

Opera infrastrutturale strategica per la città, senza entrare nel merito di eventuali decisioni giudiziarie in itinere che legittimamente i proprietari attendono”.

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