L’omicidio, la svolta, le microspie: le voci dei boss in carcere - Live Sicilia

L’omicidio, la svolta, le microspie: le voci dei boss in carcere

Due detenuti fanno il nome di "Alessandro" parlando di alcuni articoli relativi all'inchiesta sul delitto di Nunzia Alleruzzo
IL COLD CASE
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CATANIA – È il momento della socialità in carcere. In cella ci sono Giovanni Messina e Salvatore Assinnata, entrambi boss di Paternò. Il primo avrebbe avuto nei primi anni 90 una relazione con Nunzia Alleruzzo. Un rapporto intimo, fuori dal “sacro vincolo del matrimonio” che avrebbe portato il fratello a uccidere allo scopo di riscattare “l’onore” della famiglia. Due colpi in testa. E poi gettata nel pozzo. Un omicidio cruento che avrebbe un movente così abbietto da far accapponare la pelle. Ieri i carabinieri hanno fatto scattare le manette al 47enne che si sarebbe macchiato del sangue della sorella. Nei faldoni dell’inchiesta i verbali, tutti convergenti, di tre pentiti. Ma l’ultimo pezzo del mosaico sono le intercettazioni scattate negli ultimi mesi per cercare qualche riscontro alle ricostruzioni investigative. 

A febbraio LiveSicilia pubblica un articolo che annuncia una possibile svolta nell’inchiesta sull’omicidio della figlia di Pippo Alleruzzo, morto due anni fa. Un tam tam mediatico che arriva anche alle orecchie dei due boss paternesi che condividono la cella dell’istituto penitenziario di Asti. Si “creava un effetto scompiglio”, scrive il gip Santino Mirabella nelle pagine dell’ordinanza. E tra la curiosità di sapere cosa hanno raccontato “i nuovissimi pentiti” viene fuori il nome di “Alessandro” come “mandante”. E poi c’è il verbo “ammazza”. Il cerchio per gli investigatori, con quelle parole registrate dalle microspie, si chiude attorno ad Alessandro Alleruzzo. Definitivamente. 


Giovanni Messina: non te l’ho detto poca… nuovissimi pentiti hanno portato la procura di Catania ad aprire i faldoni chiusi per le indagini del 2000… eh… del 95… ci sono altri nuovi pentiti… che cosa avranno detto.. cornuta la miseria… intanto che ti hanno detto ieri… tutto apposto a casa?

Salvatore Assinnata: quest’ora chissà che sta chiacchierando al paese… a quest’ora c’è ugghi… ugghi… lo sai cosa c’è a quest’ora c’è ugghi… mugghi… però ti ripeto a dire… più scuro di mezzanotte non può fare… certo… escono vangate… cose… le dicono alla televisione… tutte ste cose… però..

Giovanni Messina: ‘mbare… io ti posso dire una cosa… il problema ora sai qual è? questo qua… non solo per la… anche per tutte le parti uno può uscire… però le fangate.. in una discussione.. mi rissi (mi ha detto).. o iddi pavunu (o loro pagano)… inc.le… e Alessandro è il mandante… ehhh… ammazza… ehhh

Salvatore Assinata: ma sempre è stato lui…inc.le?

Giovanni Messina: ci sono così… diciamo per questi due motivi… lo hai capito?… però ti voglio dire per ddocu unni mi chiovi mi sciddica”

Il cerchio per gli investigatori, con quelle parole registrate dalle microspie, si chiude attorno ad Alessandro Alleruzzo. Definitivamente. Infatti il pm Andrea Bonomo chiede il suo arresto. Che il gip accoglie. Ieri i carabinieri hanno bussato alla sua porta per arrestarlo. Il figlio del boss si sarà chiesto: “Quale é l’accusa?” Certo non poteva immaginare che gli investigatori avrebbero risposto: “L’omicidio di sua sorella”.


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