Violenze e rapine per pochi euro : arriva la sentenza di condanna

Violenze e rapine per pochi euro: arriva la sentenza di condanna

Nei confronti di due persone che terrorizzarono la cittadina etnea.

CATANIA – Schiaffi, calci e colpi con il calcio della pistola, con una brutalità da fare svenire, in un caso, una persona. Sono i motivi che hanno portato alla condanna di due uomini, Stefano Amore e Carmelo Miano, per tre rapine compiute in altrettante attività commerciali nel centro di Belpasso nel 2018. I due sono stati riconosciuti colpevoli in tutti i gradi di giudizio.

Le rapine

Un’ondata di brutalità per poche centinaia di euro. È quella che colpisce il centro di Belpasso nel novembre del 2018, quando a distanza di pochi giorni vengono assaltate due tabaccherie e un panificio, sempre con le stesse modalità: prima un complice entra nel locale bersaglio e, acquistando qualcosa o semplicemente facendo una ricognizione, individua il registratore di cassa. Poi, dopo che il complice si è appostato per fare da palo, entrano Amore e Miano. Incappucciati e armati con una scacciacani, i due iniziano a colpire con calci e schiaffi i titolari chiedendo soldi o merce.

Va così la prima rapina, avvenuta in una tabaccheria di corso Vittorio Emanuele, con i due rapinatori che dopo aver picchiato il titolare si allontanano con due pacchetti di sigarette. E va così la seconda, due giorni dopo in un’altra tabaccheria sullo stesso corso. Come si legge nella sentenza d’appello, i due malviventi, entrati nel locale ancora a volto coperto, prima minacciano la titolare con una pistola giocattolo, poi sparano un colpo in aria e iniziano a colpirla fino al punto da farle perdere conoscenza. A quel punto i rapinatori prendono una cassetta di sicurezza con dentro cinquecento euro e si allontanano.

Stesso copione la terza volta, che però ha come scenario un panificio. Il complice entra e prende un pezzo di pizza, individua la cassa e fa da palo. I due rapinatori entrano, tengono sotto tiro la titolare del panificio e suo marito, strappano il cassetto del registratore di cassa e rubano il denaro del marito della titolare. Bottino totale, 340 euro.

Le indagini

Il Gup di Catania ha dichiarato Stefano Amore e Carmelo Miano colpevoli dei reati a loro contestati, tranne che per quello di aver detenuto una pistola semiautomatica senza autorizzazioni, dato che come si è accertato in seguito la pistola era una scacciacani a cui era stato tolto il tappo rosso di sicurezza. Come si legge nella sentenza d’appello, “concesse le circostanze attentuanti generiche in misura prevalente sulle aggravanti per l’Amore e equivalente per il Miano”, il Gup “condannava con la riduzione per rito abbreviato Stefano Amore alla pena di anni tre e mesi quattro di reclusione e 800 euro di multa e Carmelo Miano alla pena di anni cinque di reclusione e 1200 euro di multa”.

In seguito entrambi gli imputati hanno appellato la sentenza, chiedendo la riduzione o la rideterminazione della pena e la concessione delle circostanze attenutanti generiche, ma sia la Corte d’Appello che la Cassazione hanno confermato la sentenza di primo grado. Nel caso di Amore, la Cassazione ha accolto le motivazioni del primo grado di giudizio, che, si legge nella sentenza della più alta Corte, “ha giustificato lo scostamento dal minimo edittale sulla scorta della gravità del fatto (per la brutalità dell’aggressione subita dalla persona offesa)”. Il rapinatore, infatti, in un caso ha continuato a infierire sulla sua vittima anche dopo aver sottratto dei soldi, come testimoniato dalle telecamere di sicurezza.

Le denunce

“Sono fiera di aver assistito l’unica persona che si è costituita parte civile”: l’avvocato Katia Germanà commenta in questo modo la conclusione dell’iter processuale che riguarda le rapine nel centro di Belpasso del 2018. “Nessun altro ha voluto costituirsi – continua Germanà – si parla spesso del fatto che c’è poca giustizia, ma solo la mia assistita, che ammiro tantissimo, ha compreso che non basta lamentarsi e che bisogna agire”.


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