Centrodestra, tutte le incognite: gelo tra Musumeci e Stancanelli

Centrodestra, tutte le incognite: gelo tra Musumeci e Stancanelli

Giorgia Meloni frena sulla ricandidatura del governatore

La foto che immortala l’abbraccio commosso e muscolare tra Nello Musumeci e Raffaele Stancanelli è ormai sbiadita. Di acqua sotto i ponti dalla serata che decretò la vittoria del centrodestra alle elezioni regionali siciliani ne è passata. Eccome. L’assenza dell’eurodeputato alla convention prevista per il 26 giugno finalizzata a illustrare l’operato dell’esecutivo regionale non stupirà più di tanto. Dopo le scazzottate verbali che sancirono il divorzio tra i due, ai tempi delle elezioni europee, è seguito nel tempo un silenzio tombale. 

L’ultimo capitolo de “la guerra dei Roses” in salsa sicula è stato scritto lunedì a Catania in occasione della presentazione del libro di Giorgia Meloni. Nella città dell’elefante amministrata nel passato da Stancanelli e all’interno del complesso le Ciminiere, fiore all’occhiello della giunta provinciale guidata anni prima da Musumeci, la leader di FdI frena sulla ricandidatura del governatore. Parole come pietre che sottotraccia riportano a galla vecchi rancori. “Fratelli d’Italia ha contribuito all’operato di Nello Musumeci. Siamo contenti del lavoro che è stato fatto, siamo leali con il presidente della Regione Siciliana e lavoriamo per concludere al meglio questa legislatura. Poi quello che accadrà è presto per dirlo. Sicuramente noi siamo stati leali con Musumeci e penso che buona parte delle cose buone sono state fatte sono anche merito della nostra squadra, dei nostri uomini e delle nostre donne”, ha prima rivendicato Meloni.  

Parole che da un punto di vista tattico nascono dal vento in poppa che i sondaggi attribuiscono alla formazione meloniana, dettate anche dalla necessità di non fare passi falsi in una fase politica incerta e imprevedibile. Mettere oggi un’ipoteca su Musumeci, del resto, sarebbe rischioso per qualunque leader di partito. Subito dopo Meloni ha bocciato l’idea del predellino 2.0 e infine si è presa una rivincita personale con Musumeci solleticando l’ego di Stancanelli che andò via da Diventerà Bellissima scegliendo la formazione della Giorgia nazionale. Una scelta che sancì la fine del rapporto con Musumeci che alle europee decise di non decidere e perse il treno di FdI, partito bollato come piccola formazione inchiodato al 3% che oggi, sondaggi alla mano, è il secondo in Italia a un passo dalla Lega.

“Fratelli d’Italia in Sicilia  è uno straordinario laboratorio, l’isola è sempre stata un’avanguardia della Destra italiana. Ma quello che FdI è oggi non sono soltanto io. Certamente sono la persona più conosciuta, la bandiera, quella che sta in prima fila. Ma nessuno avrebbe potuto costruire quello che abbiamo fatto partendo da niente e in assoluta solitudine. Abbiamo fatto un lungo lavoro, con tante persone che sul territorio fanno politica e la fanno ancora con passione”, ha detto. In platea i due contendenti, raccontano i beneinformati, sono riusciti a evitarsi, ma le parole di Meloni non sono passate inosservate. La strada per la ricandidatura si fa in salita.


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