Ponti, veleni e dissesto: Bianco e Pogliese, duello a distanza - Live Sicilia

Ponti, veleni e dissesto: Bianco e Pogliese, duello a distanza

Una disputa in crescendo. Piccata, nervosa, tagliente. E che non ammette esclusioni di colpi (e attribuzione di colpe)

CATANIA – La pace è finita, ma non da ora. Lo si capisce dai botta e risposta al veleno divenuti ormai una costante nella dialettica a distanza tra Salvo Pogliese ed Enzo Bianco. Una disputa in crescendo. Piccata, nervosa, tagliente. E che non ammette esclusioni di colpi (e attribuzione di colpe) tra i due sindaci, il primo attualmente in carica e il secondo che ha dovuto rinunciare nel 2018 alla quarta elezione diretta arrivando alle spalle proprio dell’esponente cresciuto nella cantera politica della fiamma tricolore. 

Uno scambio che va avanti da mesi, carico di sagacia e cazzotti e che ha avuto come prima tappa lo scontro sugli abbracci in tempo di Covid al Massimino con Joe Tacopina, quando l’acquisto del Calcio Catania sembrava cosa fatta. Poi c’è stato il commento circa l’ultimo posto nella classifica di gradimento dei sindaci de Il Sole 24 Ore.

Prima o dopo però il colpo sotto la cintura doveva arrivare. E infatti è arrivato. Proprio lì. Se nei primi due casi, Pogliese ha stretto i denti, lasciando che fossero gli esponenti della propria maggioranza a replicare, dopo l’inaugurazione del nuovo arredo della rotonda di San Nullo (progetto realizzato dai privati), il sindaco ci ha messo la faccia. Il pomo della discordia è la realizzazione di un Mongibello in miniatura all’interno della rotatoria appena piantumanta. Una trovata che non ha convinto un granché gli automobilisti catanesi.

E neanche Enzo Bianco. Che dai social ha lanciato una spruzzata di ironia che evidentemente ha procurato fastidio. “Osservando questo cumulo – ha scritto – ho subito pensato a materiale di risulta messo da parte da qualcuno per essere smaltito, come spesso accade quando si completano lavori di questo tipo. Mancanza di senso civico, ho pensato subito! E invece ho scoperto che si tratterebbe di una riproduzione “artistica” della nostra amata “Montagna”. Va bene che “de gustibus non est disputandum”, però… Sono rimasto davvero spiazzato. E voi, cosa ne pensate? Vi piace?”

Ecco Pogliese: “Ho grande rispetto dei cittadini – ha fatto sapere – e faccio tesoro delle loro critiche. Le accetto. Una cosa fatemela dire, però: le critiche che non posso accettare sono quelle di chi, come l’ex senatore ed ex sindaco Bianco, ha sperperato (solo per fare un esempio) quasi un milione di euro di Soldi del Comune di Catania per una fontana non bellissima, sottraendoli in parte ai fondi per la realizzazione delle piste ciclabili”.

La tocca piano, Pogliese, riportando a galla le vicende connesse all’abbattimento del Ponte Gioeni, il traffico, la fontana realizzata con il marmo di Custonaci, le spese, la mucillagine e il dissesto. “Chi ha la responsabilità di <<aver contribuito al verificarsi del dissesto>>, di cui i catanesi pagano amare conseguenze, dovrebbe avere almeno il buon gusto di Tacere, evitando di dare improbabili lezioni sulla gestione della città. Si goda gli agi del “meritato” riposo e, a tempo perso, partecipi a qualche riunione di Consiglio Comunale (dove risulta recordman assoluto di assenze)”.

Continua Pogliese: “La rotatoria di San Nullo, come tutte quelle realizzate in questi mesi, è costata Zero Euro al Comune di Catania, grazie a un accordo di sponsorizzazione voluto da noi e messo in pratica da privati lungimiranti e amanti della cosa pubblica. C’è un limite a tutto”. Insomma, che Pogliese abbia perso la pazienza, è nelle sue stesse parole.

Due modi di intendere la contesa politica, evidentemente. In continuità con una prima repubblica che ha fatto in tempo a veder naufragare, Pogliese è convinto che i sindaci emeriti non debbano far da contrappunto ai loro successori. Bianco, che quella stagione l’ha vissuta da protagonista, la pensa allo stesso modo. Eccetto un caso, però: quello che precede il ritorno in campo. Perché le scaramucce di oggi andrebbero meglio inquadrate in un anticipo di campagna elettorale per Palazzo degli Elefanti. In fondo, stando all’attuale quadro politico (e ai tanti se non ancora decifrabili), non si vedono altri candidati alla testa delle due/tre coalizioni principali.


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