Minacce e frustate, 5 arresti: in manette il fratello del padrino - Live Sicilia

Minacce e frustate, 5 arresti: in manette il fratello del padrino

Un giovane ladro ritrova delle munizioni e da lì inizia un incubo. Operazione dei carabinieri a Paternò.

CATANIA – Il pentito Sergio Corra ha raccontato che il reggente della famiglia Santapaola Ercolano designato doveva essere lui: l’uomo d’onore di Paternò Franco Amantea, genero del capomafia Mimmo Assinnata avendo sposato la figlia Nicoletta. Questa volta però i guai giudiziari hanno colpito il fratello del padrino: Giuseppe Amantea – già condannato per mafia – è finito nel tumulto di una nuova inchiesta. È accusato di estorsione in concorso pluriaggravata con Barbaro Messina, considerato  il suo “braccio destro “, Filippo Cunsolo, Rosario Cunsolo e il nipote Consolato Emanuele Pedalino.

Paternò, questa mattina, si è svegliata blindatissima. I carabinieri hanno anche bloccato alcune strade per eseguire il blitz coordinato dalla Dda etnea denominato Nerbo. In campo oltre 50 militari della Compagnia di Paternò e dello e dello Squadrone Elitrasportato Cacciatori di Sicilia.

Le indagini hanno preso le mosse dalla denuncia presentata lo scorso giugno da un cittadino di Paternò spaventato dalle pesanti minacce e violenze subite. Il figlio minorenne qualche giorno prima aveva rubato dentro un casolare trovando delle minuziosi che poi aveva consegnato a Pedalino. Quest’ultimo però ha accusato il giovane di aver rubato le armi e quindi pretendeva di avere 2 mila euro per il danno subito. Alle minacce sono seguite le violenze: schiaffi e colpi con un frustino da cavallo. E le aggressioni poi si spostavano anche al padre. Nella centralissima via teatro Rosario Cunsolo lo ha preso a pugni e calci – e in presenza del padre Filippo – chiedeva ancora 2 mila euro chiesti da Pedalino. A quel punto chiedeva aiuto a Pippo Amantea e Barbaro Messina per poter fermare le intimidazioni e i soprusi. Ma per il loro intervento mafioso hanno chiesto all’uomo 500 euro in acconto che poi Messina avrebbe consegnato ai due Cunsolo.

Intercettazioni, pedinamenti e osservazioni hanno permesso agli investigatori di avere i dovuti riscontri. Ed infatti il gip ha accolto la richiesta di misura cautelare dei cinque indagati. Che oggi finiscono in carcere


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