Mamma spaccia con il bimbo in braccio - Live Sicilia

Mamma spaccia con il bimbo in braccio

L'immagine che racconta l'emergenza sociale
DROGA, IL BLITZ DI CATANIA
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CATANIA – La mamma che spaccia con il figlioletto in braccio. Non è un gioco, è un crimine. Purtroppo è ormai consuetudine. Da anni nei faldoni delle inchieste antidroga si trovano immagini simili. Tra i filmati raccolti durante le indagini dell’inchiesta Piombai i carabinieri hanno immortalato una delle donne coinvolte nel blitz del fortino di San Cristoforo vendere dosi con il piccolo tra le braccia.

Attorno a questi bimbi e ragazzini non c’è alcun meccanismo di protezione. In una realtà – quasi parallela – dove i confini tra lecito e illecito diventano impalpabili. A volte irriconoscibili.

Ancora una volta un’indagine rimette in luce l’emergenza sociale che si vive in alcune zone della città: da San Cristoforo (la periferia a due passi dal centro), a Librino, a San Giovanni Galermo. Ma non dimentichiamo San Leone, zia Lisa e del Villaggio Sant’Agata. Luoghi dove si respira l’assenza delle istituzioni. E i supplenti sono le tante associazioni di volontariato e le scuole (di frontiera), che però fanno quello che possono. Con costanza, impegno e determinazione.

Sono passati mesi dalla conferenza stampa in cui il procuratore Zuccaro, nel corso dell’operazione sulle piazze di spaccio di via Capo Passero, diceva con vigore che non basta la repressione. Non basta la divisa. Serve lo Stato. Con interventi mirati. Ma oggi, dopo l’ennesimo blitz antidroga, siamo ancora a guardare le stesse immagini. A scrivere gli stessi appelli. Il tempo è scaduto. Non ci sono più alibi.


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