Covid, variante Delta: "Sequenziamento e metodi utilizzati" - Live Sicilia

Covid, variante Delta: “Sequenziamento e metodi utilizzati”

Ecco in quali casi si procede alle analisi. L'esperto rassicura: "Il vaccino funziona".

CATANIA – La variante Delta fa paura. Alla vigilia di un paese in zona bianca, la concentrazione dell’intera comunità scientifica è proiettata alla mutazione indiana del virus, che sarebbe molto più aggressiva e contagiosa. Come tutti i virus ad Rna anche SARS-CoV-2 è soggetto a cambiamenti.

Il caso del capo delegazione indonesiano di 45 anni ha portato un po’ di allerta in provincia di Catania. Ma dopo la conferma dell’infezione da variante Delta, i vertici delle autorità sanitarie catanesi hanno rassicurato del fatto che si tratta di un “episodio isolato”. 

Il polso di quanto la variante Delta sia diffusa può arrivare solo dal “sequenziamento” del virus. A Catania – spiegano dall’ufficio dell’emergenza Covid diretto dal commissario Pino Liberti – si utilizzano due tecniche (o strumenti) che si chiamano Ngs e Sanger. Il sequenziamento è riservato solo a “casi selezionati, soggetti positivi dopo vaccino, soggetti provenienti da aree endemiche da variante Delta, ad esempio l’Indonesia”.

Ma cosa è il sequenziamento per l’identificazione delle varianti covid? Lo abbiamo chiesto a Cristian Fioriglio, biologo e tossicologo forense catanese. “Il genotipo del covid, ossia il profilo genetico (la carta d’identità) del virus, viene codificato. Ad esempio – spiega – sappiamo ormai tutti che siamo ciò che è il nostro DNA (univoco per ogni persona) ma poi in termini scientifici possiamo fare il sequenziamento del nostro profilo del DNA è così infatti potremmo anche sapere anticipatamente se siamo predisposti o meno ad alcune patologie e così via. Nel caso del covid – spiega il biologo – che non è a DNA come l’essere umano ma a RNA (come la stragrande percentuale dei virus) abbiamo visto che in alcuni tratti dell’esone (del suo genotipo, del suo profilo genetico insomma della sua carta d’identità) per via delle condizioni ambientali forse per effetto dell’obbligo di adattamento si è modificato, resistendo alle ostilità che compromettino la sua vita. Questo avviene in natura (come Darwin ci insegna) mediante mutazioni di diverso tipo cui il genere non lo fa cambiare (covid era e covid rimane) ma può cambiare la sostanza: più resistenza, più patogenicità, più aggressività, come nel caso della odierna variante Delta. Certo di contro anche l’organismo umano si adatta alle difficoltà – argomenta –  seppur con tempi più lunghi rispetto i microrganismi, ricordiamoci ad esempio il portatore sano di anemia mediterranea (esempio di mutazione genetica che ha permesso di far sopravvivere alcuni soggetti colpiti dalla febbre malarica)”

“Il sequenziamento – argomenta ancora il biologo catanese – si fa solo in un modo: si estrae l’RNA del virus. Il metodo NGS solitamente è utile per pannelli in cui esistono mutazioni plurime, ad esempio le malattie rare. Qui parliamo di mutazioni puntiformi che possono essere facilmente gestibili. E più oggettivo è anche il risultato col metodo Sanger. Con NGS si spacca il capello per verificare se ci sono mutazioni di mutazioni, ma nei virus non ci aspettiamo tanta rarità”.


Il biologo poi è contrario alla formula seguita dall’Emilia Romagna di sequenziare tutti i positivi. “Secondo me no – dice –  si rischia di fare solo allarmismo”. Sull’efficacia del vaccino anche per il contagio da variante Covid Fioriglio dirada ogni dubbio. “Il vaccino garantisce lo stesso risultato perché agisce sul genere, come dicevo agisce sul covid. Faccio un esempio per rendere l’idea: se il covid fosse una mucca, la mucca può essere una frisona o modicana. Il vaccino funziona sulla mucca, non sulla razza. Quindi funziona – conclude – sul covid non sulla variante”. 


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