Camilla e il vaccino, nuovi dubbi sulla sua malattia

Camilla e il vaccino, nuovi dubbi sulla sua malattia

Sotto i riflettori il questionario prima del vaccino. Cosa dobbiamo sapere.
LA MORTE DELLA DICIOTTENNE
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2 min di lettura

Il punto è la scheda anamnestica prima della dose di AstraZeneca, come di ogni vaccino. Lì dove devono essere indicate le patologie, i farmaci assunti e tutte le notizie utili per una valutazione medica di compatibilità. Secondo quanto riporta stamattina il ‘Corriere della Sera’, nella scheda anamnestica di Camilla Canepa, la diciottenne morta dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca, le patologie di cui soffriva e le relative potrebbero non essere state indicate.

La patologia di Camilla

Come abbiamo scritto: la ragazza soffriva di piastrinopenia autoimmune familiare e assumeva una doppia terapia ormonale. Ecco perché è importante capire se queste condizioni fossero state segnalate nel questionario consegnato prima della somministrazione del vaccino, il 25 maggio. Come spiega l’Ail, l’Associazione Italiana contro le leucemie: “La Piastrinopenia Autoimmune (ITP) è una malattia caratterizzata dalla drastica riduzione del numero di piastrine circolanti a causa della loro distruzione e della soppressione della produzione”. Bisognerà ancora procedere con gli esami e gli accertamenti e comprendere l’eventuale relazione con il vaccino e con l’evento fatale. E siamo ancora all’inizio delle indagini.

Il mistero della scheda

L’articolo del ‘Corriere‘: “La malattia di Camilla non era indicata sulla scheda per il medico vaccinatore” (leggi qui) apre lo spazio a nuovi dubbi e a nuove valutazioni. Anche per le terapie che la sfortunata ragazza assumeva. Le domande sono tragicamente esplicite. Camilla è morta per una reazione avversa al vaccino? Se è accaduto, è accaduto per una situazione imprevedibile o perché qualcosa non è stato vagliato attentamente? Sono, appunto, domande che dovranno ricevere risposte.

L’esperto siciliano: attenti alla diagnosi

In un’altra parte del giornale, sul punto, abbiamo sentito il professore Antonello Giarratano, membro del Comitato tecnico scientifico regionale: “Il manifestarsi della problematica rarissima – ha detto il professore – può essere legata a una valutazione anamnestica non corretta o a una mancata consapevolezza da parte di chi autocertifica. E qui dovrebbe entrare in gioco la medicina generale, perché i medici di famiglia conoscono i problemi dei loro pazienti”.

Il ‘dolore immenso’ e le polemiche

Nel frattempo, intorno alla tragedia è divampata la polemica sugli Open Days con AstraZeneca. “Ho provato un dolore immenso – dice Giovanni Toti, governatore della Liguria, sempre al ‘Corriere’ – però non sappiamo nemmeno se il vaccino è stato il motivo o una concausa, non c’è stata neanche l’autopsia. Ne aspetterei almeno gli esiti prima di aprire una caccia alle streghe. Le Regioni erano state autorizzate ad aprire open day o linee di prenotazione per somministrare AstraZeneca. C’è una lettera del generale Figliuolo che, su indicazione del Cts, dà il nulla osta. Noi aspettiamo un chiarimento su tutto, da Roma si esprimano senza ambiguità. Ritengono di fare a meno di AstraZeneca di cui abbiamo milioni di dosi, ed eventualmente di J&J, rallentando le vaccinazioni perché è troppo rischioso? Oppure no? Lo dicano. E se ne assumano la responsabilità. Perché la vaccinazione su base volontaria di AstraZeneca non è stata un’idea di qualche Stranamore delle Regioni. Ma un’indicazione arrivata dai massimi organi scientifici”.

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