“Chiesa e politica devono servire il bene comune, non il potere” - Live Sicilia

“Chiesa e politica devono servire il bene comune, non il potere”

La politica, il potere, la Chiesa, Palermo. Intervista all'Arcivescovo Corrado Lorefice.

PALERMO – La città vive una crisi profonda. È lo specchio di problemi interiori, del fallimento della politica. Qual è la strada per questa comunità prigioniera del presente? L’Arcivescovo Corrado Lorefice rappresenta un punto fermo, una certezza. È il buon padre di famiglia che indica la strada.

Lei rappresenta l’autorità morale per questa terra così complessa. Qual è la strada da percorrere?

“Noi demandiamo ad alcuni cittadini che si assumono il servizio politico i compiti essenziali. Come responsabilità che riguarda tutti ci vuole la rettitudine di intenzione. Non si può vivere la città senza una assunzione di responsabilità che nasca da una rettitudine di intenzioni”.

In questo sistema, qual è la causa del declino?

“Il fatto che ognuno di noi non si metta in gioco per il bene di tutti. Papa Francesco ci aiuta a capire che noi viviamo la casa comune che è destinata a tutti. Dobbiamo starci come se non fossimo l’ultima generazione. E dobbiamo starci da fratelli. Dobbiamo guardare al bene comune. Una città non può crescere nel bene se non si parte dai più fragili. Questa città non può che rinascere dal basso”.

La politica che ruolo ha avuto?

“La politica ci rimanda all’impegno nei confronti della città. È un servizio per il bene. Noi viviamo in una città che vive nel Sud Italia, una città che conosce fragilità, tensioni, bisogni, esigenze. Penso a come queste esigenze siano state amplificate dal coronavirus. C’è bisogno di lavoro. Non si può affrontare la sfida culturale e quella contro i poteri paralleli, se non interrompiamo la catena della dipendenza. Una città in cui non si mira a rafforzare l’occupazione resterà sempre fragile.

Penso alla situazione dei cimiteri, alle buche, è una città che ha bisogno di una lucidità che richiede un impegno direi immane. Andiamo verso le elezioni, chi si assumerà il servizio della città, dovrà donarsi totalmente”

La Chiesa si è confrontata col mondo del potere. Il potere a Palermo, come in Sicilia, ha comportato l’annullamento dei diritti e la concessione di ogni cosa come se fosse un privilegio. Quale strada deve seguire la Chiesa rispetto al sistema del potere?

“Io arrivo a Palermo come Vescovo di sorpresa, perché non avrei mai pensato di farlo. Arrivo con questa visione che ho maturato grazie a quanti mi hanno formato, la visione ecclesiale di una Chiesa che sta nel mondo, non nel potere. Una Chiesa che serve, come il Cristo, che ricorda di essere venuto non per esercitare un potere, ma per servire. Questa è la prima sfida che riguarda la comunità cristiana. La politica non è un potere ma un servizio e se questo non sarà chiaro non si potrà servire il bene comune. Una Chiesa libera non è alla ricerca di potere”.

C’è stato qualche momento in cui lei, relazionandosi col mondo politico, ha dovuto dire di no?

“Penso che sia evidente chi sia il vescovo Corrado. Da me si sortirebbe l’effetto contrario se qualcuno venisse a cercarmi con qualche intenzione in particolare. Sarebbe contrario al servizio che devo rendere alla Chiesa”.

Anche nel mondo dei vescovi c’è una realtà molto complessa. Ci sono anche tensioni. Qual è il messaggio per la comunità religiosa siciliana?

“Papa Francesco sta aiutando tutte le Chiese, dal convegno di Firenze arrivano le spinte alla sinodalità, a ripensare alla Chiesa popolo di Dio. Fare strada insieme, ascoltando e mettendo insieme anche i vari modi di parlare del nostro tempo. Penso che in questo momento anche le Chiese siciliane si stiano muovendo verso questa direzione”.

Siamo alla vigilia della festa. Qual è il suo messaggio ai palermitani?

“Quest’anno la festa ricade in una situazione che ancora ci coinvolge a causa delle pandemia. Il messaggio che vorrei dare alla città è un messaggio di speranza, che non ci porta a una illusione, ma si pratica sull’impegno che ciascuno di noi deve mettere per affrontare questo momento. Il messaggio più bello di Santa Rosalia è questo. Penso che Rosalia sia legata per questa sua vicinanza alla città e siccome non avremo l’opportunità di fare la processione, abbiamo voluto, grazie all’esercito, sorvolare Palermo portando Rosolia vicina a tutti. Tutti insieme dobbiamo sconfiggere questo tremendo male che sta tormentando la città. Ma lei ci darà ancora forza e speranza.


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