"Ho fatto la prima dose di vaccino": paura anche a Villa Sofia

“Ho fatto la prima dose di vaccino”: paura anche a Villa Sofia

Tante persone si recano nei pronto soccorso, denunciando sintomi da reazione avversa al vaccino.

PALERMO- Chi la racconta, lo fa con un pizzico di rassegnata ironia: “E’ arrivata una signora con un dolore alla gamba che aveva fatto la prima dose di Pfizer, convinta che fosse una reazione avversa al vaccino. Era soltanto un po’ di artrosi. Ogni giorno ci sono almeno dieci persone che vengono qui, spaventate per un ipotetico malore dopo una dose. Finora non abbiamo riscontrato niente, facendo i debiti scongiuri”.

La psicosi della reazione avversa

E quei debiti scongiuri vanno fatti sul serio, nella speranza che non arrivi mai qualcuno con complicazioni da somministrazione. Finora, per quanto ne sappiamo, a Palermo non è accaduto. Non è accaduto a Villa Sofia, da dove viene la storia che abbiamo raccontato. Non è accaduto al Civico, dove sono stati registrati diversi casi di paura, ma senza, per fortuna, conseguenze cliniche accertate, a parte qualche possibile reazione lieve.

La paura dopo la somministrazione

E’ comprensibile, in un frangente di fragilità collettiva, che le persone siano spaventate. E che, al primo doloretto, se sono fresche di inoculazione, possano andare nei pronto soccorso, creando ulteriore affollamento. La tragedia di Camilla Canepa, scomparsa a soli diciotto anni, quali che siano le reali cause, è un dolore che crea apprensione. E che moltiplica i comportamenti ansiosi.

“Quando andare al pronto soccorso”

“Molti – ha spiegato il dottore Massimo Geraci, primario del pronto soccorso del Civico – accorrono per avere fatto il didimero che è un valore che si può dosare nel sangue ed è un prodotto di fenomeni coagulativi che può variare per le più diverse ragioni, magari in modo non importante. Ma che, in assenza di un contesto clinico e di sintomi specifici, è privo di qualsiasi significato. Consiglio di consultare il medico curante e di ricorrere al pronto soccorso dopo il filtro necessario o in presenza di situazioni clinicamente concrete. Questa psicosi richiede un intervento ad hoc e l’impegno dei medici di medicina generale che possono valutare e, se è il caso, rassicurare i propri assistiti”.


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