A Scordia arriva l'esercito, scarseggiano le scorte d'ossigeno

A Scordia arriva l’esercito, scarseggiano le scorte d’ossigeno

Dal 28 maggio scorso i numeri relativi ai contagi sono via via cresciuti.

SCORDIA. In appena una settimana si sono registrati 3 decessi e 7 nuovi ricoveri. Numeri che preoccupano il sindaco di Scordia. Nel comune zona rossa, infatti, arriva l’esercito. E scarseggiano le scorte di ossigeno. Non accennano a diminuire i positivi nel comune dell’entroterra siciliano in provincia di Catania.
Dal 28 maggio i numeri sono via via cresciuti sino a toccare quota 133 positivi e 224 isolamenti domiciliari.

La variante inglese

Il comune di Scordia, centro di riferimento per molti comuni del calatino e del siracusano, sta sperimentando l’effetto dirompente della variante inglese. Interi nuclei familiari positivi e altrettanti isolati con almeno un positivo in casa hanno paralizzato anche parte delle attività economiche della città.

“Ho chiesto l’esercito”

Francesco Barchitta, sindaco di Scordia ci spiega la situazione attuale: “La città reagisce ed è chiaro che però non sta a casa, non è un lockdown e non riusciamo a controllare capillarmente tutto il territorio da soli. Per questo ho chiesto aiuto e ho avuto la chiamata del Prefetto che mi ha garantito il supporto dell’esercito. La fase è delicata ma siamo certi che ce la faremo entro giorno 10″.

Scarseggiano le bombole di ossigeno

Nella città nel frattempo si è sparsa la voce di carenze di approvvigionamenti di bombole di ossigeno, questione che sebbene risolvibile ha suscitato apprensione, soprattutto in quella fascia di popolazione che anche per altre patologie, necessitava di terapia con ossigeno.
Il Sindaco non smentisce ma attende di avere conferme per formalizzare agli organi competenti ulteriori e straordinarie forniture nella città:

“Non è ancora emergenza ossigeno”

Ho ricevuto qualche telefonata in cui si lamentava la mancanza delle bombole di ossigeno ma presumo si trattasse di questioni attinenti a qualche “scorta” fatta in eccesso che ha fatto percepire la carenza di bombole in città.  Al momento non abbiamo dati che ci fanno pensare ad un’emergenza da affrontare ma siamo certi che la questione è e verrà, se necessario, prontamente monitorata dagli uffici competenti.

In città non tutti però hanno compreso il delicato momento, sono tanti i cittadini a lamentare l’atteggiamento menefreghista di molti a discapito di chi, nonostante la stanchezza per il protrarsi dello stato emergenziale, sta comunque rispettando ordinanze e limitazioni.

“L’appello del sindaco”

Il sindaco lancia un appello alla città, l’ultimo, ci spiega, consapevole che la situazione dopo un anno è psicologicamente difficile da accettare e sopportare: “Chi esce può farlo per le ragioni espresse nella tabella 23 e 24 del Ministero ma sono, per me troppe e chiunque può beneficiare di un motivo o una scusa per uscire.  Ci sono stati, però solo questa settimana, 7 ricoverati e 3. Ai miei concittadini dico: questo ultimo sforzo è fondamentale per uscire non solo dalla zona rossa e dalla paura del virus ma serve anche per chiudere questo triste e difficile capitolo che ha interessato tutto il mondo. La campagna vaccinale va benissimo, grazie al punto vaccinale stiamo ottenendo grandi successi. L’interesse alla vaccinazione sta crescendo. Oggi più che mai, per uscirne bisogna puntare alla prudenza nei comportamenti e alla vaccinazione. 

“Riapriremo in musica”

“Scordia è la città della musica, quando tutto finirà voglio riaprire simbolicamente la città con una grande manifestazione di festa e musica nel nostro anfiteatro. Non so quanto tempo ci vorrà ancora ma spero possa accadere prima il possibile”, conclude il primo cittadino.


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