Gabriele, l'urlo del fratello e il dolore di tutta Carini

Gabriele, l’urlo del fratello e il dolore di tutta Carini

La cronaca di un evento che ha sconvolto tutti.
LA TRAGEDIA DI GABRIELE CONIGLIARO
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PALERMOLa cronaca del dolore è tutta descritta nel grido di Daniele Conigliaro, fratello di Gabriele, morto ieri, a Carini, a soli dodici anni, per il crollo di una porta di calcio. Daniele arriva sul luogo della tragedia e fa una diretta facebook che abbiamo raccontato. E’ l’impulso violento dell’emozione che lo spinge, è la rabbia. Frasi smozzicate, inquadrature in rapide successione. Si vedono una porta di calcio nera, un campetto cotto dal sole e un corpo coperto da un telo funebre.

E quel grido che sovrasta ogni cosa e che va abbracciato, restando in silenzio, perché racconta, nel modo più sincero, la profondità del lutto: “Ecco come si muore a Carini. Ragazzi non ho mai fatto una diretta. Condividete, devono vedere tutti. Mio fratello, sangue del mio sangue. Questo è mio fratello, quel che rimane di mio fratello. Qui c’è la porta che l’ha ucciso. Non c’è niente da fare. Non si può morire così”. Una richiesta drammatica in quel ‘condividete’, lo stato d’animo di chi non vuole essere lasciato solo nella sciagura. E non sarà lasciato solo.

Carini è devastata. Nessuno risponde al telefono, perché il peso di quello che è accaduto si rivela troppo grande. Il cordoglio trabocca sui social, ma non sono parole di circostanza. Gabriele era felice per la promozione. Aveva scritto sul suo profilo Facebook: “Traguardo superato, si va in terza”. In quel post, gli ‘auguri’ dell’altroieri sono stati sostituiti dai ‘riposa in pace piccolo angelo’.

Nelle foto social Gabriele Conigliaro è un bambino sorridente, pieno di gioia di vivere. Lui, come i suoi coetanei, era su quel campetto, sotto il sole dell’estate, per recuperare il tempo mangiato dal Covid. Era il figlio molto amato di una famiglia a cui tutti vogliono bene. Secondo le prime ricostruzioni, quando i soccorritori sono arrivati non c’era più niente da fare. Il piccolo è stato portato alla Medicina legale del Policlinico di Palermo per l’autopsia. Oggi il sole splende, l’estate di chi sta soffrendo è già finita. Ma non si può morire così.


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