Sicilia, il Covid cresce: l'ultimo bollettino lancia l'allarme

Sicilia, il Covid cresce: l’ultimo bollettino lancia l’allarme

Perché i dati siciliani producono apprensione.

E’ un allarme relativo, ma è un allarme. Il Covid in Sicilia sta risalendo e questo non è, ovviamente, un buon segnale. Più che i numeri in senso assoluto contano le percentuali. Che parlano di una crescita del virus, confermata dal trend delle ultime settimane, come ha messo nero su bianco la Fondazione indipendente Gimbe.

Il bollettino

Sono, dunque, 201 i nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia con 9.999 tamponi processati. L’incidenza risale ancora fino al 2,1%, anche se siamo al terzo posto per numero di contagi giornalieri in Italia. Sul fronte dei positivi totali, il dato risale a 3.509 facendo segnare 52 casi in più nonostante i 148 guariti delle ultime ore. C’è una nuova vittima che porta il totale dei morti a 5.988. Sul fronte ospedaliero restano 148 i ricoverati così come 20 in terapia intensiva. Un dato uguale a quello di ieri. I contagi nelle province: in testa c’è Caltanissetta con 77 casi, seguita da Ragusa con 34, Trapani 24, Palermo 17, Catania 14, Siracusa 12, Agrigento 10, Enna 8, Messina 5. 

I dati di Caltanissetta e Ragusa

Come si vede, Caltanissetta ha la maggioranza dei casi, seguita da Ragusa. Insieme compongono la metà dei contagi nella nostra regione. Un elemento da tenere sotto occhio, con tutte le incognite dei sistemi di tracciamento, per comprendere cosa stia succedendo in quelle province.

Perché è allarme

C’è allarme, anche se relativo, come abbiamo scritto. Una curva che risale è da tenere sempre sotto osservazione. In questo momento il clima – come è accaduto la scorsa estate – ci sta dando, verosimilmente, una mano. E anche i vaccini fanno la loro parte. Ma solo il trenta per cento circa dei siciliani ha completato il processo di immunizzazione che garantisce dai sintomi gravi del Covid. Troppo pochi.

La Sicilia a rischio moderato

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità e il ministero della Salute, per via dei contagi, oltretutto, siamo a rischio ‘moderato’. E questo conferma quell’allarme relativo di cui si diceva.

La strategia di Musumeci

La strategia del presidente Musumeci è chiarissima: una ‘stretta’ per vaccinare chi ancora non lo ha fatto, coinvolgendo anche gli insegnanti. Una posizione che ha ricevuto consensi ma pure critiche. A riguardo, forse, è utile citare il professore Antonio Cascio, infettivologo: ” C’è la libertà individuale, ma c’è in gioco il bene supremo della salute pubblica. Stiamo attenti, altrimenti a settembre avremo una ripresa di ricoveri e decessi”.


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