Monsignor Gristina, compleanno e successione: si chiude un'epoca

Monsignor Gristina, compleanno e successione: si chiude un’epoca

Un traguardo, quello dei 75 anni, che sancisce l’obbligo di rinunciare alla sede metropolitana di Catania.
IL FUTURO DELL'ARCIVESCOVADO
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CATANIA – Compleanno dai sentimenti contrastanti per monsignor Salvatore Gristina, che oggi compie 75 anni di età. Traguardo che sancisce l’obbligo di rinunciare all’esercizio attivo del ministero pastorale e quindi di lasciare la sede metropolitana di Catania e la presidenza del Ce.Si, la conferenza dei vescovi siciliani. Lo abbiamo imparato con Benedetto XVI, un vescovo né si dimette né va in pensione. Semmai rinuncia, diventando vescovo emerito della diocesi che ha governato. 

Il bollettino della sala stampa quotidiana della Santa Sede non ha ancora dato notizia ufficiale della rinuncia. Questione di tempo. Perché l’arcivescovo di Catania, durante l’ultimo pellegrinaggio diocesano a Mompilieri, aveva già annunciato che “lietamente” avrebbe obbedito alla normativa canonica. Lo aveva fatto con voce commossa. E da profondo conoscitore dei protocolli ufficiali, provenendo infatti dal mondo diplomatico, nella prima mattinata ha inviato le carte a Roma.


Il diritto canonico prevede che la rinuncia diventi effettiva nel momento esatto in cui il papa la accetta. Dopodiché Gristina diventerà emerito della cattedra che ha retto per quasi vent’anni, sebbene potrà conservare l’abitazione nella stessa diocesi dove ha vissuto finora, a meno che “la Sede Apostolica non provveda diversamente”. 

Solitamente non avviene che due vescovi mantengano contemporaneamente la residenza nel medesimo territorio. La recente storica catanese, guardando ai casi di Bommarito e di Picchinenna, ci dice che i vescovi emeriti abbiano ridotto al lumicino la presenze nella loro ex sede. Picchinenna, in particolare, tornò a Catania soltanto per la visita di Giovanni Paolo II nel 1994. Il motivo è semplice: scongiurare il più possibile lacerazioni in Diocesi e le fronde dei nostalgici.  

Una volta ricevuto il documento di rinuncia, papa Francesco può persino decidere di lasciare Gristina al suo posto. O per continuare l’azione pastorale o per risolvere tutti i nodi riguardanti la successione. In quel caso Gristina rimarrebbe nel pieno delle sue funzioni fino alla presa di possesso del futuro arcivescovo, che avverrà con una celebrazione in cattedrale.

Il toto-vescovi va avanti da tempo. Rumors romani suggeriscono che il prossimo vescovo di Catania possa essere Nino Raspanti, teologo ai vertici della Cei la cui cattedra episcopale è a pochi chilometri dalla Basilica dedicata a Sant’Agata. Una scelta che ricalcherebbe quanto già avvenuto nel 2002, quando Gristina arrivò a Catania proprio da Acireale. Ma una ipotesi simile aprirebbe anche un’altra partita, quella appunto per la successione nella città delle cento campane. 

Bergoglio in questi anni, tuttavia, ha riservato sorprese proprio nelle gestione degli zucchetti siciliani (sia porpora che violacei). Come nel caso di Corrado Lorefice: un “parroco” chiamato a reggere l’impegnativa sede palermitana. Una sorpresa, ma più articolata, potrebbe essere quella di procedere contestualmente col ridisegnare l’assetto delle diocesi di Sicilia. Il papa non ha mai nascosto l’idea che quelle isolane (e non solo quelle) andrebbero snellite di numero. 

Gli auguri

Torniamo al compleanno di Gristina. Stamani il vicario generale, monsignor Salvatore Genchi, ha inviato un messaggio di auguri da parte di tutta la Chiesa catanese. “La curia arcivescovile, i presbiteri, i diaconi, i religiosi e le religiose, i seminaristi e tutto il popolo di Dio rivolgono al carissimo arcivescovo, s. e. mons. Salvatore Gristina, gli auguri più affettuosi nel giorno del suo compleanno”.

Gli auguri sono arrivati anche dalla vicina Acireale, diocesi suffraganea di Catania: “Il vescovo monsignor Nino Raspanti e tutta la comunità diocesana porgono affettuosi auguri all’arcivescovo metropolita nel giorno del suo compleanno”. 


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