Sicilia, regione 'gialla' per l'Europa: il nuovo bollettino

Sicilia, regione ‘gialla’ per l’Europa: il nuovo bollettino

Cosa dicono le autorità sanitarie europee sui colori. Gli ultimi dati sono buoni.

I numeri, il Covid in Sicilia e la variante Delta. Cominciamo dai numeri.

Il bollettino in Sicilia

Cosa dicono i numeri? Che sono 119 i nuovi positivi al Covid19 registrati in Sicilia nelle ultime 24 ore (ieri erano 158) su 16.962 tamponi processati, con una incidenza che scende allo 0,7%, mentre ieri era allo 1,3%. La Regione è al secondo posto in Italia per numero di contagi giornalieri dietro la Lombardia. Le vittime sono 6 e il totale dei morti è 5.957. Il numero degli attuali positivi è di 4.753 con una diminuzione di 155 casi. I guariti sono 268. Negli ospedali i ricoverati sono 212, 19 in meno rispetto a ieri, quelli nelle terapie intensive sono 27, due in più di ieri. La distribuzione di casi registrati per province vede: Palermo 17, Catania 42, Messina 13, Siracusa 5, Trapani 8, Ragusa 5, Agrigento 7, Caltanissetta 9, Enna 13. Il presidente Musumeci ha prorogato due zone rosse.

La mappa del rischio

L’Italia, intanto, continua a scendere nelle fasce di rischio Covid e si colora tutto di verde tranne nel Sud, dove restano in arancione (o giallo scuro, ndr) Basilicata, Calabria e Sicilia, come spiega l’Adnkronos. Sono i colori nazionali nella mappa d’Europa, aggiornata oggi dall’Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, in base alla stratificazione del rischio Covid. La MAPPA

La variante Delta e l’allarme

E andiamo alla temuta variante Delta, già indiana. “In assenza di dati affidabili sulla presenza della variante Delta in Italia – spiega il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta – tre sono le ragionevoli certezze: innanzitutto il numero di sequenziamenti effettuati è modesto e eterogeneo a livello regionale; in secondo luogo, il contact tracing non è stato ripreso, nonostante i numeri del contagio lo permettano. Infine, preoccupa il confronto con quanto sta accadendo nel Regno Unito, dove la variante si diffonde velocemente: in Italia infatti poco più 1 persona su 4 ha completato il ciclo vaccinale (rispetto al 46% nel Regno Unito), mentre il 26,5% della popolazione ha ricevuto solo una dose (rispetto al 17%) e il 46% è totalmente privo di copertura (rispetto al 37%). Percentuali preoccupanti considerando la minore efficacia di una sola dose nei confronti di questa variante”.

“I casi aumenteranno”

Non sembra difficile ipotizzare, a questo punto, che la variante Delta divenga prevalente questa estate, come gli organismi europei ritengono. Quei numeri di cui si parla “sono aumentati e continueranno aumentare, tenderà a sostituire anche da noi come nel Regno Unito, la variante inglese. Il nostro compito è rallentarne la velocità di diffusione e rafforzare il tracciamento per limitarne i casi, ma a qualche settimana da oggi le percentuali sono destinate a crescere. Nel frattempo il rallentamento deve consentire una più rapida vaccinazione con le seconde dosi affinché questa variante non faccia danni”. Così il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Però da Gimbe lanciano l’allarme proprio sui tracciamenti. Chi ha ragione? E, soprattutto, possiamo permetterci che qualcuno abbia torto?


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