Da Palermo alla Regione, l'assessore Lagalla: ''Ecco la strategia''

Da Palermo alla Regione, Lagalla: “Ecco la strategia”

Dalla ricandidatura di Musumeci al ''tramonto'' di Orlando: l'assessore all'Istruzione fotografa la situazione attuale e guarda al futuro

L’idea del presidente della Regione Nello Musumeci di organizzare una convention per fare un primo bilancio di questi anni di governo ha agitato le acque “tranquille” del centrodestra. Tranquille soltanto in superficie, in realtà, perché, come dice l’assessore regionale all’Istruzione e formazione, Roberto Lagalla, quando in prospettiva c’è un momento elettorale si accende “un tourbillon di mosse” che porta con sé la “sindrome della Corrida”.

Assessore, che intende con “sindrome della Corrida”?

Quando si avvicinano le elezioni, la gente comincia a urlare e vorrebbe vedere tutto saltare in aria, poi alla fine le conseguenze sono le più logiche e naturali.

Musumeci non ha nascosto la sua intenzione di candidarsi per un secondo mandato. È una conseguenza naturale di questi anni di governo?

Non mi pare che nessuno abbia posto pregiudiziali alla legittimità della richiesta del presidente di svolgere il suo secondo mandato, cosa che reputo assolutamente giustificata, ovviamente nella misura in cui risulterà chiaro il perimetro dell’alleanza, il programma di governo e ovviamente la strategia complessiva della coalizione.

Il centrodestra che lo ha sostenuto fino a oggi le sembra ancora adatto a sostenere anche il secondo mandato del presidente della Regione?

Il centrodestra sta lavorando. Al di là delle inevitabili fibrillazioni d’aula, le forze politiche che sostengono questo governo stanno dimostrando di potere tradurre in fatti una parte significativa del programma di governo. Occorre definire il perimetro dell’alleanza, ma non vedo pregiudiziali rispetto a questa esperienza, magari ancora più larga.

Per esempio con il sostegno di Italia Viva, che sembra più vicina a Forza Italia di Gianfranco Micciché che non al Pd che guarda al M5s?

Da radiologo, le dico qual è la fotografia di questo momento: c’è una coalizione che governa e che sta continuando a governare unita, c’è un Pd che va in giro per la Sicilia con il Movimento 5 stelle e c’è Fava che è arrabbiato perché il Pd va in giro con il M5s. Questa è la situazione.

E poi c’è Attiva Sicilia, che spesso ha sostenuto questa maggioranza in Aula all’Ars

Ma non so che peso possano avere in una competizione elettorale, considerando che sono per lo più stati eletti come Movimento 5 stelle, quindi, diciamo, quali rappresentanti di un brand.

Chi potrebbe essere il candidato per le prossime regionali del blocco Pd-M5s?

C’è già tanta confusione del centrodestra, non posso preoccuparmi anche di chi sarà il candidato avversario. Ognuno risolva i problemi di casa propria.

Potrebbe essere il sindaco di Palermo Leoluca Orlando il candidato del centrosinistra per le regionali?

Tutto è possibile nella vita e sappiamo anche che esistono stelle che non tramontano mai. Ma sappiamo anche che esistono stelle che pur continuando a brillare sono già tramontate da un pezzo.

Un’affermazione forte, soprattutto in un momento in cui Orlando è palesemente in difficoltà alla guida del Comune

L’intelligenza, la cultura, la capacità affabulatoria di Orlando non sono in discussione, ma come tutti è un uomo e come ogni uomo che per trent’anni, ogni mattina, è chiamato alle stesse responsabilità e alle stesse difficoltà, quando non crescenti, evidentemente si usura. Credo che Orlando, come sarebbe capitato a ciascuno di noi, provi ormai molta stanchezza. Ha un orizzonte di prospettiva di governo politico della città limitata in ordine di tempo e deve selezionare gli interventi. E non ha sempre il supporto del Consiglio comunale e di una maggioranza che si è in larga misura sfaldata.

In città i rumors la vogliono interessato alla candidatura a sindaco di Palermo…

Palermo è una città che in gran parte è abbandonata a se stessa. In questo momento, pullulano le ipotesi di scenari più diversi e maturano le autocandidature e ciascuno punta tutto sui cahiers de doléances (critiche e lamentele, n.d.r.). Va ricreato il rapporto tra le istituzioni e i cittadini, va creata una nuova sensibilità civica. Va proposto un nuovo e grande patto civico che interessi non solo i partiti, ma anche le professioni, i commercianti, l’impresa, il volontariato: insomma, un grande patto per la città, che deve avere una matrice politica ma va soprattutto ricostruito il feeling all’interno di questa città.

Un approccio pragmatico che ha applicato anche nel suo lavoro, in questi anni, nella guida dell’Assessorato

Ci siamo mossi, per prima cosa, sulla scuola modificando la qualità e la tipologia del rapporto con le scuole siciliane. Abbiamo potenziato la scuola 0-6 anni e siamo intervenuti sul fenomeno della dispersione scolastica. Abbiamo investito quasi 500 milioni di euro nell’edilizia scolastica e nei prossimi mesi vogliamo investire ancora sull’architettura delle scuole, sui luoghi di aggregazione e socializzazione, perché c’è la necessità di rispondere a nuovi modelli di apprendimento che non avvengono più all’interno di una classe.

E per quanto riguarda la formazione?

Abbiamo riavviato le attività formative orientandole a nuovi criteri. Oggi una qualifica professionale conseguita in Sicilia è valida in Italia e in Europa. Abbiamo potenziato gli effetti della formazione professionale in obbligo scolastico, tanto che oggi siamo la quarta regione italiana per numero di giovani che frequentano questi corsi dopo Lombardia, Veneto e Piemonte.

Per la formazione degli adulti, state puntando molto sull’Avviso 33

Finalmente un bando realmente rivoluzionario, con cui le imprese sono entrate direttamente nella fase di progettazione dell’azione formativa, per costruire concretamente competenze finalizzate all’occupazione, tanto che poi si impegnano ad assumere una percentuale dei formati per ogni corso. Un modello che ha attirato l’attenzione di grandi gruppi  aziendali nazionali e internazionali.

E come procede con l’Albo dei formatori?

Abbiamo lavorato per cercare di occuparne la maggior parte attraverso l’Avviso 2 e l’Avviso 8 e quelli non occupati sono stati destinatari di una legge che ne prevede adesso la riqualificazione retribuita.

Il suo giudizio è positivo anche per il resto della giunta regionale?

Sono convinto che questo governo abbia lavorato molto e continua a lavorare bene. Spesso, però, la gente, che legge distrattamente i giornali, non conosce tutto il lavoro che viene svolto da un governo. Ogni governo ha tempi di incubazione e di istruttoria che non consentono di rapportare il risultato direttamente a chi ne è stato l’artefice, soprattutto per i cambiamenti più radicali. Come dice Musumeci, c’è un tempo per la semina e un tempo per il raccolto.

Sì, lo ripeteva spesso all’inizio del suo mandato, ma ora sono passati un po’ di anni…

Ci sono anche raccolti tardivi. E sicuramente il Covid ci ha tenuto molto impegnati con attività straordinarie e certamente non in programma.


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