La mafia di Ciccio Montagno: parola agli investigatori - Live Sicilia

La mafia di Ciccio Montagno: parola agli investigatori

Il processo è frutto di un'inchiesta della polizia dei primi anni 2000.

CATANIA – Gli assetti mafiosi sono quelli dei primi anni 2000 tra Bronte, Maniace e Cesarò. E i rapporti criminali anche con Adrano e Paternò. A Bicocca si sta celebrando un processo, frutto di un’indagine del commissariato di polizia di Adrano che riguardato gli affari mafiosi attorno alla figura di Ciccio Montagno Bozzone. Un’inchiesta che è finita anche nella documentazione che l’anno scorso ha portato allo scioglimento del comune di Maniace da parte del Viminale dopo l’invio degli ispettori prefettizi. Tra i 35 imputati, infatti, c’è anche l’ex componente della giunta Cantali. Il già assessore comunale Rodolfo Arcodia Pignarello, con un passato al consiglio comunale, è accusato di associazione mafiosa. Avrebbe fatto parte del gruppo, affiliato ai Santapaola, diretto da Francesco Montagno Bozzone e dopo il suo arresto da Eugenio Spitaleri – si legge nel capo d’imputazione – dal 2003 al 2005. Accuse sempre respinte da Arcodia, che si è detto estraneo a qualsiasi dinamica mafiosa. 

Nei faldoni dell’inchiesta ci sono intercettazioni dove si discuteva di appalti che sarebbero dovuti passare nelle mani di Ciccio Muntagnu. E se non ci fossero riusciti allora le imprese che ottenevano lavori a Maniace avrebbero dovuto pagare la dovuta tangente mafiosa. Arcodia dunque sarebbe finito in una catena che si componeva di diverse figure finite a processo, tra cui Mario Galati Rando, con un passato di estorsioni e mafia,  e Vincenzo Sciacca, indicato come il braccio destro di Montagno Bozzone.

Nell’ultima udienza il pm Marco Bisogni ha citato l’ispettore di polizia del Commissariato di Adrano Nicola Romano che ha rimesso in fila i pilastri fondanti dell’indagine. Siamo nell’epoca in cui a Catania Cosa nostra era spezzata in due: da una parte l’ala Santapaola (diretta dai Mirabile) e dall’altra gli Ercolano. Leggendo le contestazioni trapela un clima di terrore e minacce nella terra dei Nebrodi. Con richieste di pizzo e imposizioni anche tramite violenza. 

Il processo è stato rinviato al prossimo 18 novembre nell’aula 3 di Bicocca. 

I NOMI DEGLI IMPUTATI. Rodoldo Arcodia Pignarello, Nunzio Asero, Salvatore Assinnata, Giuseppe Barbagallo, Calogero Bontempo, Alfio Camuto, Carmelo Conti, Giuseppe Costarelli, Biagio Currenti, Giuseppe D’Amico, Vito Di Stefano, Michele Fiorenza, Alessandro Franco, Mario Galati Rando, Antonio Giuliano, Salvatore Greco, Giuseppe Incognito, Biagio Longhitano, Pietro Longhitano, Angelo Magni, Giovanni Messina, Francesco Montagno Bozzone, Franco Montagno Bozzone, Mario Montagno Bozzone, Santino Montagno Bozzone, Giuseppe Montagno, Nunzio Neri, Giovanni Pappalardo, Sebastiano Sanfilippo Pulici, Santo Schillaci, Vincenzo Sciacca, Samuele Adriano Serravalle, Eugenio Spitaleri, Ignazio Vinciguerra. 

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