AstraZeneca, il giorno nero: cosa succede in Sicilia

AstraZeneca, il giorno nero: cosa succede in Sicilia

Lo stop del vaccino VaxZevria ai minori di 60 anni cambia le regole anche della somministrazione delle seconde dosi

PALERMO – Il governo non poteva più tacere, le Regioni scalpitavano: dopo la morte della giovanissima Camilla Canepa, troppi gli effetti pericolosi dell’ansia che rischiavano di mettere in ginocchio la campagna vaccinale nazionale. E così, nella conferenza stampa di oggi pomeriggio, il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato: “Vaccino AstraZeneca solo per gli over 60”. E nuove regole anche per le seconde dosi: c’è il via libera per le vaccinazioni eterologhe, ovvero con una seconda dose di un vaccino diverso da AstraZeneca.

Come cambia il sistema delle seconde dosi per chi ha ricevuto AstraZeneca


Come ha spiegato il coordinatore del Cts Franco Locatelli, gli over 60 che avevano già ricevuto la prima dose del vaccino di AstraZeneca, VaxZevria, riceveranno normalmente la seconda dose, mentre chi ha meno di 60 anni riceverà per il richiamo un vaccino a mRna messaggero, Pfizer-BioNTech o Moderna. Una decisione, questa sulle seconde somministrazioni, che però preoccupa chi è in attesa della dose e non sa cosa aspettarsi da un “mix di vaccini” ancora soltanto in sperimentazione. In loro soccorso, arrivano i risultati di alcune recentissime ricerche, pubblicati nei giorni scorsi su Science Mag. Tre studi differenti, hanno dimostrato che dopo una dose del vaccino prodotto da AstraZeneca con una dose del vaccino Pfizer-BioNTech si producono forti risposte immunitarie. Due di questi studi suggeriscono addirittura che la risposta al vaccino misto sarà protettiva almeno quanto due dosi del prodotto Pfizer-BioNTech, uno dei vaccini contro il Covid-19 più efficaci. Una soluzione inaspettata e utile per tutti quei paesi – compresa l’Italia, adesso – in cui le raccomandazioni riguardati il divieto di utilizzazione per alcune fasce d’età, a causa dei rischi dovuti agli effetti sulla coagulazione del sangue, rischiava di mandare in tilt la campagna vaccinale.

Le cause della morte di Camilla Canepa


A scatenare il “giorno nero” di AstraZeneca, la morte della 18enne Camilla Canepa. La ragazza – è emerso – soffriva di piastrinopenia autoimmune familiare e assumeva una doppia terapia ormonale. I carabinieri stanno acquisendo la sua documentazione medica negli ospedali di Lavagna, dove è stata ricoverata il 3 giugno, e al Policlinico San Martino, per stabilire se le due patologie fossero state indicate prima della vaccinazione. E il presidente della Liguria Giovanni Toti, nella bufera per l’organizzazione degli open day, ha pubblicato su Facebook la lettera del Cts in cui si autorizzavano gli open-day vaccinali ai volontari di ogni età anche con AstraZeneca, invitando a “non fare sciacallaggio” sulla vicenda.

Open day in Sicilia diventa “Johnson open day”


Un open day, denominato ora dalla Regione siciliana “Porte aperte”, è in corso proprio in questo fine settimana anche in tutta l’isola. Fino a domenica 13 giugno, “i cittadini dai 18 anni in su, che non presentano fragilità, potranno vaccinarsi su base volontaria presso gli hub vaccinali provinciali anche senza prenotazione. I vaccini dedicati all’iniziativa saranno Vaxzevria di AstraZeneca e Janssen di Johnson & Johnson”, spiegava il comunicato della Presidenza della Regione, lanciando iniziativa. “Una disposizione del presidente della Regione Nello Musumeci per accelerare ulteriormente la campagna d’immunizzazione, che procede in maniera spedita in tutta l’Isola e fa registrare un trend in costante crescita”, proseguiva la nota. Solo che, da subito, via via che i retroscena della morte di Camilla Canepa venivano sciorinati sulla stampa, agli operatori dei maggiori hub vaccinali della Sicilia è stato chiaro che l’open day si era trasformato in un “Johnson open day”. Perché la scelta dei volontari che si sono presentati per la vaccinazione è ricaduta la maggior parte delle volte sul vaccino americano Johnson & Johnson, l’unico che prevede una sola somministrazione. “J&J – ha spiegato Locatelli – si basa su un vaccino adenovirale umano. È vero che c’è qualche segnalazione di fenomeni trombotici, tuttavia la frequenza è minore e abbiamo un numero di soggetti che hanno ricevuto questa tipologia di vaccino che è inferiore, circa 1.100.000 dosi”.

Che succederà alle dosi di Astrazeneca?

Che succederà adesso alle scorte di vaccini AstraZeneca? In Sicilia, fino a ieri le dosi ancora in giacenza erano 107.765. Una parte sarà utilizzata per i richiami degli over 60. L’altra potrebbe andare ai paesi Covax, programma sostenuto dall’Onu per l’accesso equo alle vaccinazioni. L’ipotesi è stata fatta dal Commissario Francesco Figliuolo in conferenza stampa. Entro fine giugno, ha spiegato, sono attesi 15 milioni di dosi di Astrazeneca: considerando che ci sono potenzialmente 3,5 milioni di over 60 da vaccinare con entrambe le dosi e 3,9 con la seconda, serviranno 10,9 milioni di dosi. “In teoria – ha detto – impiegheremmo quasi tutto il potenziale. E se dovessero rimanere delle dosi saranno credo utilmente impiegate per i paesi Covax, con le prescrizioni sanitarie previste in quei paesi”.


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