Viaggio nel disagio dei quartieri, fra promesse disattese e degrado

Viaggio nel disagio dei quartieri, fra promesse disattese e degrado

Residenti e giovani reclamano il loro diritto alla normalità

CALTAGIRONE. I residenti si dichiarano ostaggi di troppi delinquenti, i ragazzi che occupano gli spazi, anche privati della zona, reclamano il loro diritto alla normalità, deviata da atteggiamenti ai limiti della criminalità, favoriti dall’assenza di controlli mirati e una politica che per troppo tempo, dei giovani, non si è fatta carico.

Il quartiere residenziale oggi piazza dI spaccio e di inciviltà

Via Gesualdo Bufalino è un asse viario che scorre parallelo al Viale dell’Autonomia, perimetra con lo stesso un popoloso quartiere della zona nuova della città costituito da condomini residenziali e locali commerciali, ex case popolari degli anni ’60. Un nodo stradale pensato e realizzato per unire la città, che negli anni del boom economico iniziava a svilupparsi verso il Viale Europa raggiungendo le ville storiche di Caltagirone e le periferie. Un quartiere popolato da operai e medici, disoccupati e professionisti scelto negli ultimi anni come luogo di ritrovo per giovani che lo raggiungono da ogni parte della città.

“Se fossero solo le bottiglie di vetro di ogni genere di bevanda alcolica, che ritroviamo lungo tutti i marciapiedi e sino davanti la porta di casa non staremmo qui a parlarne” ci racconta un professionista che abita nella zona.
L’uomo ha due figli, adolescenti, comprende la loro necessità di riaggrapparsi ad una “normalità” venuta meno a causa del Covid e delle restrizioni ad esso collegate ma durante una passeggiata, sbotta e ci racconta gli ultimi fatti accaduti: “Qui la strada è molto larga, già nel primo pomeriggio diventa un circuito di gare di motorini, spesso si verificano incidenti anche seri ma dopo poco ricominciano come se nulla fosse e come se farsi male, anche seriamente, fosse una cosa normale.
Sfrecciano sulla strada in barba al rischio per i residenti. Non solo motorini, anche auto, ci mostrano immagini anche di cavalli. Alcuni hanno chiuso, qualche settimana fa, le traverse laterali, impedendoci di raggiungere casa, sino a quando le due auto che dovevano correre, sono sfrecciate. Solo dopo ci hanno concesso di rincasare.” 

La denuncia dei residenti

Ambra, giovane universitaria, ci racconta le molestie, l’impossibilità di studiare serena e le minacce.
“Sto studiando per laurearmi e tenere le finestre aperte è impossibile, si piazzano con le auto sotto casa, gli impianti stereo sono modificati e mettono la musica a tutto volume. Mi sono affacciata rimproverandoli la risposta è stata la minaccia che sarebbero saliti in casa mentre uno di loro, a dimostrazione che non stessero scherzando, ha scavalcato un cancello per poi provare a raggiungere la mia finestra al secondo piano, arrampicandosi su dei climatizzatori. Chiamate le forze dell’ordine, si dileguano per poi tornare e far peggio di prima per vendicarsi.”

“Una notte”, ci racconta un trentenne “sentivamo un gatto miagolare molto forte mentre dei ragazzi confabulavano fra loro, sono riuscito ad affacciarmi in tempo per vedere che il povero gatto era stato preso per la coda e lanciato contro un muro, non era la prima volta forse che lo facevano, di lì a poco il gatto e morto ed è stato lanciato lontano mentre loro si allontanavano. Non è divertimento questo è follia e barbarie e nessuno, dico nessuno interviene”.

Ad avere avuto la peggio una coppia di pensionati: “Siamo rincasati, il nostro vialetto era occupato da un’auto, dopo delle insistenze, nonostante il passo carrabile, l’hanno spostata e abbiamo parcheggiato l’auto nel nostro box. Usciti dal box per rientrare in casa la minaccia e quello che non mi spavento a definire ritorsione: l’auto dei ragazzi era stata spostata in modo da bloccare completamente l’accesso alla porta di casa, la risposta alla mia ennesima lamentela è stata: a casa ci rientri ora quando diciamo noi e muto!

Non sono gli unici, un anziano raggiunto sulla tromba delle scale, dopo essere uscito di casa per rimproverare dei giovani che giocavano a lanciare bottiglie di vetro sullo spiazzo del suo condominio, è stato preso a pugni da un ragazzo ubriaco, finendo poi in ospedale. 

Le forze dell’ordine intervengono ma…

A turno, i residenti si vedono costretti a invocare l’intervento delle forze dell’ordine per ridare pace alla zona.
Dopo la chiamata al 112 ci raccontano in molti, passano alcuni minuti e prima dell’arrivo della volante, spesso i più problematici si dileguano, inspiegabilmente, per poi ritornare e ricominciare da capo.
Sembra, ci dicono, sappiano del loro arrivo o peggio, qualcuno, fa il palo.
Le forze dell’ordine conoscono la zona e alcuni dei frequentatori. C’è un piccolo boschetto nel quartiere, la sera le auto si fermano, scende uno degli occupanti, raggiunge gli alberi per poi allontanarsi velocemente. Assistiamo personalmente a queste strane soste venendo a conoscenza del fatto che, in pieno lockdown, quel boschetto era un takeaway della droga.

Politiche giovanili disattese e programmi restati sulla carta

Mentre nel programma dell’uscente Sindaco di Caltagirone, Gino Ioppolo, leggiamo l’idea di creare centri sociali di quartiere, nei quali garantire la presenza di un operatore che rappresenti il tramite con le istituzioni, nella zona ci giurano di non veder passare una volante dei Vigili Urbani da mesi. Un gruppo ci racconta di aver interessato, infruttuosamente, il primo cittadino al quale sono state poste le proprie rimostranze.
Una Citroen C3, quando andiamo via ci impedisce di uscire dal parcheggio, viene spostata dopo qualche minuto, l’auto non ha la targa posteriore ma solo quella anteriore, la segnaliamo alle forze dell’ordine scoprendo che di quest’auto, risulta una denuncia di smarrimento di possesso in un’altra regione e risulta di fatto “invisibile”, come la richiesta di tranquillità e legalità che da quasi un anno avanzano i cittadini per bene di tutta la zona. 


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