Covid, non commettiamo gli errori della scorsa estate

Covid, non commettiamo gli errori della scorsa estate

Il ritorno alla vita è sacrosanto. Ma l'imprudenza rischia di rovinare tutto

Comunque la pensiate, siamo tutti d’accordo su un punto: una scena del genere non vogliamo vederla mai più. Non vogliamo vedere mai più, come è accaduto, la fila delle ambulanze davanti a un ospedale Covid (e se fosse possibile anche davanti a un reparto No Covid). Vogliamo uscire dallo stato di guerra. Vogliamo tornare a vivere. Vogliamo abbracciarci. E, per farlo, abbiamo bisogno di prudenza e di non commettere gli stessi tragici errori della scorsa estate.

Partiamo dai dati, perché i numeri cristallizzano il momento. Partiamo cioè, parola per parola, cifra per cifra, dall’ultimo bollettino regionale, come lo abbiamo raccontato: “Sono 263 i nuovi positivi al Covid19 registrati in Sicilia nelle ultime 24 ore, su 13.929 tamponi processati, con una incidenza al 1,8%. La Regione è al primo posto in Italia per numero di contagi giornalieri. Le vittime sono state 3 e fanno salire il totale a 5.900. Il numero degli attuali positivi è di 6.698 con un decremento 166 casi. I guariti sono 426. Negli ospedali i ricoverati sono 369, 6 in meno rispetto a ieri, quelli nelle terapie intensive sono 43, 5 in più rispetto al bollettino precedente. La distribuzione di casi registrati per province vede Palermo con 62 casi, Catania 41, Messina 10, Siracusa 26, Trapani 7, Ragusa 7, Agrigento 52, Caltanissetta 28, Enna 30”.

Sono statistiche in netto miglioramento rispetto ai giorni peggiori. Ma ancora – questo dicono – non ne siamo fuori. C’è una campagna vaccinale che va avanti e che, comunque, rischia un rallentamento per le nuove regole stabilite dal Comitato tecnico scientifico. C’è una immunizzazione crescente. C’è un clima allegro di ritorno alla normalità. Era così (senza vaccini ed è una differenza importante) nell’estate passata. Il bisogno di vita esplose e tracimò oltre il consentito. Molte prudenze furono abbandonate. Molte cautele furono messe da parte. Il risultato? Una risalita dei contagi e moltissimi morti, dalla ripresa autunnale. Noi non possiamo volere che accada di nuovo.

Eppure, si vedono, per esempio, troppe mascherine abbassate. Si annotano assembramenti. Colpisce un calo della soglia di attenzione che potrebbe mettere in crisi, domani, molte delle nostre speranze di oggi. Ricordiamolo una volta e per tutte: se si è vaccinati occorre ripararsi dietro un atteggiamento accorto, per stroncare la diffusione del Covid. E c’è sempre l’incognita varianti che consiglia estrema presenza di spirito, fino a quando la vaccinazione non sarà quasi totale.

Non vogliamo certo dire che l’amore per la vita vada conculcato, o che sia necessario nascondersi in un bunker. Basta semplicemente non lasciarsi trascinare dall’imprudenza, pure stamattina sotto l’ombrellone, e ricordare che la guerra non è finita. La stiamo vincendo. Però stiamo ancora combattendo. Per vincerla davvero, abbiamo bisogno che ognuno si prenda cura dell’altro, del suo vicino di spiaggia o di pizzeria, come se fosse un altro se stesso. Solo così risorgeremo insieme.


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