"Ponte o Conte", Cancelleri e il convegno coi Dioscuri del centrodestra - Live Sicilia

“Ponte o Conte”, Cancelleri e il convegno coi Dioscuri del centrodestra

Metti insieme Micciché, Stancanelli, il sottosegretario e De Luca...

SANT’ALESSIO (ME) – Giancarlo Cancelleri è stato accolto sul palco con un Gianfranco Micciché che gli dice “o si fa il Ponte o si fa Conte”. Evidentemente si tratta di una battuta, perché entrambi ridevano mentre altri – a partire dall’ospite di casa, Raffaele Stancanelli – hanno volti ben più austeri. Poi è arrivato il sindaco della città metropolitana di Messina, Cateno De Luca, che ha consegnato all’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, due dossier. Il primo è “sto-C.a.s di svincolo di Alì Terme”. Il secondo è “sto-C.a.s. di svincolo di Santa Teresa Riva”. Il gioco di parole non è sfuggito a nessuno dei presenti (a Cancelleri invece ha consegnato gli stessi documenti ma con due frontespizi ben più istituzionali).

Sembra un circo, ma non lo è. Perché c’è il giornalista Luca Ciliberti a sedare gli animi. La giornata di lavori organizzata dall’europarlamentare a Sant’Alessio (Me) di FdI-Ecr (il gruppo dei conservatori e dei riformisti guidato a livello continentale da Giorgia Meloni) ha in oggetto il tema dei temi della politica siciliana. Il ponte. Una chimera che ultimamente è ritornata nel dibattito pubblico sulla scorta della pandemia e del Pnrr. L’ex sindaco di Catania è però sul piede di guerra, tant’è che ha già preso carta e penna per scrivere ai agli eurocommissari Paolo Gentiloni e Valdis Dombrovskis per denunciare come i conti non tornino.    

La cosa “gravissima – ha detto –  è che in Sicilia erano stati erogati dei finanziamenti per la rete stradale e ferroviaria. Ma oggi, gli stessi, sono stati ‘imputati’ al Recovery Fund. Parliamo di circa dieci miliardi di euro già destinati all’Isola. I siciliani sono stati defraudati di opere infrastrutturali che si sarebbero potute realizzare”. E ancora: “Ma come si potrebbe mai realizzare il Ponte  – prosegue  Stancanelli – se non c’è l’alta velocità? Tutto questo è gravissimo”.

Una denuncia che è figlia dei risultati ottenuti dallo studio capitanato dal professor Matteo Ingaccolo della cattedra Trasporti dell’Università di Catania. Un dossier che arriva alla conclusione sconcertante che il Pnrr potrebbe addirittura allargare il divario tra le regioni del Sud e quelle del Nord già integrate strutturalmente nel sistema europeo. 

La Camera ha intanto votato ieri un ordine del giorno a larga maggioranza che impegna il governo a realizzare un attraversamento stabile sullo Stretto. Contrari i Cinque stelle e Leu, una conta che ha fatto scricchiolare la maggioranza che sostiene Mario Draghi. Tra i presenti c’è Tiziana Drago, senatrice meloniana eletta nel M5s, che spiega: “Ci sono dei no travestiti da sì, perché se ci si dice favorevoli al Ponte e poi si trascura che quello a campata unica ha già superato tre fasi di progettazione, e si punta ad altre soluzioni, significa voler perdere tempo e importanti risorse economiche”.

Insomma, Raffaele Stancanelli si intesta la battaglia delle battaglie. “Chiaro che oggi inizia la sua campagna elettorale per la presidenza della Regione”, suggerisce uno storico dirigente di FdI Sicilia che preferisce rimanere in anonimato. Un altro rilancia – sempre in modalità off line – che Stancanelli dimostra “ancora una volta di essere il Richelieu del centrodestra isolano, colui che sa fare rete”. 

Di certo c’è che nel programma dei lavori non c’è Nello Musumeci. L’ennesima scaramuccia a distanza tre i due ex amici fatta di inviti mancati e la prospettiva di un bis a Palazzo d’Orleans reso assai incerto dalle parole sfumate dei leader romani, Giorgia Meloni in primis, e dai distinguo palermitani. Tuttavia c’è Giusi Savarino, anche lei fondatrice di Diventerà Bellissima, ma nella veste ufficiale di presidente della Commissione Ambiente, territorio e mobilità dell’Assemblea regionale siciliana.

A quanto pare, Stancanelli ha puntato ad inviti strettamente istituzionali (così ci dicono gli organizzatori). Per quanto concerne il centrodestra, lo ha ribadito al nostro giornale, il mantra è “l’unità della coalizione”. Un’unità da compiere senza che sia Musumeci l’attore principale, evidentemente. Intanto però sul palco c’erano due possibili candidati presidente: Giancarlo Cancelleri (che per ora non intende parlare delle prossime scadenze elettorali e che si posizionerebbe da tutt’altra parte) e Cateno De Luca. Lui sì, già in campo: con o senza coalizione. Ma con lui alla griglia di partenza, suggeriscono i Dioscuri del centrodestra siciliano, “Musumeci non vincerebbe mai”.


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